Home Eurolega Ritorno al 2020, Messina ancora preoccupato: “NBA e FIBA dovrebbero essere sulla stessa linea”

Ritorno al 2020, Messina ancora preoccupato: “NBA e FIBA dovrebbero essere sulla stessa linea”

di Carmen Apadula
Ettore Messina utah jazz

Nel 2020, Eurohoops riferì che coach Ettore Messina chiedeva una migliore cooperazione tra Euroleague e FIBA, nel periodo della pandemia da Covid-19.

Ora, siamo nel nel 2024, e il futuro del basket europeo è ancora più in discussione. Soprattutto se consideriamo che c’è l’NBA a bussare alla porta.

Coach Messina ha infatti ribadito ancora una volta le sue preoccupazioni per il futuro di questo sport nel vecchio continente. Per l’allenatore, ottenere sinergie è un must per questo gioco, e ritiene che l’Europa abbia perso una grande occasione in passato.

LA COOPERAZIONE – “Sono preoccupato perché non vorrei tornare al 2000, quando c’erano due campionati. Per il futuro della pallacanestro, credo che la cosa più importante sia cercare di trovare una sorta di piano comune con FIBA e NBA. Perché, quando Adam Silver parla di qualcosa in Europa, considerando il loro potere e le loro risorse, mi preoccupo. Mi piacerebbe avere qualcosa in comune in futuro. Non credo che nella pallacanestro si possano vedere organizzazioni nemiche, perché sarebbe stupido. Penso che siamo un microcosmo rispetto al resto del mondo. Rispetto al calcio, la pallacanestro è una piccola unità, e credo che dobbiamo fare del nostro meglio per avere rapporti migliori”.

L’OCCASIONE PERSA – “Penso che 15 anni fa abbiamo perso una grande occasione, quella di diventare la lega di sviluppo dell’NBA. Penso che sia stato un errore rifiutare. Se fossimo diventati la lega in cui i giocatori avrebbero potuto svilupparsi, ora non ci troveremmo in questa situazione, con il mercato chiuso e in cui è molto difficile ottenere giocatori. Il nostro futuro è preoccupante, perché stiamo diventando una lega che invecchia”. 

IL FAIR PLAY FINANZIARIO – “Il Fair Play Finanziario non può essere confuso con il salary cap, sono due cose completamente diverse. L’essenza del tetto salariale negli Stati Uniti, nella NBA, è che c’è un piatto dove vanno a finire tutti i soldi provenienti dai diritti televisivi e dagli introiti, poi vengono divisi equamente tra tutte le squadre, cosa che non succede in Eurolega. Quindi ci sono molte cose che devono essere affrontate prima di poterne discutere. Per ogni regola che si implementa, la cosa più importante non è la regola in sé, ma che si riesca a farla rispettare. Se parliamo di numeri, se questi numeri sono netti, è chiaro che in alcuni paesi la cifra lorda diventa doppia e in altri paesi diventa molto, molto meno. Quindi è già una situazione di ingiustizia. È bene che cerchiamo di puntare a qualcosa, di equiparare il livello e di permettere alle squadre con budget più piccoli di essere comunque competitive e vincere, perché questa è l’essenza dello sport. Piuttosto che sognare in grande, credo che dobbiamo concentrarci su quelle decisioni che possono essere applicate e verificate due volte. Altrimenti, parliamo troppo di teoria”.

 

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