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Olimpia, la vittoria della tattica

di Marco Tarantino

La scelta di Repesa di giocare senza centri (Magro escluso che, pur avendo iniziato in quintetto, ha visto il campo solo per i primi 6 minuti di partita) poteva non essere tanto condivisibile da molti, soprattutto perché Avellino poteva schierare gente come Cervi (214cm), Leunen (206), Buva (208) e Pini (200) sotto canestro, l’Olimpia invece ha affrontato la partita con due ali forti (Macvan, 206 cm e McLean, 203) e un’ala piccola adattata (Sanders, 193 cm).

Era meglio lasciar fuori un esterno, in questo caso Kalnietis, che, oltretutto ha poi dimostrato di non essere neanche al 70% della sua forma fisica/mentale, o un centro, Batista, autore si di una brutta prestazione nella semifinale, ma pur sempre giocatore di grande esperienza? (al limite ci sarebbe stato anche Barac disponibile)La scelta ricadeva su questi due dal momento in cui Jenkins era stato dichiarato disponibile dopo il problema di crampi nella partita di neanche 24 ore prima, coach Repesa ha spiegato i motivi della sua decisione  dicendo che non si sentiva sicuro ad affrontare una gara così delicata con solo 4 esterni. Con il senno di poi, vedendo Simon costretto a giocare solo 20 minuti per problemi di falli che non gli hanno consentito di poter mai del tutto entrare in partita, la scelta è stata determinante, seppur il play lituano sia stato molto lontano dal giocare una buona partita.

Repesa si è preso una grande responsabilità e ha avuto ragione lui, visto che la coppa Italia ora è in bacheca.La partita è stata impostata per poter sopperire alla mancanza di centri, l’Olimpia ha dominato a rimbalzo (47 a 37) grazie all’enorme lavoro dei suoi quattro, ma anche di un’ottima prestazione del resto del resto della squadra (Cinciarini, Simon e Cerella 5 rimbalzi, Lafayette, Kalnietis e Jenkins 4, l’MVP delle Final Eight ben 7).

La difesa

In finale, come nelle altre partite, l’Olimpia ha messo in campo una difesa di grande livello, magari non sempre costante, ma in Italia di più non si può fare; la squadra più piccola viene fin troppo spesso tutelata, in modo quantomeno  da annullare l’enorme differenza fisica tra le due contendenti (17 tiri liberi concessi a 1 tra il secondo e il terzo quarto in favore degli irpini, 22 a 10 in totale e con parecchi 2+1 per i biancoverdi). La difesa è stata quasi perfetta nel limitare l’asse play/centro di Avellino: Marquez Green, nonostante i 6 assist, non ha mai segnato dal campo mentre ai 214 cm di Cervi sono stati concessi solo 2 miseri rimbalzi.

Prima che di Sanders, MVP della manifestazione, e Cinciarini, che avrebbe meritato perlomeno a pari merito questo riconoscimento per quanto fatto vedere nell’arco dei tre giorni, questa è stata la vittoria di coach Repesa, capace tra le mille difficoltà (pre-stagione inesistente, infortuni e partite con uomini contati) di questa prima parte abbondante di stagione di arrivare al primo vero appuntamento con una squadra  e un gruppo di giocatori disposti a tutto pur di arrivare all’obiettivo. Una squadra che purtroppo ha ancora il vizio di concedersi dei pericolosissimi black out, anche nei momenti in cui ha l’inerzia dalla sua parte , ma che dimostra di aver sempre la voglia di lottare e di non mollare mai.

Per NBA Passion,
Gio Rid

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