Alessandro Dalla Salda è un uomo di pallacanestro. Questo non lo scopriamo oggi.
I suoi 27 anni di carriera, con club di un certo spessore come Virtus Segafredo Bologna o UnaHotels Reggio Emilia, illuminano sulle prossime manovre da eseguire. E non c’è cosa migliore per la squadra in cui lavora al momento, il Napoli Basket.
“Se sei felice, la gara la aggredisci” aveva detto. E lo slogan non fa una grinza. Equilibrio e serenità sono i due paletti da cui l’amministratore napoletano vuole ripartire, per diagnosticare i problemi della squadra e proporre le giuste soluzioni.
Quattro ko di fila, contro squadre anche poco quotate come Estra Pistoia e Vanoli Cremona, certificano il disagio evidente del team partenopeo. Una crisi che non inizia oggi. Perché inizia addirittura dal post vittoria della Coppa Italia, quindi da febbraio. In più, nel club sembra dilagare la delusione per il mancato arrivo di un title sponsor.
Ma Dalla Salda non si scoraggia. Anzi, ha recentemente parlato ai quotidiani campani del difficile inizio di stagione. Innanzitutto, mettiamo in chiaro una cosa: coach Igor Milicic non è in discussione. Ma di mercato se ne parla ancora, perché il club azzurro vuole due rinforzi. Il primo sarà Erick Green, come confermato dallo stesso amministratore delegato, che riconosce gli errori commessi sul mercato. Riportiamo qui di seguito le sue dichiarazioni.
IL MERCATO – “Forse ne abbiamo fatte troppe, di scommesse, e tutte insieme. Ci siamo sentiti in grado di poter osare dopo la Coppa Italia e abbiamo sbagliato. Ora dobbiamo rimediare. Facciamo mea culpa, forse abbiamo peccato di presunzione. Ora dobbiamo puntare alla salvezza ed evitare la retrocessione”.
LE DIFFICOLTÀ – “La situazione è complicata, sia dal punto di vista dei risultati sia per quello che stiamo proponendo in campo. Ma non è compromessa, soprattutto in base all’obiettivo di inizio stagione. Sbaglia chi pensa che potevamo volare più alto. Il budget è lo stesso dello scorso anno e abbiamo dovuto rifare la squadra, volente o nolente. Abbiamo deciso di cambiare e puntare su un team più giovane e profondo, per un sistema che voleva essere improntato sulla difesa. Prendiamo atto del fatto che finora non ha funzionato. C’è mancanza di personalità e qualità, che ha bloccato lo sviluppo del gioco. Una buona parte della difficoltà l’ha fatta anche l’infortunio di Kevin Pangos. C’è un sentimento negativo, squadra senza entusiasmo, che ha perso sempre allo stesso modo. Ora testa alla salvezza. Ma serve umiltà, i punti non arrivano solo perché ti chiami Napoli”.
LE PROSSIME MOSSE – “L’esperienza mi dice che nove volte su dieci cambiare non porta a niente. Ho cercato di dare tranquillità ed energia ai professionisti che lavorano per il club, facendogli capire che così non andiamo avanti ed è inutile sbatterci la testa. La squadra manca in personalità e qualità, che è quello che stavamo cercando sul mercato. Servivano due giocatori, un esterno e un lungo con queste caratteristiche. A Milicic metteremo a disposizione una squadra migliore. Lui di certo deve ricalibrarsi, come tutti noi. Il primo step è recuperare Pangos, poi mettere in organico i due nuovi”.
I RINFORZI – “Il reset ci ha imposto una nuova calibrazione, che non ha portato a dei progressi. Abbiamo cambiato i connotati della squadra e abbiamo voluto puntare sulla coralità, ma tutto ciò non ha rappresentato quel valore aggiunto che ci aspettavamo. Il nostro direttore tecnico, Pedro Llompart ha sollevato delle perplessità e ci ha chiesto un paio di giocatori, in tempi molto brevi. Erick Green lo abbiamo voluto fortemente. Possiamo fare meglio di così”.
LO SPONSOR – “Nessuno si è fatto avanti in maniera concreta nonostante noi militiamo in serie A1 da 4 anni e a febbraio abbiamo vinto una Coppa Italia. Forse chi potrebbe è spaventato dall’investimento. È però vero che abbiamo rilevato un progresso nelle sponsorizzazioni minori. I ricavi stanno crescendo, gli abbonamenti sono di più rispetto all’anno scorso. Manca il salto di qualità che solo una grande azienda può dare”.