Se esattamente un anno fa il Banco di Sardegna Sassari tornava vittorioso da Bari con il trofeo in mano, nell’edizione 2020 della Supercoppa si deve accontentare della semifinale, eliminata da un’affamatissima Virtus Bologna in cerca del suo primo titolo nel massimo campionato dopo ben 18 anni di digiuno.
Per quanto il bottino, considerando l’esito dell’anno scorso, possa sembrare magro, in realtà gli isolani non hanno affatto sfigurato, offrendo performance all’altezza e ricevendo risposte positive da diversi suoi uomini, molti dei quali al debutto in terra sarda.
Analisi del torneo del Banco di Sardegna Sassari
È proprio nell’isola, precisamente nel villaggio olbiese “GeoVillage” (scelto dalla lega per motivi logistici) che la squadra del presidente Stefano Sardara ha conquistato l’accesso alla fase finale, capeggiando il girone D con l’Happy Casa Brindisi, la Carpegna Prosciutto Pesaro e il “materasso” Virtus Roma, che ha preso parte al torneo formalmente, ma non di fatto dal momento che il roster non era ancora completo.
Nelle gare contro le suddette squadre la dinamo ha realizzato uno score di 4 vittorie e 2 sconfitte, risultando il miglior attacco del raggruppamento. È seconda, invece, nella classifica assoluta con la bellezza di 93,8 punti di media. Meglio di lei solo l’Olimpia Milano, che vanta lo spaventoso dato di 96 punti per gara.
A confronto degli scorsi anni, in cui la Dinamo aveva pochi eguali nel gioco dentro il pitturato, la versione 2020/2021 è più perimetrale. L’arma piú letale dei sardi è sembrata infatti il tiro dalla lunga distanza, con una percentuale nella fase a gironi del 42,6%. Leggendo queste cifre sorge spontaneo il paragone con la storica Dinamo di Meo Sacchetti, autore del triplete nazionale datato 2015.
Dati notevoli, che i sardi però non hanno saputo confermare nella partita di ieri sera: 22.6% la percentuale della statistica del tiro da tre punti, poco più della metà di quanto fatto ad Olbia.
Sin dai primi minuti gli uomini di Pozzecco sono sembrati piuttosto imprecisi al tiro da fuori. Tuttavia, le difficoltà su questo fondamentale sono state mascherate da un abile gioco interno e presenza a rimbalzo per ben tre quarti di gioco. In seguito il calo nell’ultimo periodo, che ha permesso alla squadra di casa di strappare il ticket per la finale.
A giustificare in parte la sconfitta dei sardi è stato l’handicap delle rotazioni, molto meno profonde di quelle a disposizione di Djordjevic. Orfano di Stefano Gentile e con un Tillman indietro di condizione, coach Pozzecco ha di fatto ruotato 7 uomini, concedendo ben 11 minuti al capitano Jack Devecchi.
Possiamo definire fisiologico quindi il black-out nella parte finale della partita, con ben 4 giocatori che sono stati in campo per più di 30 minuti.
Tornando ad analizzare il torneo complessivo, punti fermi per la compagine sarda sono i confermatissimi Spissu e Bilan, fari dell’attacco bianco-blu in questa Supercoppa 2020.
Il primo sembra aver raggiunto la sua piena maturità e saprà gestire bene le chiavi della regia per questa stagione. Il croato, invece, si conferma uno dei centri migliori del nostro campionato, dotato di un’invidiabile stazza fisica e di un alto livello di QI cestistico.
Spesso sostanziose le prove dell’americano Burnell, positivo ma non troppo costante, invece, il rendimento di Pusica e Bendzius.
Tillman naturalmente rimandato, aspettando che raggiunga la piena forma fisica.
Insomma, quella vista in questa Supercoppa è una Dinamo molto diversa rispetto a quella dello scorso anno, costruita su una filosofia di gioco differente e che ha cambiato molti interpreti. Forse meno vicina sulla carta al terzetto Milano-Venzia-Virtus Bologna rispetto al 2019/2020, tuttavia potrà dire la sua nelle zone alte della classifica. Con ogni probabilità prenderà parte alla post-season e si giocherà le sue carte nella lotta scudetto.