La chiamano A2, ma non ci crediamo più. Non ci crediamo più perché tanta è tale è la tradizione che scenderà in campo nel 2016/2017 che facciamo fatica a collocare questa categoria sotto la A. La porta che conduce verso la luce, verso il massimo campionato, è stretta. Ne resterà una sola, tocca mutarsi in highlander. L’arancia, i cavallier, l’arme, gli amori, gli arbitri e i palazzetti noi cantiamo.
A2 Est: una poltrona per tre
Se un viaggiatore del tempo dall’inizio millennio arrivasse qui, non ci crederebbe. Treviso, Fortitudo e Virtus sono le tre squadre che hanno fatto gli anni ’90 e la parte iniziale di quello attuale trascorso: tra il ’92 e il 2006 hanno vinto dodici scudetti (Milano e Varese le corsare) e sono arrivate in finale altrettante volte. Gli scontri diretti sono stati nove: tra virtussini e veneti nel ’93 e nel ’95, i derby nel ’98 e nel 2001, mentre quelle tra fortitudini e benenottiani sono state le battaglie più frequenti, ben cinque (1997, 2000, 2002, 2003, 2006). E restiamo solo al campionato, perché la Coppa Italia regala altri dati da aggiungere.
Tre società che hanno lasciato il segno e che ora hanno un sogno chiamato Serie A, perché il lignaggio quello impone per forza di cose. Le prime due vengono da un anno strepitoso. I trevigiani erano dati per favoriti nella corsa alla promozione, tra l’altro guidati da un Pillastrini che è scuola Fortitudo e nella carriera è passato anche in Virtus. Il salto in alto non è riuscito, proprio perché si è messa di mezzo mamma Effe che con cuore e grinta ha avuto la meglio sui biancoazzurri (nuovo colore sociale dopo il biancoverde) targati De’ Longhi. Dalla semifinale playoff comunque ripartono, ispirati da Fantinelli e da un Moretti che finora ha dimostrato di saper reggere non solo il cognome, ma anche la categoria. Confermati gli ottimi Negri e Rinaldi l’innesto di Andrea Saccaggi darà pericolosità sul perimetro. La stessa che garantirà anche Montano alla Fortitudo e il neo-acquisto Roberts, che saranno innescati dalla baby stella Candi e che sotto le plance saranno accompagnati dalla solidità di Mancinelli e Knox.
C’è poi il capitolo Virtus, rocambolescamente retrocessa dalla A e, nonostante le dichiarazioni siano state all’insegna del basso profilo, anche ambiziosa. Lo dimostra il mercato che ha visto approdare Ndoja, Rosselli, e Michelori, che dovranno accudire i giovani Penna, Oxilia e Petrovic. Il primo, play, lo vedemmo al torneo under-17 “Bruna Malaguti” del 2014 sfidarsi in finale contro Davide Moretti allora alla Stella Azzurra, che fece prodigi non solo in quella partita ma in tutta la manifestazione. La curiosità è proprio questa: le tre favorite di questo girone sono accomunate dall’avere tra le proprie fila un regista giovane per ciascuna, e ragionando in chiave azzurra questo ci conforta.
La concorrenza delle Magnifiche Tre parla soprattutto veneto-giuliano. Verona punta finalmente a salire dopo l’annata insoddisfacente, e gli ingaggi di Portannese, Deliegro e Pini ne fanno una concorrente temibile, così come Trieste affiancherà Javonte Green a Pecile e Parks per tentare l’uppercut alle favorite. Occhio poi a Udine: allenata da Lino Lardo, che resta uno dei coach più esperti ed intelligenti del nostro basket, i friulani hanno mantenuto l’organico dell’anno passato dotandosi dei centimetri di Cuccarolo, che con Vanuzzo formerà una front-line di tutto rispetto per questo livello.
Mentre Mantova e Ravenna potrebbero patire invece i rispettivi roster rivoluzionati, chi ha scelto la strada della continuità come Forlì e Jesi con le conferme di numerosi elementi già presenti si candidano al ruolo di mine vaganti, così come è tutto da vedere il ruolo che potrà ricoprire l’Assigeco Ucc Piacenza, progetto che ha visto fondersi gli emiliani e Casalpusterlengo. Da una parte all’altra della regione, Imola e Ferrara hanno avuto molti arrivi a fronte di risicate conferme. Scendendo un po’, è interessante il progetto di Recanati che ha inserito molti giovani e un paio di bussole: Ruini, Pierini e Sorrentino in campo, e Marco Calvani in panchina. Sì, quello che l’anno scorso allenava gli allora campioni d’Italia di Sassari, e che nel 2013 ha portato in finale la Virtus Roma. Misteri gaudiosi del basket.
Le abruzzesi, ultime ma non per questo meno importanti. Chieti ha chiuso la rosa velocemente e malgrado sia molto cambiata può fare bene (Hansbrouck per la categoria è un mammasantissima), mentre Roseto deve inserire buona parte delle tessere del proprio puzzle.
A2 Ovest: per chi insegue la campana
Scafati. Inteso come nome proprio del comune vicino a Napoli, ma anche aggettivo, sinonimo di “esperti”. I gialloblù hanno concluso la loro annata contro la Fortitudo, ma le ambizioni restano alte. C’è voglia di ritornare in Serie A nove anni dopo l’ultimo assaggio, sempre con Aniello Longobardi alla presidenza. Per questo la dirigenza ha allestito un roster all’altezza degli obiettivi: Fantoni porta mestiere e preziosa fisicità sotto il vetro, Derek Williams nella A turca era uno che spostava gli equilibri in termini di punti e assist. Loro due, insieme all’altro lungo Baldassarre saranno i fari a cui dovranno guardare i giovani che li circondano, i vari Santiangeli, Fisher, Perez, Crow, Di Palma, Matrone).
Le principali opposizioni a Scafati hanno i colori rossoblù e sono piemontesi. Si tratta di Biella e della Junior Casale rispettivamente: per l’Angelico, Tessitori e Udom portano tonnellaggio ad un gruppo che è stato sostanzialmente confermato per intero che ha in Venuto, Ferguson e Hall i suoi cardini, mentre la Novipiù si è rifatta il motore affiancando la guardia nigeriana Emegano e all’esperto di Di Bella, e ha trovato un riferimento sotto canestro in Tolbert, raccomandato addirittura da Larry Brown. Con le conferme di Tomassini, Blizzard, Natali e Martinoni, Casale ha la possibilità concreta di lottare per il vertice.
Il manipolo di possibili sorprese è variegato. Si parte con Trapani, che ma messo accanto al play Mays uno scorer come Scott, assicurandosi ancora l’abilità di Filloy, Renzi e Ganeto. La corregionale Agrigento che nel 2015 fu antagonista mai doma della Auxilium Torino nella corsa alla A, Ciani ha in Piazza il suo braccio in campo, e Bucci ed Evangelisti conoscono la categoria, così come Gigli per Ferentino, che non sa ancora se vedrà tornare l’ex compagno di nazionale Bulleri, ma intanto con Imbrò formerà un pericoloso duo di ex virtussini. Siena ha riportato a casa coach Griccioli e ottenuto i servigi di Flamini, Tavernari e Saccaggi, tre che potranno fare la differenza, mentre Casini ed Eliantonio saranno invece le chiavi di una Rieti che sta costruendo pian piano il proprio solido futuro, e la conferma di Pepper è un segnale rassicurante. L’Eurobasket Roma, appena salita dalla B, ha la chance un’altra discreta mina vagante: coach Bonora ha ancora Stanic e ha acquisito Deloach, Malaventura e i di certo utili 212 centimetri di Vangelov.
Sul fronte salvezza, Agropoli è ancora un cantiere aperto e quindi tocca aspettare per darne una valutazione più completa, Legnano ha lo stesso nucleo che l’anno scorso è arrivato terzultimo (più Ihedioha e Mosley) mentre Reggio Calabria ha il problema inverso, ovvero ha rifatto il roster quasi per intero, cambiando anche coach (Frates è stato sostituito da Paternoster, da un coach con cognome latino a un altro). Treviglio ha in Marino e Sorokas le punte di diamante, e questo l’anno scorso è bastato per concludere il campionato in posizione tranquilla. Il desiderio, in Lombardia così come a Latina, è quello di ripetere una stagione regolare senza troppi patimenti, e in quest’ultimo caso gli acquisti di Rullo e Poletti sono un buon inizio. Tortona resta un’ altra discreta incognita, dato che ha chiuso il 2016 in terza posizione ad Ovest ma sono rimasti solo Reati e Garri.
Vedremo cosa accadrà, ma intanto le premesse sono incoraggianti, soprattutto perché in quanto a interesse paradossalmente ne suscita più la A2 che la A (qualcuno ha dubbi sul fatto che la scudettata avrà ancora tinte biancorosse?). Così, mentre si aspetta l’esito della vicenda legata al ricorso della Virtus Roma, gli appassionati sono pronti a godersi un campionato che farà una sola regina e lascerà le altre frustrate principesse.