In un’intervista concessa a L’Equipe, Tony Parker, presidente dell’Asvel Villeurbanne, si è lanciato in dichiarazioni estremamente dure nei confronti di Gianmarco Pozzecco. Nella giornata di ieri, sabato 6 gennaio, Pozzecco è stato licenziato dal ruolo di capo allenatore dei francesi e il suo ex presidente ha voluto spiegare le sue motivazioni attaccando duramente il Poz.
Queste una parte delle dichiarazioni rilasciate dall’ex stella dei San Antonio Spurs sull’avventura dell’attuale coach della nazionale italiana in merito alla sua avventura all’Asvel: “Sapevamo da due o tre settimane che le cose non potevano proseguire. Abbiamo corso il rischio di ingaggiare qualcuno che non conoscevamo e che non era la mia prima scelta. Tutti sanno che volevamo Gordon Herbert ma abbiamo dovuto prendere un coach che era disponibile perché non c’erano molte persone sul mercato” spiega il presidente del Villeurbanne.
“Quando dopo due settimane mi disse che voleva una squadra più compatta, con undici, dodici giocatori di cui avrebbero giocato davvero otto o nove, e che De Colo avrebbe giocato tutte le partite del campionato, capì che non avrebbe potuto funzionare. Nessun club di Eurolega gioca così. È irrealistico e semplicemente impossibile giocare tre partite a settimana con nove giocatori” prosegue Parker.
L’ex NBA, inoltre, ha criticato anche l’atteggiamento di Pozzecco e le sue scelte: “Poi il suo atteggiamento è diventato sempre più negativo, aveva difficoltà a motivare i giocatori e loro, poco a poco, non credevano più in lui. Inoltre, aveva deciso di non far giocare i nostri prospetti. Non voglio più allenatori che operano in questo modo, questa non è la nostra filosofia.”
“Sono molto, molto deluso dalla sua prestazione e dalla gestione della squadra. Soprattutto, da agonista, non capisco come ci si possa arrendere dopo un mese e mezzo come ha fatto lui. Alla fine l‘ho contattato, ho parlato con lui. Ma ho visto che non se ne sarebbe andato da solo. Non avrebbe lasciato soldi sul tavolo. Sono affari. Quindi abbiamo raggiunto un accordo il giorno dopo la vittoria di Kaunas. Gli abbiamo dato un anno di contratto. I suoi altri due anni dipendevano da una clausola. Sapevamo che stavamo correndo un rischio, non avremmo firmato un allenatore che non era la nostra prima scelta per tre anni senza via d’uscita” conclude Parker.