Nei quarti di finale contro l’altra rivelazione del torneo, la Lettonia, coach Kokoskov modifica leggermente il quintetto rispetto alle uscite precedenti. Accanto a Dragic in regia, Doncic in ala e Vidmar sotto canestro partono infatti Cancar come guardia Randolph come secondo mobile. Non è inoltre il solo accorgimento, in quanto il tecnico serbo decide di squadernare la difesa a zona 2-3 sin dal primo minuto, verosimilmente per contrastare la stazza fisica imponente del team in maglia granata.
I baltici iniziano martellando il canestro con continuità, forti di una diffusa pericolosità al tiro, a cui aggiungono un contropiede fin da subito pungente. L’unica arma che davvero differenzia le due compagini, che per il resto scelgono di affidarsi a passaggi rapidi fuori dal perimetro per disequilibrare la difesa avversaria, per poi cercare la penetrazione nello spazio meno sguarnito e lo scarico fuori.
Piovono tiri da tre, spesso a bersaglio, ad inizio match per le due contendenti, con Dragic a rispondere a un Timma in trance agonistica. Per la Slovenia, però, allo stesso tempo Vidmar è un punto di riferimento non indifferente nel pitturato. Viene infatti spesso cercato nel cuore dell’area per giochi alto-basso, e la sua rapidità di movimento e di passaggio gli permette di concludere da sé o di restituire la palla ai compagni appostati fuori dall’arco. Uno di questi è Randolph, che in difesa soffre la mano educata di Porzingis, ma dall’altra parte risponde colpo su colpo.
Man mano è la Slovenia a venire fuori: a due liberi e una tripla di Doncic segue la stessa sequenza con Dragic come autore, facendo registrare un +15. La Lettonia in quel momento ha un moto d’orgoglio e, sempre dopo due punti dalla linea della carità e un tiro pesante, fa in modo di non uscire troppo presto dal match. A due secondi dalla fine Prepelic fa due su due, Dairis Bertans segnerebbe anche una Ave Maria poco oltre la metà campo, ma il tiro lascia le sue mani dopo il suono della sirena, così si va al primo intervallo sul 34-23 per l’armata verde.
Per il secondo parziale Kokoskov rimescola le carte, mandando in campo Nikolic, Blazic, Muric e Dimec: il platoon system mitteleuropeo costruisce buoni giochi che vanno a segno, ma nulla può contro il momento magico dell’Unicorno, con il risultato che dalla panchina del Tricorno si alzano diversi titolari. Tra questi Dragic, che, malgrado marcato e in mezzo all’area, infila il proprio quindicesimo punto della serata a neanche metà tempo, presto raggiunto però da Porzingis.
Il match a questo punto diventa un elastico, con la Slovenia che segna frequentemente ma va prestissimo in bonus, mentre la Lettonia si riavvicina pericolosamente, restando però sempre a due possessi circa di distanza. A rispondere al lungo baltico è Doncic, che decide diverse di sfidare direttamente il pericoloso avversario, rispondendo all’altezza con la stazza e l’agilità negli spazi stretti.
Questo mismatch colma la lacuna, mandando anche la Lettonia in bonus, a due minuti dalla fine. Due minuti che sono ricchi di emozioni: Zagorac commette fallo sulla tripla a bersaglio di Davis Bertans, confezionando un gioco da quattro punti. Con un solo punto di vantaggio, lo stesso lungo sloveno sbraccia troppo e commette fallo in attacco, Muric spende una penalità su Dairis Bertans e Doncic prende tecnico, per cui la Slovenia passa sotto -1, che diventa -3 quando Timma prende posizione sotto le plance contro il Golden Boy e appoggia a canestro. Prepelic a quel punto si guadagna un fallo e converte, i bianco-verdi pressano a tutto campo ma Blums riesce ugualmente a ricevere fuori dal perimetro e segnare. Doncic questa volta non riesce a replicare, e alla pausa lunga il punteggio dice 55-51 per i granata.
Al rientro coach Kokoskov conferma il quintetto iniziale. Il pareggio è tutto opera di Randolph, mentre in attacco la Lettonia sembra faticare, soprattutto a ritrovare la via della retina. Vidmar si conferma ancora un problema per i dirimpettai, così come Dragic: è proprio dal pick&roll dei due che Cancar può infilare il canestro che restituisce un vantaggio di due possessi, che diventano tre quasi pieni quando il play di Lubiana penetra e serve Doncic con un passaggio dietro la schiena per l’inchiodata.
Il parziale favorevole per i mitteleuropei si allarga attacco dopo attacco, soprattutto grazie alla conduzione del proprio fosforo, mentre i lettoni restano attaccati alla partita andando dai propri lunghi. Ma proprio da qui arriva la mazzata: su un rimbalzo difensivo sotto le plance slovene, Doncic guadagna una posizione ottima, Porzingis lo contrasta e si vede fischiato il quarto fallo della serata, che vuol dire anche bonus per gli uomini di coach Bagatskis, oltre che per la Slovenia.
Diversi dei lettoni più importanti hanno tre falli, mentre la rotazione della panchina bianco-verde ha mantenuto in partita diversi elementi fondamentali, facendo sì che tutti siano coinvolti. Prova ne sia la flessibilità del proprio attacco, che alterna penetrazioni a giochi fuori-dentro e dentro-fuori che vedono coinvolto un Vidmar granitico in retroguardia e dinamico nella metà campo avversaria. Il canestro a fil di sirena di Smits dopo un rimbalzo offensivo sigilla i 76-66 con cui l’incontro svolta l’ultima curva.
La coppia di lunghi dei mitteleuropei è quella che segna l’inizio del match: alla tripla di Randolph seguono le due stoppate di Vidmar, una delle quali conduce al fallo tecnico di Dairis Bertans per proteste. Il terrore portato dal centro trova momentanea pausa nel momento in cui quest’ultimo commette il suo quarto fallo, anche se al suo posto entra Doncic. Rientra anche Porzingis, che rimette i suoi sui binari giusti, insieme a Davis Bertans, mentre è il fratello Daris a siglare il -2.
In questo momento Dragic riprende il suo posto in campo, agendo a volte da guardia con Doncic ad amministrare l’offensiva, quando non è lui a segnare, magari qualche tiro impossibile dei suoi. Non è, in ogni caso, una partita per le difese, non per mancanza di qualità ma per effettiva qualità sciorinata da due attacchi floridi. Vidmar commette il suo quinto fallo su una bimane mancata da Porzingis, così coach Kokoskov decide di proseguire con due lunghi leggeri, ovvero Randolph e Muric, puntando sulla mobilità.
Dall’altra parte però c’è ancora l’Unicorno, che non ha solo fisicità ma anche tiro mortifero, come dimostra la tripla che dà il -1 alla Lettonia a un minuto e mezzo dalla fine. Il vantaggio della Slovenia si rimpolpa però a causa di due errori di Davis Bertans, che prima, a bonus esaurito, fa fallo su Muric che infila i due liberi, e poi non completa la schiacciata, dando origine all’attacco che si conclude con il sottomano di Dragic.
L’imponenza di Porzingis è ancora incontenibile per il meno fisicato Randolph, ma il quinto fallo di Bertans manda in lunetta Doncic per due liberi entrambi a bersaglio, che nel duello personale tra le due giovani star è quello che prevale. Sull’ultimo attacco a disposizione per i suoi Porzingis manda a vuoto Randolph, ma la tripla che renderebbe di un solo possesso il margine tra le due compagini viene risputata dal ferro, e il conseguente fallo su Doncic porta ancora in dote due liberi che il talento del Real Madrid converte.
La tripla di Davis Bertans a sette secondi dalla sirena è l’anticamera di uno scontro verbale tra Randolph e Porzingis, che coinvolge entrambe le compagini e si protrae per diversi minuti. La contesa avrebbe ancora qualcosa da dire, ma Prepelic chiude i giochi: dalla linea della carità sigla il 103-97 che tale rimane, in quanto l’ultima tripla lettone trova il tabellone ma non il ferro, consegnando alla Slovenia la sua seconda semifinale.