Home Basket femminile WNBA Expansion Draft: cosa c’è da sapere sull’evento che cambierà la lega

WNBA Expansion Draft: cosa c’è da sapere sull’evento che cambierà la lega

di Carmen Apadula

Le Golden State Valkyries esordiranno in WNBA nel 2025. È certamente ancora presto per iniziare a parlare della stagione in sé, certo. Ma la preparazione inizierà subito, in quanto già domani avrà luogo un evento molto importante in quest’ottica.

La squadra costruirà il suo primo roster, dopo aver già ottenuto (forte anche della tradizione cestistica della città) un grande sostegno dai tifosi, fino a registrare un record di 20.000 abbonamenti. Questo evento, dunque segnerà un momento cruciale per l’espansione e per il futuro della WNBA.

Insomma, avrà luogo il WNBA Expansion Draft 2024. Le Valkyries potranno selezionare fino a 12 giocatrici degli altri team della lega. Sebbene non siano attese superstar tra le selezionate, la squadra potrà puntare su un mix di giovani promesse e veterane esperte. Ma come?

Andiamo quindi a vedere cos’è un Expansion Draft, come funziona e quali sono le regole dell’evento di domani.

“Draft d’espansione”: cos’è e come funziona

Un Expansion Draft, o “Draft d’espansione”, è un evento tipico delle leghe sportive professionistiche, soprattutto (chiaramente) in Nord America. Solitamente, si può verificare all’interno di campionati chiusi, quando una lega decide di introdurre una o più nuove squadre, chiamate appunto “franchigie di espansione”. Le regole possono variare in base alla lega interessata e in base all’occasione. II procedimento, però, segue spesso e volentieri un modello comune

Le squadre già esistenti hanno la possibilità di “proteggere” un determinato numero di giocatori o giocatrici già sotto contratto, fornendo un elenco all’ufficio della lega, entro una scadenza prestabilita. Le squadre di espansione possono quindi selezionare giocatori o giocatrici che non siano inclusi nelle liste protette, in un processo simile a un classico Draft d’ingresso. In genere, esiste anche un limite per quanto riguarda il numero di atleti che una squadra può perdere senza ricevere un compenso, come ad esempio una futura scelta per un futuro Draft.

Di solito, le squadre proteggono i giocatori più preziosi per mantenere la competitività del movimento. Di conseguenza, le franchigie di espansione si trovano a scegliere tra giocatori meno desiderati: atleti più anziani, magari qualcosa di più soggetto ad infortuni, chi produce performance sotto le aspettative o, ancora, atleti con contratti onerosi che le squadre vogliono eliminare dal proprio bilancio. Questo porta i vari Expansion Teams ad essere spesso poco competitivi nei loro primi anni di attività. Tuttavia, l’introduzione del sistema dei free agent ha parzialmente cambiato questo scenario.

Un esempio significativo di giocatore di alto livello lasciato disponibile in un Draft d’espansione è quello di Marc-André Fleury, ben 3 volte vincitore della Stanley Cup con i Pittsburgh Penguins. Fleury è stato selezionato dai Vegas Golden Knights durante l’NHL Expansion Draft 2017, dopo che i Penguins lo avevano reso sacrificabile a causa della rapida ascesa del giovane portiere Matt Murray.

Ci sono infatti alcuni casi in cui le leghe possono modificare le regole del Draft per favorire la competitività immediata della nuova squadra, specialmente se l’espansione ha obiettivi commerciali rilevanti.

Le franchigie d’espansione tendono comunque a costruire squadre temporanee, utili fino a quando non si riesce a sviluppare talenti propri. In alcuni casi, però, i giocatori o giocatrici scartati dalle loro vecchie squadre riescono ad eccellere nel nuovo contesto, emergendo come stelle anche per la prima volta nella propria carriera.

Un processo simile si può verificare, al contrario, anche quando una franchigia già esistente viene sciolta. I giocatori contrattualizzati diventano quindi disponibili per le altre squadre tramite un sistema inverso chiamato Dispersal Draft.

L’Espansion Draft in NBA: quando si è verificato e come è andata

Ma veniamo alla pallacanestro. Nella storia della NBA si sono tenuti ben 11 Draft d’espansione. L’ultimo dei quali risale al 2004, anno in cui gli Charlotte Bobcats (oggi Charlotte Hornets) sono diventati la trentesima squadra della lega, per farla diventare quella che conosciamo e seguiamo oggi.

In quell’occasione, i Bobcats selezionarono 19 giocatori, su un massimo di 29. Si concentrarono, in particolare, sui restricted free agent, ma solo uno di essi rifirmò con la squadra in seguito. I Bobcats negoziarono anche numerosi scambi, uno su tutti quello con i Los Angeles Clippers, per ottenere la seconda scelta assoluta al Draft di quell’anno.

Nel 1995, invece, i Toronto Raptors e i Vancouver Grizzlies (oggi Memphis Grizzlies) alternarono le scelte tra i roster delle altre 27 squadre. Entrambe ricevettero poi delle posizioni di rilievo al Draft, ma non poterono concorrere per la prima scelta assoluta.

Per quanto riguarda la NBA, creare una nuova squadra prevede un percorso più lungo e complesso rispetto alla controparte femminile, molto più soggetta a cambiamenti ed evoluzioni. Si passa attraverso vari step.

Innanzitutto serve una solida base finanziaria, fornita da investitori privati, gruppi o singoli proprietari, per coprire costi iniziali e operazioni a lungo termine. Una franchigia può essere ottenuta tramite un’espansione approvata dalla lega o acquistando una squadra esistente, previa negoziazione con l’attuale proprietario e approvazione della NBA. Nel caso di un’espansione, bisogna presentare alla lega un piano dettagliato con aspetti finanziari, proiezioni di mercato, una sede e altre informazioni rilevanti. La lega valuta i fattori economici, la stabilità finanziaria, l’arena proposta e il potenziale successo della squadra, decidendo se accettare la nuova franchigia. Dopo l’approvazione, si deve formare una squadra, assumere staff tecnico e amministrativo, e costruire una struttura operativa. È spesso necessario costruire o rinnovare un’arena, per le partite e le attività della squadra. Infine, il nuovo team partecipa al Draft, firma giocatori e si prepara a competere, rispettando le regole e i requisiti della NBA.

Il Draft d’espansione è quindi un processo che consente alle nuove squadre di selezionare un numero limitato di giocatori dai roster delle franchigie esistenti, aiutandole a costruire un team competitivo fin dall’inizio.

Anche qui, ogni squadra esistente presenta una lista di giocatori non protetti, da cui le nuove franchigie possono scegliere. Questi giocatori sono spesso quelli meno centrali nei piani futuri della squadra. Nello specifico, per quanto concerne la NBA, le squadre possono proteggere fino a 8 giocatori sotto contratto, lasciandone almeno uno scoperto. Giocatori con meno di 2 anni di esperienza in NBA sono automaticamente esenti. Le nuove squadre scelgono poi alternativamente i giocatori, fino a raggiungere il numero richiesto. Una franchigia esistente può perdere al massimo un giocatore. Se un atleta selezionato ha un’opzione contrattuale per diventare free agent, la nuova squadra rischia di perderlo senza compensi in caso di rifiuto dell’opzione. Se una squadra seleziona invece un restricted free agent, questo diventa automaticamente un unrestricted free agent e non può tornare alla squadra originale. I giocatori con contratti indesiderati vengono spesso lasciati senza protezione. Una franchigia di espansione può quindi accettare di selezionarli in cambio di benefici futuri. La nuova franchigia inizia inoltre con un tetto salariale ridotto per i primi 2 anni: il 66.7% del tetto standard nel primo anno e l’80% nel secondo.

Con la NBA pronta a considerare l’aggiunta di nuove franchigie, siccome il Commissioner Adam Silver ha spesso menzionato Las Vegas e Seattle come potenziali nuove sedi, è probabile che vengano applicate delle regole simili a quelle sopra citate per garantire equilibrio competitivo. Ogni decisione, dal tetto salariale ai criteri per la protezione dei giocatori, sarà fondamentale per stabilire il successo delle nuove squadre fin dal loro ingresso nella lega.

L’imminente caso WNBA: chi giocherà per le Golden State Valkyries?

Anche la WNBA ha quindi tenuto conto di tutto questo, mentre si preparava a dare il benvenuto alla tredicesima franchigia, le Valkyries. Con Ohemaa Nyanin come direttrice generale e Natalie Nakase come capo allenatrice, le Valkyries hanno già una base organizzativa solida, ma nessuna giocatrice. Per il momento. Ma tutto cambierà da domani.

Come già detto in precedenza, il team potrà selezionare un numero limitato di giocatrici non protette dalle altre 12 squadre della WNBA. Ogni franchigia esistente può proteggere fino a 6 giocatrici, compresi i contratti in scadenza per i quali detiene i diritti. Le liste protette, che sono state presentate entro il 25 novembre, non sono state (né saranno) rese pubbliche.

Golden State potrà scegliere fino a 12 giocatrici, ma ci sono alcune limitazioni In particolare: solo una giocatrice che diventerà unrestricted free agent dopo la stagione 2024 può essere selezionata, e non possono essere selezionate giocatrici designate come “core” per 2 o più stagioni consecutive (ad esempio, Nneka Ogwumike o Brittney Griner).

Tra i potenziali obiettivi del team, in ottica Expansion Draft, ci sono giocatrici come: Haley Jones (Atlanta Dream), Dana Evans (Chicago Sky), Kayla Thornton (New York Liberty) o Alissa Pili (Minnesota Lynx). Anche veterane di grande esperienza, come Courtney Vandersloot e Elena Delle Donne, potrebbero essere scelte per dare leadership alla squadra.

Alla franchigia è stato inoltre permesso effettuare scambi con le altre squadre nel periodo intercorso tra la presentazione delle liste e l’Expansion Draft, offrendo flessibilità strategica.

Oltre al Draft d’espansione, le Valkyries parteciperanno al tradizionale WNBA Draft 2025, che si terrà ad aprile, ed è già stato reso noto che avranno la quinta scelta in tutti i turni. Questo mix di gioventù e talento potrebbe quindi essere molto utile a stabilire le fondamenta della squadra per gli anni a venire.

L’imminente rinnovo del contratto collettivo della WNBA rende poi strategici i contratti da rookie, che potrebbero rivelarsi particolarmente vantaggiosi con l’aumento previsto degli stipendi. Golden State potrebbe infatti puntare su giovani talenti per mantenere flessibilità salariale e garantire stabilità futura.

L’Expansion Draft 2024 segna quindi un momento cruciale per la WNBA, perché riflette la crescita della lega e l’entusiasmo dei tifosi. Le Valkyries hanno infatti già venduto 20.000 abbonamenti stagionali, un record vero e proprio per lo sport femminile. Questo entusiasmo potrebbe infatti tradursi in pressione (nel senso più positivo del termine) per costruire una squadra competitiva sin dal primo anno.

“Dal punto di vista competitivo, nessuno di noi GM attende questo momento con impazienza” ha ammesso Dan Padover, direttore generale delle Atlanta Dream. “Ma è sicuramente un grande passo per il futuro del campionato”.

Le Valkyries rappresentano molto di più di una semplice nuova squadra. Rappresentano un simbolo dell’evoluzione della WNBA. Ora, non resta che mantenersi sintonizzati per scoprire i nomi delle prime giocatrici che indosseranno la divisa di Golden State. La baia è pronta per un iniziare un nuovo capitolo del libro sul basket femminile. E voi?

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