Home Basket femminileWNBA, Women's National Basketball AssociationLas Vegas Aces WNBA, caso Hamby: presentata una denuncia a danno delle Las Vegas Aces

WNBA, caso Hamby: presentata una denuncia a danno delle Las Vegas Aces

di Carmen Apadula

Mesi dopo che la WNBA ha indagato sulle accuse rivolte alle Las Vegas Aces a causa della sua gravidanza, Dearica Hamby ha fatto causa alla lega e alla squadra.

La scorsa settimana, la giocatrice ha presentato una denuncia per discriminazione di genere alla Commissione per le Pari Opportunità.

La Hamby (che ora gioca per le Los Angeles Sparks) sostiene, nel deposito legale presso la Commissione per i Diritti Equivalenti del Nevada e l’EEOC, che la capo allenatrice delle Aces Becky Hammon l’ha accusata di aver firmato un’estensione contrattuale di 2 anni con la squadra l’anno scorso, nonostante già sapesse di essere incinta.

Sostiene inoltre che la squadra “ha iniziato a compiere ritorsioni contro di me e ha fatto sì che l’ambiente di lavoro diventasse irragionevolmente offensivo e ostile”, e che l’avrebbe anche incoraggiata ad evitare di rimanere incinta “per i prossimi 2 anni”.

Dopo che coach Hammon ha chiamato la Hamby per esporle i piani della squadra e per farle sapere dello scambio, la giocatrice sostiene di aver chiesto due volte alla sua allenatrice se lo scambio stesse per avvenire a causa della gravidanza, e che quest’ultima abbia risposto: ”Cosa vuoi che faccia?”.

La Hamby sostiene che le Aces si siano ritorte contro di lei anche in altri modi, ordinando ai cameraman di non mostrare le immagini di sua figlia sul videoboard, oppure che le sue ex compagne di squadra abbiano interrotto ogni tipo di comunicazione con lei dopo aver parlato delle proprie esperienze.

La giocatrice sostiene inoltre che la lega non ha indagato a fondo, non intervistando nessuna giocatrice delle Aces e non fornendole alcun “rimedio” dopo aver scoperto che il front office aveva violato le regole della lega.

Alla fine, la WNBA ha imposto una sanzione alle Aces (la perdita di una futura scelta al Draft) e ha sospeso coach Hammon per 2 partite.

A maggio, l’allenatrice ha smentito le affermazioni della Hamby, e ha dichiarato che la franchigia l’ha scambiata con le Sparks perché era la scelta migliore da compiere in quel momento.

“La gravidanza di Dearica non era un problema e non è mai stato il motivo per cui abbiamo deciso di scambiarla” aveva detto coach Hammon in quell’occasione. “Abbiamo preso questa decisione perché avevamo la possibilità di ottenere 3 nuove giocatrici grazie al suo contratto, e ne avevamo bisogno. Si trattava di affari, solo di questo. Niente di personale. Ho avuto un ottimo rapporto con lei, per tutto il tempo. Ecco perché probabilmente si è sentita come si è sentita. Però devo essere onesta: mi sembra un tradimento. Ma, come ho detto, è la parte schifosa del basket”.

Ma la denuncia della Hamby, e il fatto che abbia posto la lega come parte lesa, è un’escalation delle sue denunce pubbliche, oltre che un duro colpo per la WNBA, che si sta preparando ad espandersi.

La WNBA è stata spesso elogiata per il trattamento riservato alle proprie giocatrici in gravidanza, soprattutto dopo che nel 2020 uno storico CBA ha inserito il congedo di maternità a stipendio pieno, oltre a garantire alle neo-mamme degli appartamenti con 2 camere da letto e sussidi di vario tipo per la cura dei propri bambini. 

Però, i fatti dicono altro. 

Non a caso, Dearica Hamby non è l’unica giocatrice ad aver parlato di discriminazione di genere negli ultimi mesi. 

Skylar Diggins-Smith ha infatti parlato dell’impossibilità di utilizzare le strutture di allenamento delle Phoenix Mercury durante il proprio congedo di maternità, affermando che la squadra “non mi riconoscerà quest’anno”.

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