Nella partita del 10 luglio, A’ja Wilson ha messo in mostra tutta la sua grandezza.
La giocatrice ha chiuso il match con 20 punti, 20 rimbalzi, 4 stoppate e 3 palle rubate, nella vittoria per 84-79 contro le Seattle Storm. Il tutto, appena 3 giorni dopo aver messo a segno 28 punti e 10 rimbalzi contro le Dallas Wings.
La prestazione 20-20 della Wilson le ha conferito un traguardo importante. L’ha fatta entrare direttamente nei libri di storia della WNBA e delle Las Vegas Aces. Come se non fossimo tutti certi che prima o poi ci sarebbe entrata.
Nel bel mezzo di un periodo di dominio prolungato, può essere difficile mettere in prospettiva la grandezza di un giocatore. Nessuno vuole essere imprigionato in un momento, soprattutto se ciò può minare l’eredità di chi l’ha preceduto.
Ma non c’è motivo di preoccuparsi quando si parla di A’ja, che ha prepotentemente messo il suo nome tra quelli delle più grandi di tutti i tempi.
La Wilson sta vivendo una stagione che si preannuncia come una delle più belle della storia della WNBA.
È nella Top 5 della lega per punti, rimbalzi, stoppate e palle rubate a partita. Si trova comodamente al primo posto della classifica per punti e stoppate. L’attuale media realizzativa della giocatrice, pari a 26.9 punti a partita, le consente di stabilire il record all-time della WNBA.
Se dovesse mantenere il suo attuale livello di gioco ancora per un po’, diventerebbe la prima giocatrice nella storia delle Aces a vincere il titolo come prima in classifica per una statistica individuale. E inoltre vincerebbe, questo è poco ma sicuro, quello che molti hanno già considerato un terzo premio di MVP della regular season.
Se ciò dovesse accadere, si unirebbe a Lauren Jackson, Lisa Leslie e Sheryl Swoopes come le uniche giocatrici che hanno vinto per 3 volte un premio MVP nella storia della lega.
A’ja ha recentemente parlato anche delle motivazioni che la spingono a diventare MVP per la terza volta.
In un’intervista a First Take, ha ammesso che la principale forza trainante non è stata la vittoria del premio da parte di Breanna Stewart, ma piuttosto il voto che ha ricevuto, buono solo per il quarto posto.
“Non credo che la vittoria di Stewie sia la vera motivazione per me. Credo che la motivazione più importante per me, e probabilmente tutti lo sanno, sia quel quarto posto. È stata tutta la motivazione di cui avevo bisogno. Ma vedere che ho ottenuto solo il quarto posto mi ha fatto pensare che evidentemente devo lavorare di più” ha detto.
E, otre a prosperare individualmente, la Wilson ha già portato Las Vegas a vincere due anelli WNBA. Ha aiutato la sua squadra a vincere la Commisioner’s Cup nel 2022, ha vinto il premio di MVP delle Finals nel 2023 e ha portato le Aces in testa alla classifica nel 2024.
Inoltre, a meno di 20 giorni dall’apertura dei Giochi Olimpici del 2024, cresce quindi anche l’attesa attorno alla Nazionale femminile di pallacanestro.
La squadra maschile è composta da giocatori di tutto rispetto quali LeBron James, Stephen Curry e Kevin Durant. Quella femminile invece sarà guidata da A’ja Wilson, Breanna Stewart e Diana Taurasi.
Mentre la stagione NBA si è conclusa quasi un mese fa, con la vittoria dei Boston Celtics, la stagione WNBA sta ormai arrivando a metà. Il campionato si fermerà il 17 luglio per l’All-Star Game e le Olimpiadi, lasciando molti interrogativi per la seconda parte della stagione, che riprenderà il 15 agosto.
Tuttavia, non ci sono dubbi sulle prestazioni di A’ja Wilson. C’è infatti da considerare che la giocatrice è la favorita anche per il premio di Defensive Player of the Year, anche qui per la terza stagione consecutiva.
Se ci riuscisse, si unirebbe alla Swoopes come unica giocatrice nella storia della WNBA ad aver vinto tre premi di MVP e tre premi da DPOY. Solo Tamika Catchings (5) e Sylvia Fowles (4) possono dire di aver vinto quest’ultimo premio più volte della Wilson.
Con l’avvicinarsi delle Olimpiadi, i tifosi attendono con impazienza le prestazioni dei loro atleti del cuore. Con le medaglie d’oro in palio, l’eccitazione e l’intrigo sono ai massimi livelli.
Ma, a prescindere da ciò che accadrà dopo questa stagione 2024, è chiaro che quello che si doveva fare già si è fatto. La Wilson è stata una forza della natura, dominando la WNBA in modo tale da rivaleggiare con chiunque l’abbia preceduta.
Un terzo premio di MVP metterebbe a tacere chiunque, ma a questo punto non dovrebbero esserci più dubbi sul fatto che Wilson sia una futura Hall of Famer.