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WNBA Finals, Hammon dopo Gara 3: “Ci hanno preso a calci”

di Carmen Apadula
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Esattamente come successo nella loro controparte qualche giorno fa, una MVP ha dovuto mettere da parte il suo gioco, e buttare avanti qualcun’altra. A differenza della loro controparte però, la loro stagione era in gioco. 

La MVP 2021, Jonquel Jones, ha detto a DeWanna Bonner che le Connecticut Sun avevano assolutamente bisogno della sua versione migliore per vincere Gara 3 delle WNBA Finals, contro le Las Vegas Aces. Allora lei ha dato il meglio di sé, e le Sun hanno strappato la gara alle avversarie, sconfiggendole per 105-76.

“Ringrazio il cielo per le mie compagne di squadra, perché quelle precedenti sono state due partite difficili per me” ha detto la diretta interessata. “Mi hanno detto di rimanere fiduciosa, ed è quello che ho fatto”.

La Bonner è quindi passata da un misero 1 su 9 al tiro, ad un ottimo 8 su 15 (con anche 18 punti, ed un 2 su 3 per le triple). E tutto questo grazie ad un po’ di riposo, e al fattore campo dalla loro parte.

“Cavolo, ho dormito nel mio letto” ha detto la giocatrice. “Essere a casa è molto meglio, perché siamo stati in viaggio per sette o otto giorni. Con i playoffs, mi sembra che siamo stati spesso in viaggio, ed è stato molto bello essere a casa davanti a questi tifosi. Non posso tirare di nuovo in questo modo davanti a loro”.

La loro ultima partita in casa risaliva infatti al 6 settembre, contro le Chicago Sky, in una situazione analoga. 

Anche stavolta le Sun si sono ritrovate con le spalle al muro, e sono state brave a prendere in mano la situazione. Il team si è resettato prima che la partita gli sfuggisse di mano, e ha sferrato il colpo decisivo nel quarto quarto.

Tutte e cinque le giocatrici titolari, e la Sesta Giocatrice dell’Anno Brionna Jones, hanno segnato dei punti preziosi, contribuendo alla media di 85.8 punti a partita in regular season. Il team ha messo in campo un’ottima potenza offensiva, che è riuscita a tenere a bada le Aces e, soprattutto, Chelsea Gray. In particolare, a lei ci ha pensato proprio la Bonner. 

“Cerco di usare i miei centimetri e la mia velocità perché non so nemmeno come sta giocando. Sta giocando una pallacanestro incredibile” ha detto la giocatrice riguardo alla Gray. “Tuttavia, posso limitare i suoi tocchi o cercare di impedirle di vedere il canestro. E’ quello che cerco di fare prima ancora che lei si trovi in posizione”.

Ma quello che più ha deluso la capo allenatrice delle Aces, coach Becky Hammon, è un qualcosa che non esiste nemmeno a livello di statistiche. 

“Ci hanno preso a calci in c**o in tutti i modi possibili. Non ci sono molti modi per dirlo” ha detto. “Se ci fosse stata una statistica sulla durezza mentale e sulla fisicità, ci avrebbero dato un calcio anche lì”.

E il Connecticut è stato effettivamente più duro mentalmente, più fisico e più disperato degli Aces, che hanno vinto le prime due partite perché hanno difeso con impegno e urgenza. E hanno perso la terza perché hanno scelto di non fare nessuna delle due cose.

“Siamo state un po’ lenti in difesa, e questo alimenta il nostro attacco” ha detto A’ja Wilson, che nel match ha segnato 19 punti, tirando con un 8 su 14. “È solo l’energia che ci è mancata. Me ne assumo la piena responsabilità. Loro avevano più energia di noi”.

Le Aces cercano quindi di consolarsi sapendo che l’impegno e l’urgenza sono cose che si possono controllare. Perchè, anche se all’inizio sembrava che le Sun avrebbero ceduto al loro attacco, alla fine non è successo. 

“Sembravano nuove. Sembravano fresche” ha detto la Wilson. “Sono venute fuori e volevano di più. Non possiamo essere così. Non mi importa che partita sia”.

Ma coach Hammon e i suoi assistenti si sono adattati con successo agli schemi degli avversari nel corso di tutta la postseason, e ora hanno un’altra opportunità di aggiustare le cose prima di Gara 4. 

La cosa più ovvia da notare è che la difesa è stata messa a dura prova. Ma c’è un adattamento abbastanza ovvio che potrebbe portare al loro primo titolo nella storia della franchigia. Giocare con più energia.

“Alla fine, per quanto loro fossero fantastiche, credo che noi fossimo molto al di sotto della media” ha detto coach Hammon. “Non possiamo controllare quello che fanno loro. Non possiamo controllare i loro aggiustamenti o quello che fanno. Ma, nelle cose che possiamo controllare noi, possiamo fare molto meglio”.

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