Un derby incredibile, folle, forse senza senso logico. La Reyer fa una vera e propria impresa rimontando dal -14 e vince a Schio conquistando così la vetta solitaria della classifica a pari partite giocate, davanti proprio alle orange scledensi. Un clima infuocato sulle tribune del Pala Romare, tutto esaurito per l’arrivo delle campionesse d’Italia oro-granata: era la grande occasione per la prima vendetta dopo i 5 ko consecutivi tra le finali scudetto e la supercoppa, è diventato un totale psicodramma per le padrone di casa, sempre avanti nel punteggio e beffate poi nell’ultimo quarto.
Finisce 55-56 il grande classico tra Schio e Reyer, con le oro-granata capaci di rimontare dal -11 del 30′ con un 4-16 di parziale che certo non ammette repliche. In doppia cifra in casa orange ci sono Salaun con 12 ed Andrè con 10 punti e 12 rimbalzi. Due in doppia cifra anche nelle fila oro-granata, con Kuier che ne scrive 13 con 8 rimbalzi e Berkani che ne aggiunge 11. Era dal 4 novembre del 2018 che il team lagunare non si imponeva al PalaRomare in un derby valevole per la regular season.
Reyer rimonta di cuore, per Schio è psicodramma
Un derby che vale due punti, ma che – a livello psicologico – può pesare molto di più. La Reyer espugna Schio al termine di una partita folle, incredibile, sempre comandata dalle orange di Dikaioulakos per oltre 30′ con un quarto finale da 4-16 che è davvero clamoroso per lo sviluppo del match. L’errore di Sottana e compagne? Forse aver creduto che il derby era archiviato, o – forse – l’aver sottovalutato la reazione reyerina. Sta di fatto che le padrone di casa dopo aver trovato il 45-31 e dopo aver sciupato diverse occasioni per scappare a +18 hanno subito l’onda d’urto della difesa imposta dalle ragazze di Mazzon, subendo la rimonta.
La rimonta della Reyer parte tutta dalla difesa: non poteva che essere così d’altronde dopo aver faticato terribilmente per circa 30′, concedendo canestri facili in situazioni dove era da prestare più attenzione e non giocando con la consueta fluidità offensiva. L’assenza di un riferimento di vitale importanza come Lorela Cubaj e di una gregaria di lusso come Giuditta Nicolodi ha inevitabilmente alleggerito il peso specifico delle oro-granata, privandole di due rotazioni tra le lunghe. Un’occasione gigantesca sprecata per le orange, che non riescono più a vincere un derby: troppe giocatrici sottotono, rotazioni non convincenti del coach e soprattutto una crepa nella mentalità che si sta allargando sempre di più.
E dire che – guardando le statistiche – la formazione in arancione aveva controllato ogni singolo dettaglio: più rimbalzi, più assist, maggior valutazione di squadra, più stoppate. Eppure il 2/18 dal campo degli ultimi 10′ ribalta lo scenario per Schio, che subisce uno 0-5 iniziale cui non riesce a reagire ed incassa un ulteriore 0-7 che regala il vantaggio ospite. Clamoroso il digiuno di canestri per le ragazze di Dikaioulakos dal 29’10” al 37’54”: 8’44” senza trovare punti è un qualcosa di complicato da spiegare. Nel momento in cui le lagunari hanno iniziato a rosicchiare punto su punto sono uscite le incertezze ed insicurezze di una Schio che ha vissuto un vero psicodramma ed oggi si scopre più fragile che mai.
La partita l’ha girata coach Mazzon dando ulteriore spazio a Santucci come “guardiacaccia” difensiva su qualunque avversaria: la giocatrice azzurra ha giocato un ultimo quarto di enorme attenzione, energia e carattere, trascinando le compagne a credere ad una rimonta poi realizzata. Si può segnare solo due punti ed essere determinanti? Sì, è il caso dell’ex Ragusa e di una Stankovic letteralmente assente per tre quarti e poi decisiva nell’ultimo periodo tra show difensivi e recuperi. Davanti – poi – a deciderla è stato un jumper di Matilde Villa, glaciale anche nelle serate complicate. Vincere così aiuta, ma c’è da lavorare sull’approccio al match.