Home Basket femminile Reyer campione: cammino e protagoniste di un titolo senza eguali

Reyer campione: cammino e protagoniste di un titolo senza eguali

di Daniele Morbio
Lo scudetto della Reyer, cammino e protagoniste

Un percorso, quello della Reyer, partito dal PalaRomare a fine settembre e concluso sempre nella città vicentina il 21 maggio con la festa tricolore in casa delle rivali di sempre, quella corazzata che pareva esser diventata kryptonite per le oro-granata nelle partite cardine come ad esempio la finale di Coppa Italia di metà febbraio, vinta dalle orange con una partita tatticamente e psicologicamente impeccabile a discapito della squadra di Mazzon, apparsa in difficoltà in quelle partite dove si alzavano aggressività e fisicità.

Uno scudetto vinto con grande merito dalla formazione lagunare, perfetta nella post-season con 7 vittorie in altrettante partite e con – in generale – 10 affermazioni consecutive se consideriamo anche le ultime 3 di regular season vinte contro Ragusa, San Martino Roma (le ultime due tra le mura amiche, l’ultima è quella che è valso il primo posto in classifica e qualificazione come minimo ai preliminari di Euroleague). Un crescendo molto importante dopo un periodo complicato nel mese di marzo, coinciso con l’eliminazione in Eurocup e con due ko non belli in campionato con Virtus Campobasso, come vedremo nell’analisi sul breve percorso stagionale.

Il cammino tricolore della Reyer, da Schio a Schio

Sono cadute tutte, dal 30 settembre al 21 gennaio. La partenza della Reyer in campionato è stata travolgente, sin dall’opening day vinto a Schio contro una Battipaglia che – oggettivamente – era candidata alla lotta per la salvezza e così è stato. Il primo grande squillo arriva alla seconda giornata in un derby caldissimo contro le orange, che hanno controllato il primo tempo al Taliercio prima di finire tritate dal ritmo e dalle triple oro-granata, guidate da Pan, Fassina Makurat. Il cammino resta pulito, senza intoppi, con il pilota automatico tra Brixia Faenza, sistemate con due successi larghi e molto tranquilli.

A dire il vero il primo inciampo rischia di arrivare verso fine ottobre, a Faenza: contro le bianco-blu di coach Seletti è partita scorbutica, difficile, complicata e soprattutto a basso punteggio, con Pan e compagne costrette a lungo ad inseguire ma brave a risolvere la questione difensivamente prima ed offensivamente poi con il tap-in sulla sirena di Kuier. Dallo spavento faentino arrivano altri due successi agevoli contro Sassari Campobasso, schiantate con un +32 ed un +22, prima del rischio suicidio in casa del GEAS: in casa delle lombarde la capolista brucia 18 punti di margine ma a risolvere la contesa ci pensa Pan con una tripla pesantissima.

Sliding door della stagione? No, ma certo è stato un bel messaggio, rafforzato dall’impresa alla Segafredo Arena, in una partita praticamente dominata con le magie di Berkani: la francese ha scollinato il ventello contro la Virtus, guidando le compagne alla grande fuga. Da lì in poi nessuno fermerà la corsa del treno Reyer: Ragusa, Roma, San Martino e Battipaglia,. tutte schiantate con risultati più o meno ampi. La prima sconfitta arriva contro le campionesse in carica in una partita ai 60 punti e recuperando dal -16 del 33′: sarà questo il punto cardine che ad aprile varrà la testa della stagione alle lagunari.

Dal primo inciampo le oro-granata escono un po’ frastornate ma mai con dubbi sulla possibilità di arrivare al bottino: Faenza, Sanga, Brixia lottano ma cadono contro la capolista. Dopo la delusione della Coppa Italia qualche difficoltà arriva, complici dei problemi fisici di Pan Makurat: il successo agile di Sassari è spento dai ko con Campobasso Bologna, quest’ultimo tra le mura amiche, inframezzati dal successo dilagante sul GEAS. Nelle difficoltà però esce la squadra, il carattere: i successi di Ragusa e quelli in casa con San Martino Roma regalano il primo posto in classifica con tanto di fattore campo nei playoff.

La post-season è storia: Roma travolta senza appello, Campobasso affondata con carattere e non senza soffrire, poi la finalissima, quell’ultimo atto che è un derby epocale, teso, storico. E storico lo ha reso la squadra di Mazzon, con 3 partite straordinarie e di qualità: mai le orange di Schio avevano perso tre volte consecutive nella post-season, in particolare se parliamo di finale. 3-0 senza appello, senza storia e di qualità: dal 30 settembre al 21 maggio, una stagione conclusa con un tricolore tanto bramato ed atteso in laguna.

Uno scudetto voluto, cercato e conquistato con la forza delle idee, con la bravura di mettere tutte le giocatrici al centro del progetto, con tempi, modi e spazi diversi, ma senza cedere di un centimetro anche quando tra febbraio e marzo pareva scricchiolare tutto. Il tricolore della squadra da tutti votata come la più bella d’Italia, facendo combaciare una bellezza e pulizia tecnico/tattica invidiabile ed una solidità da vera corazzata. Dall’estro di Villa alla fantasia dirompente di Berkani, passando per la solidità di Pan Cubaj ed arrivando alla qualità di Fassina Kuier, è quello scudetto frutto di un progetto serio e solido, di una piazza passionale trascinata dai suoi tifosi e di un gruppo squadra che davvero non ha avuto eguali.

LA FESTA DELLA REYER A SCHIO IN GARA 3

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