Come disse Gene Wilder nel famoso Frankestein Junior di Mel Brooks, in casa Olimpia Milano comincia a farsi strada l’idea che, si possa fare e che possa essere un anno buono per provare, la conquista dei playoff di Eurolega e questo malgrado un inizio di stagione inquietante. La squadra ha svoltato, sia tecnicamente che tatticamente e gli aggiustamenti che coach Messina ha apportato allo stile di gioco di milanese per rispondere ai molti infortuni stanno funzionando. Gli arrivi di Mannion e Gillespie poi han completato il puzzle e l’Olimpia si è messa a correre, in campo e nella classifica di Eurolega a 3 partite dal giro di boa del girone di andata.
Il record di 7-1 nelle ultime 8 partite di Eurolega ha portato Milano dopo quasi due anni confortevolmente nella parte sinistra della classifica, quella che qualifica ai play in ed ai playoffs, una posizione che l’Olimpia anelava da almeno 2 anni e che ha provato a raggiungere disperatamente negli inseguimenti del girone di ritorno in entrambe le ultime due stagioni. E questo risultato assume ancora maggior valore perché ottenuto con un roster massacrato da una serie di assenze chiave, privo del maggior acquisto dell’estate, Josh Nebo, di un’altra fondamentale addizione estiva, su entrambi i lati del campo, cioè Bolmaro e con uno Shields anch’egli inizialmente assente e poi palesemente in ritardo di condizione, senza dimenticare nelle ultime uscite anche l’assenza di Tonut (rientrato nel match di LBA perso contro la Virtus Bologna), giocatore importante nelle rotazioni di Messina in quanto rappresenta uno dei migliori difensori sugli esterni.
Nel mentre Milano ha però aggiunto 2 tasselli al proprio organico, sostituendo l’evanescente McCormack (finito a Berlino in tempo per travolgere sorprendentemente la Virtus sotto una robusta doppia doppia nella sfida tra le ultime in classifica) con l’esperto Gillespie, ma soprattutto portando a Milano Nico Mannion, reduce da stagioni deludenti alla Virtus ed al Baskonia e rinato a Varese da top scorer della LBA.
Nel 6-1 in Eurolega (Mannion ha esordito con il Real Madrid, nella prima vittoria della serie con Bologna non era ancora a disposizione di Messina) il play italo-americano è stato uno straordinario protagonista, guidando offensivamente la squadra con 10.4 ppg, 5.4 apg tirando oltre il 70% da 2, oltre il 45% da 3, il 90% ai liberi in poco più di 20 minuti di utilizzo, prestazioni da top player europeo. Ma soprattutto Mannion ha cambiato il “tempo” del gioco offensivo milanese, giocando spesso in transizione, con penetrazioni al ferro o che si concludono con ottimi scarichi per i tiratori milanesi con formazioni spesso molto piccole, con Causeur da 3 ed una coppia di lunghi anomala come quella formata da Mirotic e LeDay. Perché Milano, priva del suo centro titolare e del suo attaccante/difensore più atletico e versatile (Bolmaro) e con uno Shields fuori o comunque ancora a mezzo servizio, ha soprattutto cambiato gioco: ha cominciato a correre di più, a giocare spesso anche in transizione e soprattutto la palla ha cominciato a circolare in maniera molto più fluida in attacco. Un capolavoro questa volta di Messina, spesso accusato dalla piazza milanese di far giocare alla squadra un basket un po’ arcaico, offensivamente bloccato.
Come in parte era già successo sul finale della scorsa stagione, quando Milano nei playoffs LBA si mise a correre maggiormente ed a produrre quasi 10 punti a partita in più rispetto alla regular season, anche in questa fase della stagione, privato di Nebo, Shields e Bolmaro, per qualche partita persino senza un vero centro neanche in panchina, Messina ha trovato la quadra giocando con Mirotic e LeDay sotto canestro. Lo ha fatto di conseguenza soffrendo certamente in difesa e concedendo molto agli avversari soprattutto a rimbalzo offensivo, ma sparigliando totalmente le carte in fase offensiva, con spaziature più ampie che hanno esaltato le caratteristiche di Mannion, Mirotic, LeDay e delle guardie Brooks e Causeur, un quintetto piccolo, ma difficilmente difendibile dagli avversari, che ha permesso a Milano di viaggiare spesso vicino ai 100 punti, impensabili fino anche a qualche settimana orsono. Sono arrivate così le vittorie contro Virtus, Maccabi , Real Madrid, Stella Rossa ed Asvel in casa e le due splendide conquiste in casa di Partizan e Fenerbahce.
Olimpia Milano: in Eurolega sarà fuoco di paglia o realtà consolidata?
Se Milano deve dare una risposta a questa domanda non ci possono essere partite migliori di quelle che attendono l’Olimpia prima della fine dell’anno. Barcellona e Panathinaikos in trasferta e poi Bayern e Olympiakos in casa significa confrontarsi con il gotha del basket europeo di questa stagione, dopo aver già battuto le due squadre leader in classifica, Paris e Fenerbahce. Lo stile di gioco di Milano oggi è coinvolgente, la squadra sembra aver trovato entusiasmo e coesione, ma qualche elemento da tenere sotto osservazione c’è. L’arrivo di Mannion è stato fondamentale, ma sarà altrettanto importante non “perdere” Dimitrjevic, apparso tecnicamente, ma anche nel linguaggio corporale, in difficoltà, messo in panchina dal più efficace compagno di squadra. Gillespie sembra tenere il campo meglio di McCormack, ma sembra avere la stessa propensione ai falli ingenui sulla difesa sul pick&roll che aveva il collega americano accasatosi all’Alba, ma sono arrivati segnali incoraggianti dalla prova di Diop contro l’Asvel.
Milano sta anche stressando il minutaggio di LeDay (ormai stabilmente oltre i 30 minuti), ma soprattutto di Mirotic, chiamato non tanto a fare moltissimi minuti in più, ma soprattutto ad uno sforzo fisico importante, fatto di sportellate con i centri avversari. Insomma, preoccupano più i lividi che i minuti. L’Olimpia poi ha “scoperto” un giovane virgulto francese di 37 anni, Fabien Causeur, chiamato anch’egli agli straordinari rispetto al ruolo di panchinaro di lusso ed esperto con il quale era arrivato in estate per accompagnare la crescita di un backcourt giovane ed inesperto. Milano si è innamorata in questa fase del francese, intelligenza cestistica unica, nella tradizione dei giocatori che il pubblico milanese ha sempre idolatrato, da D’Antoni a Bodiroga, fino a Djordjevic per finire al Chacho. Finora Causeur ha mostrato che il fatto di aver fatto una carriera di comprimario di lusso in molte squadre, prima tra tutte il Real Madrid, è stata una scelta per vincere, ma che le potenzialità tecniche del giocatore gli avrebbero potuto permettere di essere un protagonista in moltissime altre situazioni. I 37 anni vanno però contati ed il rientro atteso in settimana di Bolmaro e quello già avvenuto di Tonut dovrebbero consentire di far rifiatare un pochino la guardia bretone.
Resta l’incognita Nebo, sul cui rientro è stato fatto un po’ di teasing dalla società milanese, che ha annunciato nuovi esami e citato alcuni progressi. L’Olimpia si è comunque cautelata con l’arrivo di Gillespie e sembra aver trovato un equilibrio tattico anche senza la più importante addizione dell’estate. Ammesso e non concesso che siano corrette le voci che darebbero il rientro di Nebo a fine gennaio, si tratta di continuare in questo modo fino alla 8ª o 9ª giornata di ritorno, cercando di restare in corsa fino ad allora e di potersi giocare il jolly del ritorno del centro americano per la volata finale alla ricerca della post season. Tornerebbe così completo il front court con 2 centri di qualità e fisici come Nebo e Gillespie e due ali grandi stabilmente nell’elite europea come LeDay e Mirotic, un quartetto che ha pochi eguali in Europa. Ne guadagnerebbe la fase difensiva e ovviamente la profondità delle rotazioni. Che poi questo significhi anche mantenere la straordinaria qualità del gioco offensivo mostrato in queste ultime 8 partite di Eurolega giocando spesso “small” bisognerà capirlo: questa sarà la sfida tecnico-tattica di coach Messina, che immaginiamo sarà comunque felice di doverla affrontare auspicando il rientro del suo centro titolare il più presto possibile.
Una cosa comunque è certa: dopo 2 anni di delusioni europee per risultati e gioco, il pubblico di Milano non si è mai divertito così tanto in Europa come in queste ultime settimane ed i mugugni dell’ultimo biennio e persino di questo inizio stagione si sono trasformati in applausi ed entusiasmo. Una buona base per ripartire alla conquista della post season Eurolega dopo le delusioni degli ultimi anni da parte dell’Olimpia Milano.