La storia di Nico Mannion, Niccolò per l’anagrafe, è tanto semplice da raccontare quanto utile da analizzare per capire che, ancora una volta, nulla accade per caso.
Nico, nato a Siena il 14 marzo 2001, vive i primi anni della sua vita in Italia insieme a mamma Gaia Bianchi (ex pallavolista) ed a papà Pace Mannion (ex cestista). Il dna è quello giusto, la città di origine anche. Miscelare questi ingredienti nel modo corretto, come vedremo, non è poi così male.
Il periodo di permanenza nel Bel Paese durerà però poco e, per motivi familiari, si trasferisce presto negli USA. La meta prescelta sarà Salt Lake City, prima di stabilirsi definitivamente a Phoenix. Ed è qui che accade la magia. Ed è qui che nasce una piccola stella.
Noto a tutti che il talento in famiglia non mancasse stava ora al piccolo Nico riuscire ad esprimerlo anche nel primo vero test importante della sua vita: la high school. Più precisamente alla Pinnacle High School di Phoenix. Qui, già al primo anno fa capire di che pasta è fatto. La fase di ambientamento è rapida a dir poco e il ragazzo chiude il primo anno con 20.2 punti 4.6, rimbalzi e 4.7 assist di media, portando Pinnacle ad un record complessivo di 22-6.
Ok ok i numeri basterebbero a far capire che non è un ragazzo normale, ma… Sport Illustrated, la stessa rivista che negli anni ha incoronato fenomeni liceali del calibro di LeBron, Garnett e Telfair (no comment ahahahah), gli dedica un articolo intitolato ‘A 15-Year-Old Basketball Prodigy’. Non male Nico!
I primi risultati: i numeri di Nico Mannion
Questo primo anno si rivelerà presto un succoso antipasto e infatti la seconda stagione viene chiusa con 23.4 punti, 4.7 rimbalzi e 5.8 assist. Il tutto condito da una consapevolezza dei propri mezzi da vero dominatore del campionato. Ruolo che viene abbracciato pienamente l’anno successivo anche grazie all’introduzione di allenamenti privati con personal coach specializzati. 30.4 punti, 6.2 rimbalzi e 6.2 assist di media, con partite da 45 e 57 punti, una finale vinta da protagonista (34 punti 8 rimbalzi e 6 assist per lui in quella partita) gli highlights della stagione.
Che dire, non una carriera da liceale qualsiasi. Difatti, l’estate del college recruiting viene invitato a due eventi da predestinati come il McDonald’s All-American Game e il Nike Hoop Summit.
Ma che giocatore è Nico Mannion? In questi anni di high school le caratteristiche principali che gli vengono riconosciute sono: ottimo realizzatore, buona visione di gioco, ottimo passatore ma soprattutto un enorme competitività. Un dna da vincente insomma (per i suoi compagni di squadra sarà ‘best ginger ever’).
La maglia azzurra: il sogno di Nico Mannion diventa realtà
Nel frattempo, non bisogna dimenticare il fatto più importante (almeno per noi) avvenuto in questi anni di High School (e no, non stiamo parlando delle conquiste avvenute tra i banchi di scuola). Nico, infatti, ha deciso che giocherà per la nazionale italiana. Cogliamo qui l’occasione per sfatare un mito: parla l’italiano piuttosto bene, ed i suoi genitori hanno confidato nelle interviste fatte che in casa è la lingua utilizzata durante le sclerate o quando bisogna imprecare (bene così). E quando il padre gli chiede “chi è il miglior giocatore italiano di sempre?”, lui risponde “Nico Mannion“. Noi di Sandbox siamo gente semplice e ci limitiamo a riportare quanto letto sul nostro nuovo beniamino, sfidandolo però a provarci direttamente la sua capacità di interloquire in italiano come e quando preferisce!
Tornando al campo, in questi tempi si è parlato del debutto di Matteo Spagnolo con la nazionale italiane e ok, Spagnolo fenomeno e farà un gran bene in Europa e speriamo nella NBA. Ma ragazzi, il debutto di Mannion nella nazionale maggiore a 17 anni è stato clamoroso: 9 punti, tanta consapevolezza, tantissima personalità e l’impressione che vestisse questa maglia già da 2/3 anni.
La parentesi NCAA
Ok, finita la piccola parentesi nazionale, parliamo di quella che è stata la sua stagione NCAA con gli Arizona Wildcats. Qui, forse, uniche note negative della sua giovanissima carriera. Già, perché la squadra era stata costruita per lottare per il titolo e invece Nico e compagni si sono trovati di fronte a grosse difficoltà. Squadra di quasi soli freshman titolari paga inizialmente la naturale inesperienza. Nico in primis, stella della squadra, ha giocato sotto le aspettative chiudendo la stagione con 14 punti di media e 5.3 assist. Numeri a cui non siamo abituati. Come non siamo abituati alle basse percentuali dovute forse alla selezione di tiro non degna della sua intelligenza cestistica.
Un roseo futuro alle porte per il giovane Nico Mannion
Poco male, la squadra ha raggiunto comunque l’obiettivo minimo: l’accesso alla March Madness. Quello che sarebbe potuto essere purtroppo nessuno lo sa. Tra le altre cose il virus ci ha privato infatti di questa competizione.
E intanto la risposta di Nico? Immediata con la decisione di rendersi eleggibile al draft 2020.
A questo punto, siamo sicuri che il ragazzo avrà fatto tesoro dell’esperienza al college. Lui stesso dice “ho capito cosa mi serve per fare il salto di qualità anche a livello professionistico”. Noi invece non vediamo l’ora di tifare per lui e di vederlo protagonista tanto in questa NBA tanto con la nostra nazionale. Perché l’Italia del basket ha bisogno di ragazzi come Nico per tornare grande e vittoriosa.
La cosa più bella che ci piace pensare, è quella che dice il suo migliore amico: “c’è qualcosa di speciale nelle sue radici italiane, da qui deriva il suo talento…”
Qui potete ascoltare l‘ultimo episodio di NBA Sandbox Podcast, tra NCAA e il redraft NBA 2006!
$ilve X The NbaSandBox Podcast