Dikembe Mutombo nasce a Klnshasa, capitale e maggiore città della Repubblica Democratica del Congo il 25/06/1966. E’ il quarto di sette fratelli e il suo nome completo e’ Dikembe Mutombo Mpolondo Mukamba Jean Jacque Wamutombo. Il terzo nome in Africa definisce il carattere dell’individuo. Il suo è Mpolondo = Guerriero.
L’infanzia in Africa
La sua infanzia non fu delle piu’ facili. Il Congo e’ sempre stata una nazione dominata da ribellioni civili e povertà‘. Nonostante ciò la famiglia Mutombo stava abbastanza bene economicamente. Il padre di Dikembe si laureò in Francia e aveva un lavoro statale, sua madre cercava di arrotondare lo stipendio lavorando al mercato.
Come succede sempre in questi paesi dove la povertà’ miete vittime ogni giorno, gli unici a salvarsi sono coloro che decidono di partire per cercare fortuna nel Vecchio Continente o nel Nuovo: l’America. Così facendo sono riusciti a farsi una posizione diventando famosi e garantendosi un ottimo tenore di vita, per se’ e per i propri familiari rimasti in Africa. Dikembe ed i suoi amici quando vennero a sapere che un uomo proveniente dall’Africa non era solo riuscito a sfondare nella NBA, ma stava lottando per il titolo, iniziarono a volere sapere tutto su di lui. Stiamo parlando proprio di Hakeem Olajuwon.
Si sparse la voce che nel consolato americano di Kinshasa era possibile vedere Olajuwon in azione via satellite, quindi Mutombo ed un suo amico decisero di entrare di nascosto dalle guardie per poter ammirare quel uomo dei sogni (The Dream) di cui tutti parlavano. La prima volta rimasero stupefatti e quasi pietrificati davanti al video… Con il passare del tempo strinsero amicizia con le guardie americane e cosi’ potevano andare a vedere giocare i Rockets.
I racconti sull’America, ma soprattutto la visione di un africano che era riuscito a costruirsi una posizione di spicco, fecero maturare in Dikembe la volontà’ di riuscire ad essere ammesso in un’università’ degli States. La sua idea era quella di poter studiare da medico e una volta laureato sarebbe tornato nel suo Paese per aiutare amici e connazionali in genere. Suo padre, il quale a sua volta aveva già’ studiato all’estero, decise di appoggiare il progetto del figlio e inizio’ a risparmiare per farlo diventare realtà’. Ottenuta una borsa di studio da parte di Georgetown, Dikembe Mutombo prese l’aereo per Washington.
L’approdo in America
Arrivato con la ferma volontà’ di ricevere la migliore istruzione possibile, inizio’ a frequentare l’università’; un giorno, quasi per caso, fu scoperto da coach John Thompson che rimase stupito dalla sua altezza e dal suo fisico. Dikembe fu subito entusiasta di potersi cimentare proprio nello sport di Hakeem. Trascorse il primo anno ad apprendere fondamentali e movimenti del basket. Nel 1988/1989 inizio’ a scendere in campo. Thompson sapeva che Mutombo era un progetto a lungo termine e rimase fiducioso. Cosi’ l’anno seguente in 25.7 minuti a serata il ragazzo del Congo chiuse in doppia doppia di media: 10.7 punti e 10.5 rimbalzi. Fece ancora meglio da Senior quando i suoi minuti salirono a quota 34 e le cifre a 15.2 rimbalzi, 12.2 rimbalzi e nei 3 anni colleziono’ 3.7 stoppate di media. Era arrivato il momento di fare il passo importante.
Al Draft 1991 il suo nome era fra i piu’ prestigiosi quindi nessuno si stupi’ se venne preso dai Nuggets con il numero 4. Produsse un’annata da rookie davvero memorabile: 16.6 punti (max in carriera), 12.9 rimbalzi e 2.96 stoppate a partita. Negli altri 4 anni con i Denver si sviluppo’ l’idea comune che Mutombo fosse un grande difensore perche’ se la sua media punti scese costantemente i rimbalzi rimasero sempre sui 12/13 a partita, mentre le stoppate toccarono anche quota di 4.10 (1993-94) e 4.49 (1995-96). Proprio in questo periodo nacque il gesto del dito indice scosso dopo ogni stoppata e la mitica frase “Not in my House”.
Gli Altanta Hawks e i divieti imposti
Diventato free-agent nel 1996-97, valuto’ il mercato e quindi decise di spostarsi ad Atlanta dove non solo avrebbe trovato una squadra organizzata meglio ma anche un clima molto piu’ caldo rispetto al Colorado. La sua media punti per due anni torno a quota’ 13.5 con 11.5 rimbalzi. Nonostante continuasse ad essere un grande stoppatore gli venne proibito di sventolare il ditone dopo le palle mandate in tribuna perche’ alcuni giocatori si lamentarono ritenendolo una mancanza di rispetto. Mutombo da parte sua non mancherebbe di rispetto a nessuno, il suo gesto era solo per fare spettacolo. Nei primi tempi ci pensava il pubblico a scuotere il dito per lui.
Dal 2000 al 2002 si trasferì a Philadelphia con la maglia dei 76ers. L’ultimo anno fu titolare 80 volte su 80 partite giocate e chiuse con 11.5 punti, 2.38 stoppate e 10.8 rimbalzi a partita. I 76ers vennero eliminati al primo turno e ad arrivare alla finale furono i Nets. E furono proprio loro ad accaparrarsi le prestazioni di Dikembe Mutombo l’anno successivo. Il nostro Guerriero non si trovò molto bene; non si era integrato con la squadra e un brutto infortunio gli fece saltare tutta la stagione (56 partite). Torno’ nei playoffs ma pote’ scendere in campo solamente nella finale contro gli Spurs per cercare di contrastare le Torri Robinson & Duncan. In estate ha giocato un ruolo fondamentale per fare arrivare Mourning nel New Jersey, ma fu tagliato per problemi di Salary Cap (il suo stipendio avrebbe fatto pagare la luxury tax ai Nets).
Gli ultimi anni di carriera
Iniziò il declino di Dikembe Mutombo. Firmò per i Knicks, ma durante l’estate New York decise di “sacrificarlo” scambiandolo con i Chicago Bulls (nella trade per arrivare a Jamal Crawford), ma Dikembe fece subito sapere che non aveva nessuna intenzione di giocare nella città dei tori rossi. Cosi’, dopo alcuni mesi di stallo, i Tori lo inserirono in un’altra trade che lo portò in Texas al fianco di Yao Ming e T-Mac.
Nella sua prima stagione in Texas, 2004/05, fu una costante della squadra. Scese in campo per 80 volte, in due occasioni titolare, con una media di 15 minuti ad incontro. Nel 2006/07 a 40 anni compiuti fece registrare 33 partenze in quintetto, con la media di 6.5 rimbalzi e 1 stoppata a partita (in 17 minuti d’impiego). In estate sembrava ad un passo dal ritirarsi quando dirigenza, compagni e tifosi dei Rockets lo convinsero a firmare ancora.
L’ultima corsa de guerriero
Mutombo si apprestava a vivere un’ultima stagione da spettatore non pagante. Ma a fine Febbraio, Yao Ming torno’ a farsi male e coach Adelman chiamo’ Mutombo in campo. Dikembe, a 41 anni suonati, rispose nel migliore dei modi. La striscia di vittorie che stava cavalcando Houston arrivo’ sino a quota 22 trionfi. Nei playoffs, contro i Jazz, e’ partito tutte le volte titolare.
- Nel 1991-92 e’ stato inserito nel primo All Rookie Team.
- Defensive Team nel: 1994-95 / 1996-97 / 1997-98 / 2000-01 / 2001-02.
- All Nba Team nel: 1997-98 / 2000-01 / 2001-02.
- E’ stato nominato difensore dell’anno nel: 1994-95 / 1996-97 / 1997-98 / 2000-01.
- Ha vinto la classifica di Miglior Rimbalzista nel 1999-00 / 2000-01.
- E’ stato chiamato 7 volte a partecipare al All Star Game.
- Il 28/12/01 ha fatto la sua 2.500° stoppata.
- Nel 1998-99 ha vinto il Trofeo IBM.
- Ha stabilito il record di 31 stoppate in una serie di 5 gare di Play-Offs nel 1994 contro i Seattle.
Questo e tanto altro era Dikembe Mutombo, un giovane guerriero con grandi aspettative. Voglioso di scappare da quella sua terra che amava tanto ma che non poteva permettergli di diventare la leggenda che oggi noi tutti conosciamo.