Isiah Thomas-Jordan due giocatori che non si sono mai piaciuti né amati in campo, due personalità diverse, molto diverse. Un aspetto dell’NBA contemporanea che gli appassionati più nostalgici sottolineano spesso è la mancanza di grandi rivalità tra i giocatori, di quelle faide e di quelle storie che infiammavano la Lega fino agli anni 90’. Non ci stiamo riferendo ad un semplice dualismo di natura tecnica, che si esaurisce a colpi di belle giocate sui 28 metri di parquet o in qualche intervista con qualche provocazione di troppo. Chamberlain-Russell,Bird-Magic, Kobe-Shaq sono solo alcune delle grandi sfide che, in varie epoche, hanno infiammato i palazzetti. Ma nessuna di queste ha raggiunto la particolarità e la complessità della rivalità Thomas-Jordan, a cavallo tra gli anni 80-90. Si va dall’All Star Game 1985 alla formazione del Dream Team 1982. Due campioni mai amici, due personalità straripanti, con Chicago nel loro destino.
All Star Game 1985: Isiah Thomas-Jordan freezeout?
E’ la stagione 1984-1985. Il ciclone Jordan è arrivato sull’NBA e sembra intenzionato a lasciare da subito il segno del suo passaggio. L’NBA in quegli anni è in mano alla coppia Bird-Magic e ai Pistons di Isaih Thomas, che subito percepiscono come la loro leadership possa essere messa in pericolo. Quello che succede ad Indianapolis, durante l’All Star Game è avvolto da molti dubbi ma è uno snodo fondamentale dell’affaire Thomas-Jordan. Si racconta che un gruppo di super star capeggiato da Isaih Thomas avesse intenzione di sabotare il 23. Il piano era quello di lasciare il giovane Jordan fuori dal gioco, non coinvolgendolo spesso all’interno degli schemi offensivi e lasciarlo spesso in uno contro uno contro Gervin, che in quella partita metterà a segno 23 punti. Le statistiche di Jordan sembrerebbero confermare la presenza di un complotto: chiude in effetti con un modesto 2/9, molto inusuale per lui. Questa ricostruzione è stata sempre circondata da scetticismo. Interessanti le parole in proposito di George Andrews, agente di Isaiah e di Magic Johnson: egli ritiene impossibile che gente come Thomas e Magic possano allearsi in un complotto di questo tipo, riuscendo a tirare dentro anche Bird e Dr.J Julius Erving. E in effetti vedendo le statistiche generali di quella partita troviamo molti all star con percentuali molto modeste e pochi tentativi pensare ( basti pensare che la prima scelta, Hakeem Olaujwon tentò solamente due tiri in quella partita). Nulla di strano dunque che si tratti semplicemente di una partita modesta del numero 23. Ma Jordan, rivedendo la partita, sembrò rendersi di conto di essere vittima di un complotto e la sua reazione non si fece attendere. Nella partita successiva tra Bulls e Pistons Michael mise a referto 49 punti, 15 rimbalzi e 5 assist.
Supremazia su Chicago e i playoffs 1991: Isiah Thomas-Jordan
Dopo Indianapolis si può tranquillamente iniziare a parlare di rivalità Thomas-Jordan. Ma quali potevano essere le motivazioni che potevano spingere la guardia dei Pistons ad accanirsi contro il giovane, seppur non innocente, Jordan? Semplicemente nepotismo su un rookie o c’è qualcosa di più? Bisogna puntare il faro su un aspetto che può aiutare a comprendere la vicenda: la provenienza di Thomas. La guardia dei Pistons nasce infatti nei quartieri della periferia di Chicago. Si può pensare, dunque, come Isaiah senta particolarmente la rivalità con Jordan perchè lo ritiene l’uomo che detiene il controllo nella sua città, nel posto che lo ha fatto diventare uomo. E per una personalità forte come quella di Thomas questo doveva apparire inaccettabile. Il racconto della storia ci porta alla gara 4 delle Finals della Eastern Conference del 1991. I Bulls hanno spazzato via i Pistons vincendo partita e serie. Thomas ed altri Pistons escono dal campo prima del tempo non degnando di uno sguardo la panchina dei Bulls. Questo atteggiamento va contro il ” galateo” NBA e fa infuriare Jordan e i suoi. Ma ad His Airness la sorte darà l’occasione per dare una lezione al suo rivale.
Isiah Thomas-Jordan Barcellona 1992: ” O me , o lui!”
Immedesimatevi per un attimo nella federazione americana che sta costruendo la nazionale più forte di sempre per andare a stravincere l’oro alle olimpiadi. Immaginate che arrivi da voi il giocatore più forte del mondo e vi dica: ” se viene Thomas, io non vengo. Decidete”. Si può serenamente affermare che nessuno mai, specialmente in quell’anno, si sarebbe opposto a Michael Jordan, anche a spese di un altro fuoriclasse assoluto come la guardia dei Pistons. Questo è l’episodio più famoso della saga, che tutti gli appassionati ricordano, ma anche qui bisogna stare attenti alle semplificazioni. E’ necessario ricordare come Thomas non fosse necessariamente amatissimo dai suoi colleghi ed è più che probabile che in molti non lo volessero in quel team, al di là della faida Thomas-Jordan.
Molti aspetti sono ancora poco chiari e tali resteranno. La bellezza di questa storia sta nel fatto che ti porta nel vivo dell’NBA di un’altra epoca, mettendo in luce la natura delle super star e in che modo in questi anni sia cambiato il modo in cui si vive lo spogliatoio nella lega più famosa del mondo.