Come andrà la stagione che inizierà fra poco per i San Antonio Spurs? Proviamo a capirlo con la nostra Spurs preview 2020/2021.
Dopo 22 stagioni consecutive ai playoffs, nella scorsa stagione gli Spurs hanno alzato bandiera bianca e seguito la post-season che si è tenuta nella bolla di Orlando dalla televisione. Niente panico, però: il roster è composto da numerosi giovani da valorizzare, che potrebbero diventare capisaldi per il futuro se si riterranno all’altezza della causa. Lonnie Walker, Dejounte Murray, Derrick White, Keldon Johnson, Devin Vassell, Jakob Poeltl, e Luka Samanic, ventenne croato degli Austin Spurs, affiliata G-League di San Antonio.
Vediamo come è la situazione dalle parti dell’Alamo.
I movimenti nella off-season
Citando Shakespeare, si potrebbe dire tanto rumore per nulla. Si è parlato insistentemente di possibili trade per LaMarcus Aldridge (si vociferava di un interessamento da parte dei Golden State Warriors), per DeMar DeRozan su quale pareva ci fossero i Los Angeles Lakers (sul piatto potevano finire Kyle Kuzma e Danny Green) e gli Orlando Magic. Alla fine però la guardia ex Toronto Raptors ha esercitato la player option da 27.7 milioni di dollari e inizierà la stagione in Texas (con Aldridge).
Dal draft sono arrivati con l’undicesima pick Devin Vassell, guardia da Florida State, e Tre Jones (con la scelta numero 41), point guard da Duke. Sono stati rifirmati con un contratto triennale sia Jakob Poeltl, centro austriaco arrivato da Toronto nel 2018 (per un totale di 27 milioni di dollari), che Drew Eubanks, centro ex Oregon State (per 5.2 milioni di dollari). Con un two-way contract è stato rifirmato Quinndary Weatherspoon (11 partite nel 2019/2020, farà tanta G-League).
Stessa formula usata per arrivare a Keita Bates-Diop, rilasciato poco prima dai Denver Nuggets.
Hanno lasciato San Antonio Bryn Forbes, finito ai Milwaukee Bucks, e Marco Belinelli ritornato alle origini alla Virtus Bologna, ed è stato tagliato Chimezie Metu.
Spurs preview 2020/2021: il gioco
La Spurs preview 2020/2021 continua col possibile quintetto titolare: LaMarcus Aldridge, Trey Lyles, DeMar DeRozan, Lonnie Walker e Dejounte Murray. In uscita dalla panchina troveranno spazio Derrick White, Rudy Gay, la bandiera Patrick Mills (decima stagione da Spurs), Jakob Poeltl, Keldon Johnson e il rookie Devin Vassell.
Il leader della squadra (almeno fino a che resterà in Texas) è DeMar DeRozan. DeRozan è stato uno dei sette giocatori con almeno 30 partite nel 2019/20 e medie di almeno 20 punti, 5 rimbalzi e 5 assist a partita (gli altri? James Harden, Giannis Antetokounmpo, Luka Doncic, Russell Westbrook e LeBron James). Aldridge e DeRozan, le due principali opzioni offensive della franchigia, probabilmente diventeranno nomi caldissimi con l’approssimarsi della trade deadline.
I due teoricamente si adattano benissimo: DeRozan nell’ultima stagione ha attaccato tanto il ferro, è stato molto efficiente sui pick and roll e ha mostrato doti di playmaking non indifferenti (il 26% dei possessi da lui gestiti si sono tramutati in un assist per un compagno.) Inoltre, l’ex giocatore dei Toronto Raptors ha beneficiato dell’improvvisa evoluzione di LaMarcus Aldridge in tiratore affidabile da 3 punti. Il lungo ex Portland Trail Blazers fino al 23 dicembre 2019 in quattro stagioni e mezza in Texas, fra regular season e playoffs, aveva tirato 84 su 282 da dietro l’arco dei tre punti, 29.7% ,in 366 partite. Dalla data sopra citata in poi (trasferta sul parquet dei Memphis Grizzlies) invece si è trasformato in un cecchino, tirando 47 su 113 in 27 partite, con una media del 41.5%, media che se mantenuta lo proietterebbe tra i migliori tiratori NBA. Non è un caso che DeRozan, da giocatore degli Spurs, ha vinto l’unico premio di giocatore della settimana per la Western Conference nel mese di gennaio 2020, ‘approfittando’ del fatto che il diretto marcatore di Aldridge dovesse seguirlo dietro la linea dei tre punti, per poter attaccare il ferro avversario con più efficienza.
Qualche squadra in difficoltà o alla ricerca di un salto di qualità per i playoffs potrebbe puntare su di loro, e gli Spurs potrebbero accumulare asset per il futuro. Ci si aspettano miglioramenti nel playmaking e nel mettere in ritmo i compagni da Dejounte Murray, al quarto anno con gli Spurs (ma uno interamente saltato per un devastante infortunio al legamento crociato del ginocchio destro).
La qualità principale di Murray è la difesa, con un’innata abilità nell’intercettare le linee di passaggio grazie alle sue lunghe braccia. Il 3.1% dei possessi avversari gestiti dal giocatore marcato da Murray termina con una sua palla rubata, il terzo miglior dato NBA dietro solamente a Kris Dunn e Matisse Thybulle. Più sorprendente potrebbe essere sapere che Murray tira con il 47.7% dal mid-range, ottavo miglior dato fra i giocatori con almeno 150 tiri tentati in quella zona del campo.
Da tenere d’occhio Lonnie Walker: lampi di classe purissima, ha fatto sobbalzare dalla sedia con le sue giocate i tifosi, tanto che ad alcuni ha ricordato il primo Ginobili. Memorabile la prestazione del 3 dicembre 2019, dove quasi da solo ha rimontato i malcapitati Houston Rockets mandando in visibilio l’AT&T Center e i propri compagni di squadra.
In uscita dalla panchina il leader sarà Derrick White: difensore rognoso, con 59 stoppate è stato il migliore in questa categoria fra gli esterni dietro solo James Harden (che però ha giocato circa 800 minuti in più). Con White a guidare la second unit, gli Spurs giocano un basket più armonioso (al contrario di quanto succede con il quintetto iniziale, con molti isolamenti lasciati a DeMar DeRozan). Che ruolo potranno avere i due rookie? Tre Jones, vista l’abbondanza di guardie a roster, potrebbe giocare molte partite in G-League. Devin Vassell invece col passare del tempo potrebbe avere sempre più spazio: è il prototipo di giocatore di cui gli Spurs hanno bisogno. Energia, grande difesa sull’uomo e notevole abilità nell’intercettare i passaggi avversari. Doti che potrebbero portarlo fra qualche anno ad essere uno dei migliori difensori NBA. Ma la strada è ancora lunga.
Gli Spurs nella prossima stagione cercheranno di correre il più possibile mantenendo la precisione nel controllo del pallone (sono stati l’unica squadra NBA a chiudere la regular season 2019/20 con meno di 900 palle perse). Al contempo i limiti su cui dovrà lavorare il coaching staff sono noti, ben evidenziati dai dati della regular season 2019/20:
- defensive rating di 113.5, hanno fatto peggio solo Golden State, Portland, Atlanta, Cleveland e Washington)
- 115.2 punti a partita concessi agli avversari, hanno fatto peggio solo Atlanta, Washington, Minnesota, New Orleans e Portland
- 37.3 % da tre punti concesso agli avversari, hanno fatto peggio solo Golden State, Portland, New York, Washington e Cleveland)
San Antonio deve assolutamente migliorare in difesa: i giocatori, soprattutto gli esterni, presi singolarmente sono ottimi difensori, ma devono imparare a farlo di squadra. San Antonio è finita terzultima nella regular season 2019/2020 per tiri da 3 punti tentati a partita, 28.5, finendo quarta per percentuale di realizzazione con il 37.6% (più precise solo Utah, Miami e Portland).
Un potenziale fattore: Keldon Johnson
Keldon Johnson potrebbe essere il prossimo top player degli Spurs. Possibile top 20 nel draft 2019, è arrivato con la ventinovesima scelta, evidenziando la grande capacità degli Spurs di scovare gemme pur con scelte basse.
Johnson ha molte qualità positive. Difensore tenace, capace di cambiare su più ruoli, ha migliorato la meccanica di tiro e si dimostra molto aggressivo quando attacca il ferro. Durante l’esperienza in G-League ad Austin ha realizzato il 71% delle entrate a canestro, dato impressionante. Nella bolla di Orlando ha trovato molto spazio. In 8 partite, 25 minuti di media, 14.1 punti, 5 rimbalzi e 1 palla rubata a partita, 37 su 58 dal campo incluso un superbo 11 su 17 da 3 punti. Numeri davvero incoraggianti.
E coach Gregg Popovich ha saputo apprezzare:
“E’ un ragazzo molto energico, molto aggressivo, non fa prigionieri, adora il contatto fisico con l’avversario. Nel complesso, è un giocatore molto competitivo”.
Spurs preview 2020/2021: le aspettative stagionali
Terminiamo la Spurs preview 2020/2021 con gli obiettivi stagionali. Quello principale deve essere la valorizzazione dei tanti giovani, concedendo loro più minuti possibili anche a costo di perdere qualche partita in più.
Considerando anche che la draft class 2021 sarà migliore di quella 2020, avere una scelta alta potrebbe non essere poi un male. A questo bisogna aggiungere l’ottima situazione salariale: San Antonio nell’estate 2021 potrebbe essere la squadra con più spazio salariale a disposizione. Ad oggi per la stagione 2021/2022 sono sotto contratto Murray, Poeltl, Eubanks, DeMarre Carroll, Vassell e Jones, oltre alla team option sui contratti di Walker, Samanic e Johnson e la qualifying offer per White.
Molto probabilmente anche in questa stagione gli Spurs non arriveranno ai playoffs, la concorrenza ad Ovest è davvero dura. Le due di Los Angeles, Portland, Denver, Dallas, Utah sembrano sicuramente superiori, e ci si aspetta il gran ritorno di Golden State. Phoenix e Memphis sono in rampa di lancio, bisognerà capire il roster che avrà Houston e come andrà la stagione di New Orleans.
Mai scommettere però contro Gregg Popovich, soprattutto se 2/3 ragazzi (Walker, Murray, Johnson) dovessero avere una breakout season.