La stagione 2018/19 ha finalmente infuso un’identità ai Sacramento Kings che, malgrado un record negativo (39-43), hanno decisamente cambiato marcia rispetto alle annate precedenti. Il nono posto nella Western Conference è stato da molti inaspettato e da altri premeditato. Tante sono state le novità a Sactown. Dal talento riscoperto della point-guard De’Aaron Fox alla dimostrazione di potenziale leadership di uno dei migliori tiratori della lega, Buddy Hield; dallo sviluppo progressivo dei due rookie, Bagley e Giles, alla scoperta dell’estro di due garanzie serbe come Bogdanovic e Bjelica. Nel contempo, la capitale della California è stata soggetta anche a svariati scossoni. Scambi repentini e massicci in occasione della trade deadline e dirigenza in guerra silente con il coaching staff sono solamente alcuni esempi. Eppure, adesso, i Sacramento Kings sono perfettamente a conoscenza del loro ruolo in questa agguerrita Western Conference. Quello di underdog. Ecco la preview dei Kings 2019/20.
Cosa è successo nella stagione 2018/19
- Record: 39-43
- Piazzamento: seed #9, Western Conference
- Offensive rating: 110.4 (18esimi nell’NBA)
- Defensive rating: 111.5 (20esimi nell’NBA)
- Team leaders: Buddy Hield (20.7 PTS), De’Aaron Fox (7.3 AST), Willie Cauley-Stein (8.4 REB)
- Numero chiave: Con 115.3 punti subiti a partita, i Kings sono tra le peggiori squadre a livello difensivo della lega
I movimenti estivi
L’estate di Sacramento è iniziata prima di tutte le altre franchigie, con un cambiamento improvviso quanto inaspettato alla guida del team. Dopo tre stagioni da head coach nella capitale della California, Dave Joerger è stato licenziato. Il motivo è quello della sconfitta nell’ultima partita della stagione 2018/19 contro i Portland Trail Blazers. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la rimonta adoperata da questi ultimi (28 punti nel giro di pochi minuti) nei confronti dei malcapitati Kings. I rapporti di mutua fiducia sono venuti a mancare tra il GM Vlade Divac e il coach Joerger. Ed è così che la nuova gestione è adesso capitanata dall’ex Lakers, Luke Walton.
Dopo aver scelto Marvin Bagley III alla seconda chiamata al draft del 2018, i Kings hanno saltato l’intero primo giro del draft dello scorso giugno. Il front-office ha pescato dunque due prospetti che avranno bisogno di tempo prima di ambientarsi nella lega. Si parla della scelta numero 40, la guardia senior proveniente dal Wyoming, Justin James e della scelta numero 55, uno dei protagonisti del trionfo della March Madness targato Virginia , la shooting guard Kyle Guy. Data la profondità del roster e l’abbondanza di giocatori nello spot di guardia, entrambi vedranno difficilmente il campo.
In sede di free-agency, i Kings si sono mossi cautamente, ma in maniera celere. La prima decisione è stata quella di riconfermare Harrison Barnes con un quadriennale da 88 milioni di dollari, a seguito della decisione dello stesso, di rifiutare la player option da 25,1 milioni. Ci si aspettava, dunque, un’altra riconferma, quello del centro Willie Cauley-Stein. Tuttavia, è arrivata la firma dell’ex Hawks, Dewayne Dedmon, che ha sorpreso molti addetti ai lavori. Scaduti i contratti di Alec Burks e Kosta Kofous, occorreva inoltre trovare un giocatore di esperienza, che potesse prestar manforte ai giovani. L’indiziato uomo spogliatoio è dunque stato trovato in Trevor Ariza, il quale è riuscito a strappare un biennale da 25 milioni di dollari.
A completare il roster sono arrivati due ottimi rinforzi che hanno reso la panchina di Sacramento uno delle più profonde dell’NBA. Sono Cory Joseph, point-guard proveniente dai Pacers, tra i fautori dell’accesso ai playoffs della squadra di Indianapolis (eccellente rinforzo per la second unit) e Richaun Holmes, centro proveniente da Phoenix (soprannominato Dunkman) dotato di un atletismo e un’agilità parecchio rari tra i pari ruolo. La firma di quest’ultimo è più un’assicurazione voluta dal coaching staff di Sacramento, preoccupato dalle condizioni fisiche precarie di Harry Giles che lo hanno fatto star fermo per l’intera stagione 2017/18 e 24 partite in quella appena trascorsa.
Kings preview 2019/20: il gioco
Il nuovo coach Luke Walton, da sempre acerrimo rivale della franchigia, avrà l’arduo compito di gestire un gruppo di giovani nel pieno della loro fase di maturazione. Senza ombra di dubbio, non sarà una novità per l’ex Lakers, dato che nella sua unica avventura da allenatore nella città degli angeli, ha dovuto ricoprire la medesima mansione. Nel contempo, i rinforzi estivi di riconosciuta esperienza (Ariza, Joseph e Dedmon) aiuteranno enormemente il coaching staff nel processo di crescita tecnica, ma soprattutto mentale, dei diversi giovani.
Il gioco prediletto da Walton è da sempre stato quello ad un ritmo elevato, con una grande quantità di possessi (il PACE dei Lakers con lui in panchina, nelle ultime tre stagioni, è stato sempre da top 3 della lega). Corsa e contropiede sono i due mantra del coach californiano e difficilmente il copione cambierà a nella City of Trees. A dimostrazione di ciò vi è il capitale umano a sua disposizione, il quale si immedesima perfettamente con la sua concezione di pallacanestro. Le due point-guard dei Kings, De’Aaron Fox e Cory Joseph, amano correre in campo aperto e trovare una conclusione a canestro prima che la difesa possa schierarsi. Il primo ha appena trascorso la stagione della sua consacrazione (17.3 punti e 7.3 assist di media, in 81 partite) che gli ha beneficiato una candidatura al giocatore più migliorato della stagione.
Un assaggio dell’esplosività del giocatore più veloce dell’NBA: De’Aaron Fox
Lo vedremo titolare insieme a Buddy Hield ad occupare rispettivamente il 1° e il 2° spot. Sarà proprio la shooting-guard delle Bahamas la prima soluzione offensiva della squadra, in quanto miglior realizzatore tra i Kings nella scorsa annata con 20.7 punti a partita (+7.2 punti rispetto a quella precedente). Inoltre, il nuovo modello di gioco inoculato da Walton, che adopererà primariamente un attacco di transizione, metterà in risalto le abilità di tiro della guardia bahamense. (secondo miglior tiratore da 3 punti della Lega dopo Steph Curry)
Le due ali saranno Harrison Barnes e Marvin Bagley III. L’ex Dallas Mavericks ha giocato 28 partite con i Kings la scorsa stagione e la sua intensità difensiva ha permesso alla squadra di giocarsi buona parte delle partite nel finale di stagione. Non a caso è arrivata la riconferma per Black Falcon. Bagley è invece il giocatore in cui la franchigia sta riponendo le speranze di medio-lungo termine. L’ala proveniente da Duke, ha giocato un’ottima stagione (14.9 punti, 7.6 rimbalzi, 52.5 eFG% in 25.3 minuti) ed è stato dunque inserito nel miglior quintetto di rookie.
Agilità nell’attaccare il canestro e difendere sulle point-guard avversarie, presenza costante sotto canestro, discreto tiro dalla media e dalla lunga distanza, voglia di migliorarsi giorno per giorno e di dimostrare il motivo per cui sia stato scelto alla numero 2 (di fronte il portento Luka Doncic). Queste sono solo alcune delle caratteristiche del numero 35. E se affinate nella maniera adatta, potremmo assistere ad un upgrade esponenziale nel suo secondo anno, proprio come accaduto ai suoi due compagni di squadra, Hield e Fox.
Contropiede ed eurostep di Marvin Bagley III. E Luke Walton può sorridere
A completare il quintetto titolare vi sarà il neo innesto Dewayne Dedmon, meno esplosivo del suo predecessore Cauley-Stein e dunque meno funzionale al gioco di Luke Walton. L’ex Atlanta è tuttavia dotato di un buon tiro dalla lunga distanza per essere un centro (38.2% da tre punti con 3.4 tentativi a partita). Oltre al fatto che la sua presenza sotto i ferri si farà sentire eccome (7.5 rimbalzi a partita nel corso della sua ultima stagione).
Lo vedremo spesso alternarsi con un altro sophemore, Harry Giles, su cui la franchigia sta puntando particolarmente. Se sano, il giovane ex Duke, potrebbe pian piano incrementare il suo minutaggio durante l’arco della stagione. Anche lui è un ragazzo che ha bisogno di giocare: apprende giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita. Lui e Bagley assieme sul parquet potrebbero essere una coppia di lunghi molto pericolosa. Energia, esplosività, rapidità nei passaggi, movimento continuo con e senza palla, sono gli attributi che potrebbero mettere in mostra i due ragazzi ex Duke. Queste stesse, oltretutto, sono peculiarità che si amalgamerebbero perfettamente alla filosofia di gioco di Luke Walton.
Un duo da tener d’occhio: Bagley & Giles
La second unit sarà dunque così composta: Joseph, Bogdanovic, Ariza, Bjelica, Giles. Le due ali (Ariza e Bjelica) sono tra i migliori difensori dell’intera lega. Il primo può vantare alle sue spalle 15 anni di esperienza e servirà come leader emotivo e tecnico per la squadra. Il suo minutaggio dovrà necessariamente ridimensionarsi, dal momento che, nelle nove delle ultime sue dieci stagioni, il suo impiego in campo ammonta a 33 minuti. Nemanja Bjelica è stato invece il miglior difensore dei Kings della passata stagione. Entrambi, inoltre, saranno funzionali per allargare il campo in quanto dotati di un’ottimo tiro dalla lunga distanza. A testimoniare ciò vi sono la cura D’Antoni per il primo e un eccellente 40.1% per il secondo.
Guy, Holmes, Ferrel e James calcheranno sporadicamente il parquet. Garbage time ed infortuni sono tuttavia pane quotidiano per i team NBA, soprattutto per la grande quantità di partite e di stress fisico a cui sono sottoposte. Potranno dunque entrare nelle rotazioni nel corso della stagione.
Un potenziale fattore: Bogdan Bogdanovic
In qualità di sesto uomo agli ordini di Walton & co., vi sarà il miglior giocatore della nazionale serba dello scorso mondiale (e secondo molteplici addetti ai lavori, l’MVP assoluto della manifestazione) con 22.9 punti in 28 minuti di media. Bogdan Bogdanovic è l’arma segreta di questi Kings ed è pronto a prendere le chiavi del secondo quintetto. La difesa dovrà essere un aspetto da migliorare per Boggie ed Ariza sarà pronto a spalleggiarlo in questa mansione.
L’impiego della shooting guard serba in termini di minutaggio è stato il più alto tra i panchinari dei Kings nelle ultime annate (quasi 28 minuti a partita). Già dallo scorso anno ha cominciato ad addossarsi molte più responsabilità (2.3 tiri tentati in più rispetto al suo primo anno). E se riuscirà a rimanere freddo anche in situazioni meno statiche, tipiche del gioco di Walton, potrebbe diventare una risorsa di fondamentale importanza nell’attuale NBA, dove i tiratori da 3 punti stanno influendo in misura sempre maggiore. Con il miglior Bogdanovic, i playoffs per questi Sacramento Kings potrebbero non essere più una semplice speranza, ma una piacevole realtà.
Il buzzer beater di Bogdanovic contro i LAL. “If you don’t like that, you don’t like Kings basketball”.
Dove possono arrivare i Kings?
Secondo molteplici siti di scommesse ed algoritmi predittivi, i Sacramento Kings hanno pochissime possibilità di arrivare tra le prime otto nella Western Conference (circa il 6% secondo FiveThirtyEight). La squadra di Walton, trovandosi nella Pacific Division, dovrà giocare parecchie partite contro i Golden State Warriors e le due squadre di Los Angeles (Clippers e Lakers). Ognuna di esse punterà indubbiamente al titolo e, di conseguenza, non sarà un percorso semplice quello per i giovani Kings che dovranno sudare ogni singolo incontro degli 82 match della stagione regolare.
Per capovolgere le aspettative e rientrare dunque tra le prime otto franchigie della costa ovest, il coaching staff di Walton (tra cui l’ex head coach dei Phoenix Suns, il serbo Igor Kokoskov) dovrà lavorare sui punti deboli del team. In questo senso, la difesa è un aspetto primario da ritoccare. E occorre adoperarsi prima dell’inizio della stagione, perché ritardi e/o aggiustamenti in corso d’opera non sono concessi in una conference così competitiva.
Fattore importante sarà inoltre le tempistica della firma di Buddy Hield. Vlade Divac & co. devono discutere il prima possibile gli obiettivi di medio-lungo termine con il giocatore. Una volta che entrambe le parti saranno coscienti del loro futuro, l’intero ambiente ne trarrà beneficio. Serenità e consapevolezza sono infatti parole d’ordine in un gruppo di giovani e quanto mai per questi Kings.
In ogni caso, il Golden 1 Center sarà estremamente carico per la prossima stagione. Se da un lato, infatti, opinionisti e giornalisti danno pochissime chances ai Kings, tifosi e addetti ai lavori locali sono quasi sicuri che la lotta per l’accesso ai playoffs vedrà anche la loro franchigia coinvolta.
L’unica sicurezza è che il team di Sacramento si divertirà e ci farà divertire. Perché come dice l’altista canadese Derek Drouin, “quando sei l’underdog hai certamente meno pressione, ed è sempre divertente sorprendere tutti”.