Mentality . È questa la parola che ha tenuto banco nell’estate canadese dei Toronto Raptors,e a quanto pare quelle del coach Dwane Casey dopo la cocente eliminazione a vantaggio dei Cleveland Cavaliers agli scorsi playoff non erano solo parole fini a se stesse.
Le prime due uscite stagionali hanno portato in dote ai Raptors due vittorie davvero convincenti sia sotto il piano del punteggio che su quello del gioco. Se fino all’anno scorso l’attacco dei dinosauri era affidato principalmente agli isolamenti di DeMar DeRozan e Kyle Lowry in queste prime due partite si è assistito ad un cambio netto nell’impostazione della fase offensiva.
Le gerarchie dei tiri si sono totalmente stravolte rendendo Lowry non più la seconda opzione in attacco ma un playmaker più puro, col compito di impostare l’azione dei compagni più che tentare di andare a canestro,distribuendo a Norman Powell e Serge Ibaka le responsabilità di prendersi tiri con maggior frequenza. Negli schemi entra invece prepotentemente Jonas Valanciunas che nelle passate stagioni sembrava avulso dal gioco, i suoi compagni lo cercano e lui risponde a forza di fisicità, rimbalzi e punti. DeRozan invece non ha più solo il compito di segnare,ma anche quello di portare palla e impostare. Questo sistema era già stato sperimentato l’anno scorso dopo l’infortunio di Lowry, ma in queste due partite ciò è avvenuto con costanza anche con Lowry stesso in campo; DeMar invece sembra saperci fare ed essersi allenato duramente per questo ruolo di play in seconda.
Lowry, prima di concludere, si sta occupando di mettere in ritmo i compagni.
Altra cosa che era mancata l’anno scorso era la solidità della second unit che per ora si sta dimostrando stupefacente con OG Anunoby e Delon Wright sugli scudi insieme a CJ Miles. Una panchina giovane e vogliosa che dimostra di poter dare uno strappo alla partita o di far rifiatare il quintetto senza eccessivi affanni.
La mentalità era ciò di cui i Raptors avevano e hanno bisogno e, se queste due partite possono essere valutate come premessa di questa stagione, le carte in regola per dar fastidio nella corsa per l’Eastern Conference ci sono tutte. A patto di mantenere intatta la mentalità che il collettivo viene prima del singolo e delle statistiche individuali, parola di Dwane Casey.