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Glory of the 70s: Julius Erving

di Francesco Zoppis
Julius Erving

Julius Erving non è stato un giocatore normale, un giocatore speciale in una epoca veramente unica. I motivi per cui amiamo il basket sono molti: la tensione, lo spettacolo, i vincitori, i vinti, le finali, i buzzer beater, le schiacciate. Ci sono tantissime cose che rendono questo sport meraviglioso. Ci sono poi i giocatori che rendono tutto ciò possibile e, soprattutto, c’è qualcuno che, nella categoria “schiacciate” ha avuto da dire la sua, qualcuno che ha talmente influito in questo sport al punto che, qualche anno dopo, un  certo Michael Jordan affermerà “Without him you wouldn’t have me”, uno che con si annovera tra i più grandi di tutti i tempi: Julius “Dr. J” Erving.

Julius Winfield Erving nasce il 22 febbraio 1950, a East Meadow, New York.  Il suo avvicinamento alla palla a spicchi è da inserire nella sua infanzia: fin da 8 anni, con I compagni di scuola, passa le giornate al playground, tutto il giorno a fare 3 vs 3 o gare di horse. Solo che Julius Erving è più bravo dei compagni e questo suo talento lo porta a trasformare il basket in un sogno per una carriera, riuscendo ad affermarsi prima al liceo e poi alla Università del Massachusetts, dove entrò nel 1968.

Julius Erving l’inizio del mito 

Il suo marchio di fabbrica: la schiacciata.

All’inizio della sua carriera professionistica giocò con i Virginia Squires, nel campionato ABA , dove rimase per due anni prima di passare ai New York Nets, dove vinse due titoli, contribuendo con quasi 27 punti di media a partita e diventando uno dei leader assoluti della “American Basketball Association”. Nel 1976 però la ABA fu assorbita dalla più spettacolare e prestigiosa NBA e così Julius lasciò New York per trasferirsi ai Philadelphia 76ers, squadra con cui giocò tutto il restante della sua lunga carriera. Il suo passaggio ai Sixers avvenne dopo che i New York Knicks rifiutarono Dr. J, ancora oggi si parla di questa decisione, da parte dei Knicks, come una delle più sbagliate della storia.

Erving è quindi pronto ad affermarsi, a tutti gli effetti, come uno dei migliori in circolazione. Le sue giocate meravigliose fanno vendere i biglietti – lo stadio era sempre pieno – ma Julius non si limita solo allo spettacolo, uno dei suoi talenti migliori è, infatti, la capacità di giocare di squadra. Non a caso i Sixers, che prima dell’arrivo di Dr J stavano vivendo uno dei periodi peggiori della loro storia, nel 1977 tornano in finale NBA, riuscendo a battere in finale di conference i Boston Celtics, squadra più forte di quegli anni, dove però vengono sconfitti dai Portland Trail-Blazers, vanificando così un vantaggio iniziale di 2-0 nella serie.

Il successo di Dr J non si limitava semplicemente al parquet: scarpe con il suo nome, spot pubblicitari, apparizioni in TV rendevano Erving uno dei giocatori più amati dell’intera lega. La sua faccia simpatica e i suoi capelli afro erano su tutti i manifesti pubblicitari delle grandi città, cosicché anche chi non fosse appassionato di basket, potesse avere l’occasione di apprezzarlo. Ovviamente però il successo principale era quello sul campo: dopo aver perso di nuovo le Finals, nel 1980, contro i Lakers, nel 1980-81 visse la sua stagione personale migliore, vincendo l’MVP e trascinando i suoi alle Finals, dove però, di nuovo, vennero sconfitti dai Lakers. Dopo quella bruciante sconfitta, la dirigenza di Philadelphia si rese conto che con Erving in squadra si doveva vincere un titolo, ma si rese anche conto che per rendere ciò possibile mancava un tassello. Questo tassello arriva nell’off-season ’81 e si chiama Moses Malone. Erving-Malone rappresentano tutt’oggi uno dei duo più forti della storia. Grazie a questi due Philadelphia riesce a conquistare il suo primo titolo, battendo i soliti Los Angeles Lakers, con un secco 4-0.

Dopo la vittoria del titolo Erving pensò al ritiro, a 33 anni non si sentiva più in grado di compiere le gesta che lo avevano reso uno dei più forti. Dopo qualche ripensamento decise di continuare a giocare ma il calo fisico fu evidente, e con lui non più eccelso anche la squadra ne risentì, abbandonando la nomea di favorita ad ogni inizio stagione.

Julius Erving la fine dei giochi

Nel 1987 decise di chiudere la carriera, con un farewell spettacolare. La sua vita al difuori del basket è stata caratterizzata da un rapporto extraconiugale che ha portato alla nascita di una bambina con la quale ha allacciato i rapporti solo 15 anni più tardi, ha ispirato un’intera generazione di rapper con i suoi modi di fare molto “di strada” (Dr. Dre gli deve il soprannome), è diventato anche un grande imprenditore. Insomma ancora oggi si sente spesso parlare di Erving, d’altronde è stato sicuramente uno dei giocatori più forti della storia e sicuramente come dice MJ, chissà che basket sarebbe stato senza Julius Erving.

Oggi? La sua eredità è sempre presente, importante, imponente nella NBA attuale: figura che ha ancora più di una voce in capitolo quando si tratta di basket, Julius Erving. Una ala piccola veramente speciale, che ha cambiato per sempre il basket moderno, già dal suo soprannome, ma non solo per quello.

Doctor J ha lasciato una eredità importante. Questi sono stati i suoi riconoscimenti come giocatore:

  • Campione NBA: 1
Philadelphia 76ers: 1983
1980-81
1977, 1983
  • Premio J. Walter Kennedy: 1
  • 1982-83 All-Star Game: 11 apparizioni; nel: 19771978197919801981198219831984198519861987
  • Squadre All-NBA:
First Team: 1978, 1980, 1981, 1982, 1983
Second Team: 1977, 1984
New York Nets: 1974, 1976
  • MVP della regular season: 3
1973-74, 1974-75, 1975-76
  • MVP dei playoffs: 2
1974, 1976
  • Convocazioni all’ABA All-Star Game: 5
1972, 1973, 1974, 1975, 1976
  • Squadre All-ABA:
First Team: 1973, 1974, 1975, 1976
Second Team: 1972
  • ABA All-Defensive First Team: 1976
  • ABA All-Rookie First Team: 1972
  • ABA Slam Dunk Champion: 1976
  • ABA All-Time Team

 

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