Home Eastern Conference Teams NBA Prediction 2015-2016: New York Knicks

NBA Prediction 2015-2016: New York Knicks

di Matteo Meschi

Record: 32 – 50

If it can not happen in New York, it cannot happen anywhere else”.

Immaginate questo: concludete la vostra peggior stagione di sempre, prendete la quarta scelta dalla lottery quando potevate finire quinti nella peggiore delle ipotesi, selezionate l’unico giocatore contestato dai tifosi ancora prima che questi possa giocare anche solo un minuto di partita, mancate tutti i principali obiettivi di mercato e, alla fine, iniziate comunque la stagione con la speranza di arrivare ai playoff. Dove vi trovate? Nell’unico posto possibile al mondo: New York.

Non è stata un’estate facile per i Knicks. Quando si cade, è dura rialzarsi. Farlo dopo aver raso al suolo ogni traccia di progetti tecnici passati, ancora di più. “Un passaggio doloroso ma necessario” si difende Phil Jackson. Forse. Lo scopriremo già dalla prima stagione, la prima in cui verrà veramente valutato il suo operato dopo un anno fatto di umiliazioni e pesanti sconfitte.

MOVIMENTI DI MERCATO

Phil Jackson, da buon architetto, ha deciso di ripartire dalle fondamenta, demolendo come detto ogni traccia del passato. Dall’estate 2014 se ne sono andati (o arrivati e rilasciati nel giro di breve) Dalembert, Bargnani, Chandler, JR Smith, Shved, Shumpert, Felton, Prigioni, Jason Smith, Hardaway Jr, Stoudemire, Kirk, Vanderberg, Acy, Tyler, Brown, Aldrich, Odom, Larkin e Ellington. Venti giocatori, praticamente una squadra. Molto scarsa, certo, ma pur sempre una squadra intera.

Ma i tifosi dei Knicks non hanno visto solo addii. Quest’estate sono arrivati un mix di giovani da formare e un gruppo di veterani già pronti a trasmettere i movimenti e i segreti della triangle offense.

Ogni tipo di discorso però non può prescindere dal draft 2015, il primo a cui i Knicks sono tornati a partecipare da tempi immemori. Quarta scelta, Mudiay tra le mani e…. Porzingis! Per carità, la Lettonia sarà anche affascinante, ma il tifoso newyorkese si aspettava un giocatore in grado di infiammare la platea: per Porzingis, siamo ancora ai fiammiferi.

Kristaps Porzingis

Attenti però a sottovalutare il Maestro Zen: se Jackson lo ha scelto, un motivo c’è, e dalle prime uscite di preseason si è anche cominciato a capirlo. Dotato di buonissima dote di tiro e intelligenza tattica a palate, per i tifosi newyorkesi la speranza è quella di ritrovarsi ad avere tra le mani quello che in passato sono stati Gasol e Nowitzki (tanto per citare due lunghi europei a caso).

Probabilmente non si tratterà di un giocatore in grado di spostare gli equilibri della lega (con quel fisico asciutto e magro forse faticherà anche solo a spostare il comodino di casa durante il trasloco), ma era quello che serviva più di tutti. New York deve ripartire e per farlo serve prima di tutto cervello.

Il secondo colpo proveniente dal draft 2015 è stato un vero e proprio colpaccio di Phil Jackson: via Hardaway Jr, amato a New York come un raffreddore a primavera, e dentro la diciannovesima scelta degli Atlanta Hawks, il playmaker Jerian Grant, ritenuto da molti un potenziale steal of the draft. Il suo ruolo sarà quello di crescere affianco a Calderon: dovesse veramente mantenere tutte le promesse, sarebbe solo questione di tempo prima che gli venga affidato il controllo della squadra.

Nella free agency partita dopo il draft invece la strategia è stata quella di prendere il meglio di ciò che era alla portata: infatti, se era realisticamente impensabile arrivare ai vari Gasol e Aldridge, quel che si è riuscito a firmare è tutta ottima roba.

  • Robin Lopez: l’ex centro di Portland promette battaglia sotto canestro (una rarità nell’ultimo anno, quando ci si è dovuti barcamenare tra un Bargnani e un Amundson). Sarà lui la chiave per garantire sostanza al reparto più debole della scorsa stagione;
  • Kyle O’Quinn: newyorkese che gioca per New York. Nelle sue prime uscite di preseason ha sfoderato prestazioni da 17 punti e molto altro: ci manca solo l’esultanza “cooking” e anche i Knicks possono dire di avere il loro Barba.
  • Derrick Williams: l’ala ex Sacramento è alla sua ultima chance. O riesce a sfondare stavolta, o passerà alla storia come uno dei più grandi bust del terzo millennio. A guardare le treccine con cui si è presentato al Madison Square Garden, finora di bust c’è solo il suo parrucchiere.
  • Arron Afflalo: dopo la sua esperienza a Portland ritrova a New York il suo ex compagno Melo: dovesse anche solo riavvicinarsi ai livelli di Denver, quando decideva partite con triple allo scadere, i Knicks ritroverebbero una guardia degna di questo nome dai tempi di Allan Houston. O di JR Smith prima di Rihanna, se preferite.

  • Sasha Vujacic: il suo arrivo ha fatto storcere il naso a moltissimi. Se da un lato sarà impossibile rivederlo ai livelli dei Lakers, dall’altro potrebbe portare quel contributo fondamentale nel far respirare la triangle offense a pieni polmoni in tutto lo spogliatoio.

QUINTETTO BASE

Con tutti questi nuovi arrivi, chi inizierà titolare la stagione? Calderon, Afflalo e Lopez sembrano abbastanza certi e va bene, non è una grande previsione. Il vero mistero sono le due ali. Melo ha annunciato che giocherà spesso da quattro, e allora in questo caso come ala piccola potrebbero esserci Derrick Williams o Cleanthony Early.

Quando invece tornerà ad occupare il suo tradizionale ruolo di ala piccola sarà Porzingis la scelta più logica come quattro.

Riguardo gli altri, O’Quinn resta un’eccellente alternativa per aggiungere muscoli nel pitturato, mentre Vujacic un backup d’esperienza per Afflalo.

Coach Fisher non ha la coperta lunghissima, ma se già potesse cominciare ad avere qualche punto fermo, la situazione si farebbe estremamente interessante sotto l’Empire State Building.

ASPETTATIVE PROSSIMA STAGIONE

Le aspettative della prossima stagione sono la classica domanda da non fare a un tifoso Knicks. La scorsa stagione puntava al settimo posto: il risultato è stato tragicomico.

Derek Fisher, alla sua seconda stagione sulla panchina dei New York Knicks

Quest’anno l’aspirazione deve essere quella di creare delle basi solide per il futuro. Missione impossibile? Assolutamente no. Le previsioni di vittorie di questa squadra sono estremamente altalenanti: potrebbe andare malissimo come potrebbe andare benissimo.

Nella peggiore delle ipotesi, si replica la scorsa stagione, con la differenza che la propria scelta del draft finirà ai Raptors.

Nella migliore invece gira tutto bene, Porzingis si rivela un uomo in missione e tutti ai playoff. Ok, non succederà mai, ma se i Knicks raggiungessero le 30 W si potrebbe cominciare seriamente a pensare ad un futuro vincente.

UOMO CHIAVE

Nonostante i cambiamenti, rimane sempre uno l’uomo di riferimento per i tifosi arancioblù: Carmelo Anthony. La star di Syracuse rimane l’unica vera speranza a cui attaccarsi: cambiano i flauti, i baritoni e i violoncelli, ma il direttore d’orchestra rimane sempre lui.

Tutto dipenderà dal suo ginocchio, se reggerà o meno, ma se facesse davvero tutta la stagione in salute Anthony potrebbe tranquillamente trascinare da solo i Knicks fuori dalle paludi.

Con un giocatore così è difficile immaginare meno di 30 vittorie: per questo motivo Phil Jackson riverserà tutte le sue preghiere per preservare lo stato di salute del ragazzo, vero e proprio ago della bilancia della prossima stagione.

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