Home NBA, National Basketball AssociationNBA TeamsDallas Mavericks NBA Playoffs Analysis: buoni e cattivi di questo Primo Turno dei Playoffs

Con la fine della serie tra tra Clippers e Spurs, siamo ormai giunti all’inizio delle Semi-Finals di questi Playoffs 2015. Facendo un piccolo passo indietro, però, cerchiamo di capire chi, tra le 16 franchigie che hanno disputato il Primo Turno, ha mantenuto le attese, ha deluso o ha sorpreso: ecco a voi il pagellone con i buoni e i cattivi di questo Primo Turno dei Playoffs, partendo dalla Western Conference:

Buoni pollice-su-2

 

  • Los Angeles Clippers – voto: 8,5
Semplida serie da parte dei Clippers, che adesso fanno davvero paura

Semplida serie disputata dai Clippers, che adesso fanno davvero paura

Assolutamente il miglior team di questo Primo Round. Quando affronti una stagione iniziata con l’allontanamento del tuo presidente, causa razzismo, e l’ambiente intorno a te non crede molto nelle tue possibilità, tutto è più difficile. Se, nonostante tutto, arrivi terzo e becchi i campioni in carica dei San Antonio Spurs, allora la tua è proprio sfiga. I losangelini, però, hanno dimostrato di essere maturati: i Clippers hanno le potenzialità per giocarsela fino in fondo. Dopo un’infinita serie con gli Spurs, culminata in una Gara-7 mozzafiato, gli uomini di Doc Rivers sono usciti altamente rafforzati dallo scontro contro Duncan&Co.; merito sicuramente delle grandi prestazioni di Chris Paul e Blake Griffin su tutti, aiutati dal solito Jamal Crawford e, a sorpresa, dall’uomo che non t’aspetti: Austin Rivers. Se i Clippers saranno una franchigia che possa ambire al titolo oppure no, lo scopriremo solo vivendo. Maturandi.

 

  •  Golden State Warriors – voto: 7,5
Steph Curry da spettacolo già nel Primo Turno: i Warriors volano verso le Finals

Steph Curry da spettacolo già nel Primo Turno: i Warriors volano verso le Finals

Tutto secondo copione. I Golden State Warriors versione Kerr fanno paura e, i malcapitati Pelicans dell’esordiente Anthony Davis, non hanno potuto far niente se non assistere allo strapotere di Curry e compagni. Giocare contro NOLA, alla prima apparizione nei Playoffs dal 2011, non è stato di certo il compito più arduo da affrontare per i Warriors ma, il verdetto del campo, ha parlato di una Golden State è assolutamente pronta per proseguire la propria marcia verso l’obiettivo dichiarato: il titolo NBA. Steph Curry, formato MVP, ha fatto ammattire la difesa dei Pelicans e, aiutato dal contributo di Klay Thompson, confermano di essere uno dei migliori backcourt della lega, se non il migliore. Da non dimenticare assolutamente l’importante aiuto di Draymond Green, solido in difesa e temibile in attacco, con un ‘supporting cast’ niente male che, unito ad una panchina profonda e completa in tutti i reparti, rende i Warriors la favorita per la vittoria finale. Primi della classe.

 

  • San Antonio Spurs – voto: 7
Duncan da paura ma non basta: gli Spurs si devono arrendere ai Clippers in Gara-7. Possibile ricostruzione a San Antonio?

Un Duncan da paura non basta: gli Spurs si devono arrendere ai Clippers in Gara-7.

Se sei i San Antonio Spurs di coach Popovich, allora lo slogan “impossible is nothing” di una noto marchio internazionale è qualcosa di veramente tangibile: nonostante il tempo scorra inesorabile, sono sempre lì, pronti a dare battaglia. E che battaglia. Sfida memorabile contro i Los Angeles Clippers che rimarrà nella storia di questo sport e, nonostante un Duncan che a 39 anni faccia ancora il bello e cattivo tempo, gli Spurs hanno dovuto alzare bandiera bianca in Gara-7 questa volta, dovendosi arrendere dinanzi allo strapotere fisico e alla tenacia degli avversari. Nonostante una serie ricca di colpi di scena, eccezion fatta per Duncan, il duo Ginobili-Parker non ha lasciato buoni ricordi in questo Primo Turno, con prestazioni al di sotto delle aspettative, complici qualche acciacco di troppo e l’età ormai avanzata. Ad ogni modo, la speranza è quella che, questi “giovani vecchietti”, possano decidere di rimandare ancora il momento dei saluti, facendoci vivere nuovamente le stesse emozioni che ci fanno provare di stagione in stagione. Immortali.

 

  •  Memphies Grizzlies – voto: 7
Zach Randolph e Marc Gasol trascinano i Grizzlies verso le Semi-Finals: ci sarà da soffrire contro Golden State.

Zach Randolph e Marc Gasol trascinano i Grizzlies verso le Semi-Finals: ci sarà da soffrire contro Golden State.

Sulla carta doveva essere una delle sfide più esaltanti quella contro Portland ma, alla luce di quanto visto in campo, non c’è stata proprio storia. Memphis, nel Primo Turno di questi Playoffs, ha confermato le premesse: i Grizzlies sono pronti a sorprendere. 4-1 sonoro rifilato a Lillard e Aldridge che, nonostante un moto d’orgoglio avuto in Gara-4, niente hanno potuto fare contro la corazzata Memphis, che ha dimostrato, ancora una volta, il perché sia reputata una delle migliori difese della lega, con un attacco che sembra essere molto più fluido rispetto al passato. Inutile soffermarsi sul fatto che il duo Gasol-Randolph sia la punta di diamante che ha deciso il Primo Round in favore dei Grizzlies; allo stesso tempo, non bisogna dimenticare l’importanza di Mike Conley negli equilibri del team, infortunatosi però in Gara-3 dopo una gomitata ricevuta in volto. Attenzione per i prossimi turni: la sua perdita potrebbe risultare un fattore decisivo ai fini del risultato. Certezza.

 

  • Houston Rockets – voto: 6,5
Harden continua a pennellare magie e i Rockets viaggiano lanciati verso grandi traguardi: attenzione a Houston.

Harden continua a pennellare magie e i Rockets viaggiano lanciati verso grandi traguardi: attenzione a Houston.

Il voto ricevuto dagli Houston Rockets non deve risultare per nulla al ribasso. La decisione deriva semplicemente dalla netta inferiorità degli avversari. Nulla da eccepire a questi Rockets, ci mancherebbe. Dopo la buona Regular Season disputata, gli uomini di coach McHale hanno mantenuto le aspettative, dimostrando di essere letali in attacco come sempre, grazie all’estro creativo di Harden, la potenza sotto canestro di Howard e i fattori quali Smith, Terry e Brewer dalla panchina. Certamente, però, la serie che attendeva Houston, era sicuramente una delle più abbordabili della Western Conference: Mavs mai pervenuti, se non attraverso un sussulto in Gara-4, ma, aldilà del singolo episodio, si poteva facilmente prevedere una vittoria dei Rockets. Ad ogni modo, Houston rimane una delle principali favorite ad Ovest. Fondamentale per il proseguo dell’avventura, sarà sicuramente la sfida contro i Clippers. Paul e compagni sono avvisati: il ‘barba’ ha fame di vittoria. Mina vagante.

 

  • New Orleans Pelicans – voto: 6
Apparizione per i Pelicans, record per Davis. Nulla da fare contro lo strapotere dei Warriors.

Apparizione per i Pelicans, record per Davis. Nulla da fare contro lo strapotere dei Warriors.

Dopo una qualificazione quasi insperata ad un certo punto della stagione, poi agguantata all’ultima giornata disponibile, i New Orleans Pelicans si apprestavano ad entrare ai Playoffs come cenerentola dell’Ovest. Né infamia né lode per coach Williams e i suoi ragazzi: i Warriors di Curry erano un avversario altamente difficile da affrontare, il peggiore della lega. In realtà, i Pelicans hanno provato ad alzare la voce in un paio di occasioni, tentando una clamorosa rimonta dal -25 in Gara-1, finita però in un nulla di fatto, e in Gara-3, dove la rimonta l’hanno subita loro però, finendo per perdere la partita all’Overtime. La nota positiva, è stata ovviamente l’esordio di Anthony Davis. La 1a scelta al Draft 2012 ha dato spettacolo sin da subito, facendo registrare un importante record personale: AD45, infatti, è il più giovane di sempre a mantenere almeno 30 punti e 10 rimbalzi di media nelle prime 4 partite dei Playoffs. Chissà che, con una sua riconferma in estate, i Pelicans non possano fare tornare ai Playoffs anche il prossimo anno. Comparsa.

 

Cattivi polgiuì

 

  • Portland Trail Blazers – voto: 5
Lillard e i Blazers non girano: netta l'eliminazione patita per mano dei Grizzlies.

Lillard e i Blazers non girano: netta l’eliminazione patita per mano dei Grizzlies.

Va bene le pesanti assenze di Afflalo e Matthews, va bene anche l’aver dovuto affrontare un avversario ostico come Memphis ma, scendere in campo e giocare come i Portland Trail Blazers hanno fatto in questo Primo Turno, è davvero inconcepibile. La sfida tra Grizzlies e Blazers preannunciava spettacolo, una serie da probabile Gara-7. Invece, per colpa delle orribili prestazioni di Portland, abbiamo assistito ad un vero e proprio monologo targato Memphis Grizzlies. Difficile dire cosa sia andato storto e cosa no; Portland sembra non sia mai scesa in campo e, Damian Lillard, risulta essere l’emblema della delusione attorno al team, sottotono per tutta la serie, eccezion fatta per Gara-4. Una vera delusione per i tifosi di Portland, una grande amarezza per tutti gli appassionati NBA che speravano in una sfida molto più esaltante di quella poi ammirata. Delusione.

 

  • Dallas Mavericks – voto: 4
Il cattivo rapporto tra Carlisle e Rondo fa affondare i Mavs, vera delusione di questi Playoffs.

Il cattivo rapporto tra Carlisle e Rondo fa affondare i Mavs, vera delusione di questi Playoffs.

Se la tua stagione inizia con Nowitski che si decurta l’ingaggio pur di tornare a vincere e i nuovi arrivi sono nomi importanti, allora questa poteva essere sicuramente l’annata dei Dallas Mavs. Già, poteva. Dopo una incoraggiamente prima parte di stagione, l’arrivo di Rondo e la partenza di due pedine fondamentali come Crowder e Wright, hanno destabilizzato gli schemi e l’ambiente, rendendo i Mavs un team in piena difficoltà. La sfida tutta texana contro gli Houston Rockets, poteva essere motivo di orgoglio e di rivalsa per Dallas, con una serie dalla possibile Gara-7. Macché. Mavs sulla falsariga della stagione disputata e Rockets quasi mai impensieriti. Una stagione fallimentare sotto tutti gli aspetti, con la grana Rondo, quasi alle spalle, ormai: “E’ stata la sua ultima partita con noi” ha dichiarato Carlisle dopo Gara-2. Parole che sanno di addio anticipato, con un rapporto tra i due mai veramente sbocciato a causa della poca propensione al sacrificio evidenziata dall’ex Boston. Fallimentari.

 

 

Per NbaPassion,
Mario Tomaino (@Mariot_22 on Twitter)

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