Dalle pagine del LA Times, l’editorialista Bill Plaschke ha lanciato un appello ai Los Angeles Lakers affinché prendano atto della mediocrità cui si sono confinati, e decidano di cedere via trade Anthony Davis e quindi anche LeBron James per ripartire da zero.
Un appello che difficilmente verrà colto, ma che si basa su fatti solidi. Anche col cambio in panchina tra Darvin Ham e JJ Redick, il risultato a oggi non è cambiato, il record è il medesimo di un anno fa dopo due mesi di stagione regolare e la difesa è peggiorata, e di brutto. LeBron sta dimostrando, e prima o poi doveva accadere, i suoi 40 anni e tutti i chilometri sul suo incredibile motore ed è impensabile che possa (non che voglia, eh) giocare sempre e sempre a livello alto. Anthony Davis ha giocato due-tre settimane da MVP e quando è calato è calata l’intera squadra.
La Western Conference è per il resto terribile, quasi inscalabile con 11 squadre sopra o sul 50% di vittorie, i Lakers sembrano destinati ancora a lottare per i play-in, passarli (e lo scorso anno servì anche un infortunio intempestivo di Zion Williamson in una partita che stava dominando) e poi sperare che la sorte al primo turno sia clemente. In altri termini, quelli di Plaschke, la stagione “è già finita” per quanto riguarda i sogni di gloria, e allora tanto vale prenderne atto.
La prima mossa sarebbe informare Anthony Davis della decisione di cambiare corso e chiedere a AD una lista di destinazioni gradite. Semmai i Lakers dovessero davvero sondare il mercato per lui, ci sarebbe la fila davanti alla porta anche se il suo contratto è lungo e l’infortunio sempre dietro l’angolo. Dai Golden State Warriors in già, tutti vorrebbero l’ex Pelicans e i suoi 27 e rotti punti di media con 11.2 rimbalzi e 2.0 stoppate a partita. L’obiettivo sarebbe fare il pieno di scelte future al draft e rimediare dei contratti in scadenza per aprire spazio salariale nei prossimi due anni, piano a cui seguirebbe la cessione di D’Angelo Russell che è in scadenza di contratto e che coach Redick ha già panchinato.
A 40 anni LeBron James non può più essere il miglior giocatore di una squadra da titolo, sembra un insulto ma è così. In questa stagione, al netto di qualche stoppata spettacolare, la sua difesa si è inabissata, quasi per calcolo per risparmiare energia dall’altra parte. Ma non è sostenibile con giocatori come Jarred Vanderbilt e Jaxson Hayes infortunati, mentre Cam Reddish e Gabe Vincent non sono mai davvero arrivati, il risultato è che i Lakers sono 26esimi per defensive rating, e senza difesa a Ovest non si va da nessunissima parte.
LeBron dovrebbe gentilmente indicare alla dirigenza Lakers la sua intenzione di spendere altrove i suoi ultimi mesi di carriera, in una contender dove avrebbe un ruolo meno preponderante in campo. Avrebbero bisogno di una sponda via trade, ma i New York Knicks sono talmente all-in che se dovesse mai crearsi un’occasione di portare King James al Garden, potrebbero coglierla.
Il roster attuale, fantabasket a parte, non è abbastanza per arrivare tra le prime 4 a Ovest e non è neppure un granché migliorabile via trade. Difficilmente per Rui Hachimura, il solito Russell e Austin Reaves arriverebbero giocatori migliori, Brandon Ingram non risolverebbe i problemi difensivi e De’Andre Hunter, seppur ottimo in questa stagione, non è testato a livelli di pressione come quelli di LA. Chi prenderebbe oggi qualsiasi cosa che venga dagli Washington Wizards, a cominciare da Kyle Kuzma e Jordan Poole? Zach LaVine era e resta l’unica strada percorribile e forse la migliore, ma quanto “sposterebbe” un suo arrivo in gialloviola?