Le New York Liberty, all’anello WNBA, ci sono andate vicino tante volte. Ma è sempre andata a finire con il loro cuore che si è spezzato. Si sentivano continuamente dire che erano l’unica squadra rimasta in città dopo la fondazione originale, a non aver vinto ancora un anello.
Non che non ci abbiano provato eh, sia chiaro. Hanno raggiunto 4 WNBA Finals nelle prime 6 stagioni della loro storia, ma non hanno mai vinto. In compenso, però, in quegli anni sono riuscite a costruirsi una forte fanbase nella città, riempiendo regolarmente il Madison Square Garden di 14.000 tifosi.
Una di loro era una giovane giocatrice in erba, che si faceva ogni volta 5 ore di viaggio per sostenere la squadra. Quella giovane giocatrice si chiama Breanna Stewart, che ieri ha portato i suoi figli al centro del campo per festeggiare la vittoria dell’anello WNBA.
“Ricordo che ero qualche fila più indietro, vedevo queste giocatrici e mi sentivo in soggezione” ha detto, ricordando quei momenti. “Sembra che, quando si è bambini, le luci brillino ancora di più. È quasi come se si guardasse la TV e si sperasse di essere lì un giorno. È una cosa personale, perché sono di New York. Vengo dall’Upstate e ho scelto di giocare qui per un motivo. Vincere”.
Negli anni in cui Stewie ha iniziato a fare carriera, le Liberty erano ancora vicine alla vetta della classifica della lega. Raggiungevano puntualmente le Semifinals e accumulavano record su record. Sue Wicks, Teresa Weatherspoon, Becky Hammon, Swin Cash, Tina Charles, Crystal Robinson sono tutte grandi giocatrici che erano lì in quegli anni.
Eppure, nessuna di loro ha mai portato un trofeo in città.
Stewie ricorda che, agli inizi della sua carriera, giocò contro le Liberty nella “The World’s Most Famous Arena”. Poi, nel 2018 il proprietario dei New York Knicks, oltre che delle Liberty, James Dolan, trasferì la squadra nel piccolo e squallido Westchester County Center. Che era piccolo, squallido e pure fuori città.
Dolan mise in vendita la squadra e nel 2019 i proprietari dei Brooklyn Nets, Joseph e Clara Wu Tsai, la acquistarono. La trasferirono a Brooklyn e investirono molti soldi su di essa, cambiando per la prima volta il logo.
L’anno successivo, le palline della WNBA Lottery fecero un regalo alla franchigia, con la prima scelta assoluta. Sabrina Ionescu, la regina delle triple doppie in NCAA, su cui costruire una squadra da anello.
Che abbia saltato una buona parte del suo anno da rookie, a causa di un infortunio alla caviglia, sono dettagli ovviamente.
Il GM Jonathan Kolb ha sognato in grande intorno a lei, tanto che nel 2023 ha scritto tre nomi sulla sua lavagna prima della free agency. Ha riportato a casa Breanna Stewart, ha messo sotto contratto Courtney Vandersloot e grazie ad una trade ha ottenuto anche Jonquel Jones.
“Jonathan ha fatto un ottimo lavoro per convincere queste giocatrici a venire a New York” ha detto coach Sandy Brondello, alla sua terza stagione alla guida delle Liberty. “Volevamo vincere. New York non ha mai vinto. Ora entreremo nei libri di storia, dopo esserci riuscite. Questo mi rende molto orgogliosa, perché la gente pensa che sia facile ma non lo è”.
L’entusiasmo cresceva con l’accumularsi delle vittorie. Le presenze degli spettatori sono aumentate. Il Barclays Center è diventato una meta di pellegrinaggio per i tifosi, e le ragazze hanno regalato alla squadra le sue prime Finals dal lontano 2002. In quelle finali, non riuscirono a vincere contro le Las Vegas Aces. E coach Brondello ha tenuto la sconfitta bene in mente per tutta l’offseason.
La cosa più brutta? Tutto questo stava per succedere di nuovo, in una delle finali più competitive della storia del campionato, che loro hanno rischiato di sprecare. Le Liberty si sono infatti mangiate un vantaggio di 18 punti in Gara 1. Hanno avuto la possibilità di chiudere la serie in Gara 4, ma anche in quell’occasione sono sembrate affrettate.
È stato straziante non riuscire a chiudere la serie, ha detto la Vandersloot.
Però ci credevano, tantissimo. Per poco non si sono lasciate sfuggire Gara 5, con la Ionescu e Stewie molto in difficoltà. La partita è finita all’overtime. New York non ha mai smesso di crederci. È stato molto più difficile del necessario. Ma ce l’hanno fatta.
“C’era la convinzione che la città ci sostenesse e poter vincere in casa è anche meglio” ha sottolineato la Ionescu. “Non c’è altro modo per dirlo. E non è stato facile. È proprio questo il bello. Non sarebbe stata una vittoria pazzesca. Dovevamo rimanere unite. Ed è quello che abbiamo fatto stasera”.
I tifosi si sono accesi quando New York è passata in vantaggio nel terzo quarto e hanno iniziato a cantare “We all we got! We all we need!”. Tutti sono rimasti nel palazzetto per i festeggiamenti post-partita, urlando di gioia.
“Il sostegno che ci è stato dimostrato da tutti, partita per partita, è il motivo per cui siamo riuscite a vincere” ha detto la Ionescu.
Tutte le giocatrici hanno detto la stessa cosa. Erano entusiaste di vincere per New York. E ora aspettano la parata.