All’All-Star Game NBA 2024 di Indianapolis, Damian Lillard ha vinto il premio di MVP e ha marcato una casella individuale che mancava a una stella del suo calibro, in un contesto in cui le star si dividono anno per anno sostanzialmente l’onore, La Eastern Conference ha battuto la Western Conference per 211-186 (!) e in campo si sono visti ben 4 falli in 48 minuti di “partita”.
Karl-Anthony Towns ha segnato 50 punti con 35 tiri, Lillard e l’eroe di casa Tyrese Haliburton si sono contesi il premio di MVP, la point guard dei Pacers ha segnato 32 punti ma Dame ha fatto meglio con 39 e 11 triple. Jaylen Brown ha segnato 36 punti e per l’Ovest Shai Gilgeous-Alexander ne ha messi 32.
I super veterani, chi più chi meno, hanno per lo più guardato gli altri. LeBron James ha giocato 14 minuti, Kevin Durant 25 e Stephen Curry 26 costeggiando la partita (sempre tra virgolette). Nikola Jokic ha atteso placidamente la fine con 23 minuti di corsetta, Kawhi Leonard aveva promesso che sarebbe almeno sceso in campo e così ha fatto, per una decina di minuti.
A Est Lillard ha giocato per l’MVP, Jayson Tatum e Bam Adebayo hanno giusto giusto messo piede in campo e Doc Rivers ha amministrato i minuti di tutti col bilancino di precisione. Giannis Antetokounmpo come sempre la prende un poco più seriamente dei colleghi, il greco ha segnato 23 punti in 23 minuti.
I 211 punti segnati dalla Eastern Conference sono stati il record ogni epoca per l’All-Star Game per una squadra, superato il primato di 196 punti siglato all’epoca dalla Western Conference nell’ignominioso All-Star Game 2016. I 397 punti totali sono un altro record, che resisteva dal 2017. L’Est ha sparato 97 tiri da tre punti, le due squadre hanno segnato 193 punti nel primo tempo e hanno mandato a bersaglio 66 triple su 168 tentativi. Tutti record per l’evento in 73 anni di storia.
Ora, nessuno tra i lettori poteva essere così ottimista da pensare che il ritorno al passato e alla partita East vs West potesse generare da solo un aumento del livello di impegno dei giocatori. La NBA, che qualcosa doveva fare dopo lo spettacolo indecente dell’edizione 2023 di Las Vegas, ha optato sull’usato sicuro, e in privato implorato i giocatori di fare almeno finta di impegnarsi di più. Il risultato che le star NBA hanno mandato, in uno scenario di guerra fredda tra il cartello dei giocatori e quello dei proprietari e della lega, è stato chiaro: “Senza di noi non si inizia neppure, siamo noi che comandiamo e nessuno può dirci che cosa dobbiamo fare. Dov’è il nostro assegno?“.
NBAPassion è stata combattuta nella scelta se coprire o meno l’evento. Abbiamo saltato per pietà quella cosa del venerdì tra rookie, giocatori al secondo anno e quelli della G-League, abbiamo sorriso con Gianmarco Tamberi alla partita dei vips, abbiamo raccontato l’unica trovata interessante dell’anno con la sfida tra Stephen Curry e Sabrina Ionescu e sbeffeggiato come giusto lo spettacolo irritante degli altri eventi del sabato, tra dog agility a due zampe e con giocatori svogliati e neppure troppo svegli, una sequela inaccettabile di spingardate e una gara delle schiacciate che viene tenuta in vita artificialmente da vent’anni, e che è ormai ridicola in tutto e per tutto.
Per fortuna c’erano in contemporanea la Final Eight di Coppa Italia LBA e la Final Four LBF del nostro basket a Torino.
Il commento finale al weekend delle stelle svogliate e intoccabili se lo è riservato LeBron James, e non serve aggiungere altro: “La cosa buona di stanotte? E’ che nessuno si è fatto male, siamo usciti tutti sani e salvi“.