Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti Come cambiano i Celtics con l’arrivo di Holiday?

Come cambiano i Celtics con l’arrivo di Holiday?

di Riccardo Rivoli
heat celtics gara 4

La trade che ha portato Lillard ai Bucks ha scatenato un effetto domino che ha portato alla trade con cui i Celtics hanno ottenuto Jrue Holiday. Come cambieranno le rotazioni di coach Mazzulla? Il roster sarà all’altezza dell’anello?

I Boston Celtics e i Milwaukee Bucks sono, almeno sulla carta, a capo della Eastern Conference da diversi anni, da quando rispettivamente Tatum e Antetokounmpo hanno raggiunto lo status di superstar. Per questo motivo a Mazzulla serviva assolutamente un lockdown defender che potesse marcare Dame 1vs1. Holiday è da anni uno dei migliori difensori perimetrali della NBA per mezzi sia fisici che tecnici, andando così a sostituire perfettamente Marcus Smart, ceduto a inizio estate. Jrue porta anche la sua esperienza da campione NBA che nessun altro Celtic ha e questo potrebbe essere fondamentale nella crescita soprattutto di Tatum e Brown

Per arrivare all’ex Bucks i Celtics hanno sacrificato Robert Williams III e il sesto uomo dell’anno in carica Malcolm Brogdon. I due costituivano pezzi fondamentali delle rotazioni della squadra, soprattutto in uscita dalla panchina. Williams III era un ottimo difensore nel pitturato e se la cavava egregiamente anche contro lunghi dinamici; Brogdon era invece un attaccante da 15 punti e 4 assist di media, con percentuali ondivaghe e un buon difensore.

La perdita di Brogdon può essere tamponata da Derrick White, che è un giocatore simile, e da Payton Pritchard, che non è un giocatore molto talentuoso ma ha dimostrato di avere grande personalità e Boston sembra volergli dare fiducia, sperando in una sua crescita.

Quello più difficile da sostituire è Williams III: il 25enne costituiva con Horford una coppia difficile da superare in difesa e in attacco giocava i pick-and-roll e giocava nei pressi dell’area, mentre l’ex Hawks giocava soprattutto sul perimetro, tenendo il centro avversario lontano dal ferro. Ora la coppia HorfordPorzingis è diversa perché il lettone è senza dubbio un attaccante migliore di Williams sotto ogni punto di vista e allarga ancora di più il campo, ma è meno roccioso in difesa anche se il compito del rim protecting verrà comunque svolto da Horford. Ciò che più preoccupa della nuova coppia di lunghi è la tenuta fisica: Porzingis è spesso costretto ai box a causa del suo corpo da più di 220 cm, mentre Horford è un classe 1986, quindi è difficile che resti al top della condizione per tutto l’anno.

Quindi, nonostante la coppia in sé prometta bene, il problema è tutto il front court: le opzioni dalla panchina sono Luke Kornet e Wenyen Gabriel. Gabriel è approdato in Massachusetts ieri proprio per offire più scelte a Mazzulla e portare un po’ di fisicità sotto il ferro. Il centro del Sud Sudan nelle ultime due stagioni ha trovato un po’ di spazio ai Lakers in assenza di Davis. A 26 anni ha ancora un buon margine di miglioramento e si batterà per un posto in rotazione con Kornet, che l’anno scorso non ha lasciato il segno. 

La panchina di Boston in generale lascia un po’ a desiderare. Esclusi White e volendo anche Pritchard, nessun giocatore è una garanzia: Hauser e Brisset sono le seconde opzioni come ali e poi a completare il roster ci sono JD Davison, Svi Mykhailiuk, Jay Scrubb, DJ Steward, Jordan Walsh, Dalano Banton, Lamar Stevens e Neemias Queta. Va bene che ai playoffs generalmente le rotazioni si riducono a otto giocatori, ma il problema è che oltre al quintetto e al sesto uomo, le certezze diventano poche e in caso di infortuni non si è coperti. In questi giorni si sta parlando anche di un possibile addio al basket giocato da parte di Blake Griffin, che da diversi anni fatica a giocare con continuità ed è ad anni luce di distanza dalla sua versione in maglia Clippers. Il suo addio accorcerebbe ulteriormente le rotazioni di Mazzulla.

Comunque il quintetto dei Celtics è tra i migliori della Lega. Holiday garantisce un’ottima difesa perimetrale, Tatum e Brown sono bravissimi difensori sulle ali avversarie e Horford nel pitturato ha dato filo da torcere ai migliori centri offensivi della Lega. In attacco le spaziature sono ottimali, visto che tutti e 5 garantiscono buone percentuali dall’arco pur non essendo specialisti e tutti possono attaccare anche il ferro. Porzingis in carriera ha quasi sempre girato a oltre 20 punti di media, quindi si è aggiunta anche un’ulteriore arma offensiva in isolamento. Con questo nuovo quintetto e coach Mazzulla con un anno di esperienza in più alle spalle, alcuni problemi, come i troppi isolamenti concessi a Tatum e in generale i momenti di black out in cui l’attacco diventava stagnante, possono essere aggiustati. 

L’anno scorso tutti si aspettavano che Tatum diventasse il giocatore che tutti ancora attendono, cioè una garanzia. Ai playoffs però si è scontrato ancora una volta col suo maggior difetto, cioè la discontinuità al tiro. Ci sono state diverse partite in cui i tiri dello 0 non sono entrati e altre partite in cui è sparito per interi quarti di partita, soprattutto nella serie persa contro Miami.

Dopo tante delusioni, in particolare alle Finals nel 2022, alcuni hanno messo in dubbio anche il duo BrownTatum. Il loro problema è sempre stato l’essere giocatori così simili. Sono entrambe ali complete offensivamente e che amano giocare isolamenti. Più che formare un duo offensivo, come invece fanno Murray e Jokic, LeBron e Davis e faranno Dame e Giannis, si spartiscono i possessi, ma non collaborano quasi mai all’interno di uno stesso possesso. JT ha espanso il suo gioco diventando meno solista e coinvolgendo di più chi gli sta intorno, mentre Brown è ottimo nell’1vs1, ma riesce a collaborare meno coi compagni, soprattutto con lo 0.

Questa non è la loro ultima occasione di vincere insieme perché comunque hanno 25 e 27 anni e perché la squadra costruitagli intorno è tutta da scoprire, ma se dovessero fallire ancora nelle prossime due o tre stagioni allora la dirigenza dovrebbe iniziare a porsi qualche domanda. In più c’è da considerare che Holiday sarà free agent dal 2025 e in passato aveva affermato che questo sarebbe stato il suo ultimo contratto. 

Anche se le incognite sono mille (i nuovi giocatori, panchina corta, la tenuta fisica dei lunghi e il coach, che l’anno scorso ha mostrato più di un’incertezza), Boston resta una contender e il duello con i Bucks per la vetta dell’Est si rinnoverà.

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