Home NBA, National Basketball Association LeBron James vince e convince a 38 anni suonati

LeBron James vince e convince a 38 anni suonati

di Marco Tarantino
lakers grizzlies gara 3

LeBron James è una vera e propria leggenda. A 38 anni suonati, con ancora tanta grinta e classe, convince con una prova magistrale e porta i Los Angeles Lakers sul 4 a 2 con i Grizzlies. Adesso toccherà ai Warriors, vincitori in gara 7 contro Sacramento, vedersela con il Prescelto.

lakers LeBron

The Chosen One, a 38 anni suonati, è ancora un trascinatore, niente da aggiungere. Lo abbiamo visto giocare, come un ragazzino, contro i Grizzlies in gara 4 ad esempio, portando i Lakers alla vittoria 117 a 111 prima della vittoria di Memphis (3-2) e del definitivo 4-2 per i Lakers. James, vera leggenda del basket NBA, è un predestinato e mai come quest’anno la lotta per il titolo negli USA è incerta. I migliori siti di scommesse, infatti, hanno quote e pronostici sul basket ma non una squadra altamente preferita. Tra l’altro, tra i criteri per trovare il sito di scommesse migliore, c’è la vastità degli eventi e dei mercati su cui puntare e, se si è appassionati di basket, abbiamo tante piattaforme su cui poter contare. Ma capiamo bene com’è la situazione play-off 22-23.

Qual è la situazione nei play-off al momento?

Dopo la consacrazione di Paolo Banchero come rookie of the year e i vari scandali di Kyrie Irving dopo le sue dichiarazioni razziste online, questa stagione 22-23 sta arrivando alla sua naturale conclusione. Al momento abbiamo già chiaro chi se la vedrà nelle semifinali di conference con Denver e Phoenix (2-0), Miami e New York (1-0), Philadelphia e Boston (1-0) e Lakers-Warriors (ancora in attesa di gara 1). Insomma, alcune grandi sono già cadute, tra tutti i Bucks di Giannis e niente è ancora definito ma le compagini tra East e West sono in piena lotta con grande spettacolo ed entusiasmo dei tifosi. 

Certo, al di là di LeBron, l’NBA probabilmente sta ancora cercando il mito. Uomini come Michael Jordan, come Kobe, come Larry Bird, come Jabbar, non ci sono nelle nuove leve. Basti pensare che Jordan è un marchio oltre che un giocatore (il film Air, ora al cinema, ci fa comprendere la nascita della leggenda), che la morte di Kobe ha creato un vuoto ancora non rimarginato, che il Covid ha bloccato tutti gli sport e anche il basket. Ci sono dei problemi, si sta lavorando per rendere tutto come prima, si aspetta il grande nome nuovo per rinverdire i fasti di uno sport sempre amatissimo. 

 

Non sappiamo se Banchero, sempre più lontano dalla maglia azzurra, potrà essere il nome su cui poter puntare nei prossimi anni, sappiamo che Booker e Trae Young sono dei fuoriclasse, che Stephen Curry è l’unico che può competere con la fama di James ma ci aspettiamo ancora di più, ancora più show, ancora più canestri, ancora più fama. Il basket NBA, a differenza di quello europeo, è studiato sulla spettacolarizzazione di ogni punto, anche quello più stupido. Non c’è competizione reale ma ricerca del canestro perfetto per tutta la partita. Possiamo, chissà, ritrovare la giusta grinta e dimenticarci, per un attimo, di essere attori di uno spettacolo itinerante? Chissà, noi, intanto, aspettiamo il nuovo numero 23, non si sa mai. 

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