Non finisce la diatriba Dillon Brooks-LeBron James. Il giocatore dei Memphis Grizzlies è infatti convinto che la sua nomea di giocatore cattivo, abbia influito nell’espulsione in gara 3, terminata con la vittoria dei Los Angeles Lakers.
La partita, oltre al lato tecnico, era molto attesa sia per lo scontro fra il Re e Dillon Brooks, reo di aver pronunciato non esattamente parole di stima nei suoi confronti.
Grizzlies, Brooks continua a parlare
Brooks ha infatti dichiarato: “I media mi hanno reso un cattivo, i fan mi hanno reso un cattivo e poi questo crea una persona completamente diversa su di me. Quindi ora pensi che intendessi colpire LeBron James nelle parti basse. Sto giocando a basket. Sono un giocatore di basket. Quindi, se intendevo se pensi che l’ho fatto di proposito questo significa che pensi che io sia quel tipo di persona.”
Brooks, reo di aver colpito James nelle parti intime e di aver ricevuto una conseguente espulsione tramite un flagrant 2, non è nuovo a questo genere di azioni. Basti pensare all’infortunio di Gary Payton II dei Golden State Warriors, per il quale fu squalificato per la partita successiva. Ha infatti dichiarato: “Ho avuto a che fare con questo per due anni. I fan possono parlare di qualunque cosa vogliano. Non mi importa. Continuerò a giocare come sempre e migliorerò sempre di più ogni giorno fino alla fine della mia carriera”. Su LeBron ha poi aggiunto: “non mi interessa se è vecchio. Voleva dirmi qualcosa dopo il mio quarto fallo ma avrebbe dovuto farlo prima. Non rispetto nessuno finché verranno da me e me ne metteranno 40 in faccia”.
Brooks ha più volte detto in passato come crede che la reputazione ricevuta abbia tenuto conto del suo modo di giocare. Lo ha descritto come il motivo per cui era riluttante a diventare il nuovo cattivo della Lega: “Sapevo che sarebbe successo. Ora sono io, a chi importa? Prenderò tutta la pubblicità, prenderò tutto quello che dite voi ragazzi e qualunque cosa sia e scapperò lontano con esso”