Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti 5 NBA facts incredibili che (forse) vi siete persi ad aprile, anche senza playoffs

5 NBA facts incredibili che (forse) vi siete persi ad aprile, anche senza playoffs

di Michele Conti
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In un tipico mondo parallelo, il mese di aprile coinciderebbe con l’inizio degli NBA Playoffs. Ma il contesto in cui il mondo si è catapultato da più di un anno, farà attendere ancora prima che le 16 migliori squadre della lega daranno inizio alla post-season. Finora, la stagione ha resistito sui suoi piedi, retta da stringenti protocolli sanitari e dalla collettiva responsabilità. Il mese di aprile in NBA presenta ad ogni modo il conto di un ritmo fisico e mentale definito estenuante da Steve Kerr. In seguito alla sconfitta casalinga contro i Dallas Mavericks per 103-133, l’allenatore dei Golden State Warriors ha dichiarato che ha cancellato ogni sessione di tiro o allenamento per il periodo nel quale sarebbero rimasti a San Francisco. “È stata la cosa giusta da fare. Dopo il viaggio in trasferta (5 gare, ndr), c’era un senso generale di sfinimento. Così è stato per chiunque.”

Nella resistenza generale, si intravedono dei promettenti segnali di ripartenza. Diverse squadre hanno proceduto con la vaccinazione dei propri giocatori e membri dello staff, in osservanza alle regole locali. Mentre è sempre maggiore il numero di arene che procedono con la riapertura limitata ai tifosi. Con alcuni casi meritevoli di menzione ed in parte definibili rivoluzionari. Come i Golden State Warriors, che hanno previsto la concessione gratuita di un test molecolare per il Covid-19 a ogni tifoso che acquisti il biglietto con almeno sette giorni di anticipo. Ancor più notevole è l’impegno dei Milwaukee Bucks. Il 2 maggio, in occasione della sfida contro i Brooklyn Nets, offriranno il vaccino contro il Covid-19 ad ogni tifoso eleggibile che abbia più di 16 anni.

A fianco del noto sforzo sociale dei protagonisti, il mese di aprile nella NBA ha anche messo in mostra degli eccellenti risultati. Tanto individuali quanto collettivi.

Quali sono stati i più importanti? Andiamo a scoprirlo…

La squadra più vincente ad aprile in NBA: i Denver Nuggets

I Denver Nuggets si confermano saldamente come un sistema ben organizzato. Le drammaticità emerse dall’infortunio a Jamal Murray e Will Barton hanno fortificato lo spirito generale. Nel mese di aprile detengono il miglior record nella NBA (13-3), con otto vittorie nelle ultime nove gare. Lo sforzo intrapreso produce un risultato di efficienza difensiva ed offensiva da top 10 (ottavi per rating offensivo, 116.0 punti – noni per rating difensivo – 110.3 punti). Il centro gravitazionale è sempre quel gigante serbo che ha probabilmente consacrato la sua incoronazione come MVP della stagione.

Ciò che lo rende ancor più speciale, oltre ai 24.3 punti, 10.3 rimbalzi ed 8.8 assist di media in questo mese (56% FG, 37% 3P), sono le zero gare saltate in stagione. Nikola Jokic ed il load management corrono su due binari paralleli. Il suo allenatore ha ricondotto questo approccio alle sue origini serbe. “Lui (Nikola Jokic, ndr) è molto orgoglioso della sua eredità culturale, e ripete sempre che i giocatori serbi non riposano. Ha il mio assoluto rispetto, ma dobbiamo essere intelligenti.”

Nel frattempo, sono due i giocatori che hanno elevato il proprio rendimento dopo il momento spartiacque segnato dall’infortunio a Jamal Murray. Michael Porter Jr, successivamente a quella notte in casa degli Warriors, ha viaggiato a 25.7 punti e 6.7 rimbalzi a partita. Con il 56.7% dal campo ed il 50.7% da tre punti. La seconda spinta arriva da Facundo Campazzo, che ha visto il suo minutaggio passare da 22.3 a 30.6 di media, con il 42.4% da tre punti. Nella gara contro i New Orleans Pelicans del 28 aprile ha anche centrato la prima doppia-doppia in NBA. Coronata da un ultimo quarto da 15 punti, 4 rimbalzi e 3 assist. Ora, i Denver Nuggets vedono il terzo posto, a sole 0.5 gare di distanza dai Los Angeles Clippers.

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