Nei miti dell’antica Grecia sono raccolti gran parte degli archetipi sui vizi, le virtù ed i modi di essere dell’essere umano.
Questi archetipi trovano personificazione in Uomini, che con l’avanzare della Storia si ergono ad antonomasie, indicando il loro nome proprio in sostituzione della caratteristica di cui si sta parlando.
In diversi racconti troviamo come protagonista Sisifo, fondatore dell’attuale Corinto, di cui ne divenne re, e che già nel suo stesso nome rivela una particolare controversia. Infatti, da un lato abbiamo la sua etimologia incerta, con diverse interpretazioni secondo cui Sisifo deriva da “saggio”. Dall’altro, invece, troviamo il significato che il suo nome riveste nell’odierno, vale a dire quello dell’uomo ingannatore e astuto. Controverso, perciò.
Adesso mettiamo da parte questi significati, perchè scorrendo tra i vari racconti che lo vedono protagonista, né troviamo uno in cui Sisifo assume anche altra forma.
E’ quello in cui, reo di aver sfidato gli Dei, Sisifo è condannato a spingere per l’eternità un macigno fino alla cima di un monte. Ma il macigno, ogni volta che arriva su, rotola di nuovo a terra. E lui, ogni volta, è costretto a ricominciare.
Questo mito, come detto, ci fa leggere Sisifo in altra maniera. Non ci mette più davanti l’uomo ingannatore o astuto, ma gli dona delle qualità con cui entriamo in empatia. Il racconto è tra i preferiti di Albert Camus, e citando le sue parole: “Sisifo lotta contro il suo destino, anche sapendo che non cambierà, perché è il lottare che nobilita l’uomo”.
Spostiamoci da un’altra parte.
Di tutte le cose dette sul Nord-America, ce ne una che negli anni abbiamo sentito spesso e alla fine imparato: gli americani, non possedendo una loro epica, cercano di formarla con la loro epica contemporanea.
E allora, permettendoci di fare questo gioco di antonomasia e trasponendo il mito greco di Sisifo, e di Sisifo e della pietra, potremmo raccontare della particolare storia sportiva di Russell Westbrook.
Un giocatore controverso e che ogni volta che ha portato su la sua pietra, c’è stato qualcuno pronto a fargliela cadere. Eppure non ha mai demorso e questo lavoro, alla lunga, gli è sembrato quasi naturale.
E alla fine, incondizionatamente, Westbrook è riuscito in qualcosa che forse solo una personalità come la sua era in grado di poter fare: non soltanto ha reso, per lui, ordinario lo straordinario, ma ha fatto sì che questo straordinario diventasse ordinario anche per i suoi esegeti.
E di conseguenza in molti, chi più e chi meno, si sono adeguati.
Ma se tu vedessi Sisifo portare su la sua pietra, ogni volta e ogni giorno, non riusciresti a mettere da parte i suoi lati negativi, ammirandone incondizionatamente la volontà?
Questa è la storia breve, raccontata in ordine cronologico e in 10 fatti, di Russell Westbrook.