Home NBA, National Basketball AssociationNBA TeamsBrooklyn Nets Fear the Beard: 10 cose che forse non sapete su James Harden

Fear the Beard: 10 cose che forse non sapete su James Harden

di Giacomo Seca
James Harden

Ieri notte James Harden è tornato da avversario a Houston, la sua Houston. Nonostante l’addio che non è stato forse dei migliori (ma quale addio lo è?) sono state spese solo parole al miele da parte del giocatore e da parte della sua ex franchigia. In più, c’è stata la più dolce tra le ciliegine: la squadra texana ha annunciato l’intenzione di ritirare la casacca numero 13.

Superfluo dire, perciò, che quello fatto da Harden a Houston in poco più di 8 stagioni è stato leggermente apprezzato. Un regno sul campo a cui è mancato soltanto il titolo NBA.

Il “Barba” non è stato però così cordiale con la sua vecchia squadra. 24 punti, 14 assist e 10 rimbalzi che significano un’altra tripla doppia per lui (già la settima da quando ha cambiato maglia) e un’altra vittoria per Brooklyn. Del resto, Harden sta letteralmente dominando da quando è approdato ai Nets lo scorso 14 gennaio.

In sole 22 partite ha già fugato ogni dubbio riguardo il suo impatto sulla squadra. Inoltre, sono arrivati anche eccellenti segnali sulla sua coesistenza in campo con le altre due stelle Irving e Durant, nonostante le poche partite giocate tutti e tre assieme finora (solo 7).               

Tutto ciò ha obbligatoriamente proiettato i Nets tra le principali favorite non solo per la vittoria della Eastern Conference, ma inevitabilmente anche per quella del titolo. Titolo NBA che in casa Brooklyn non è mai arrivato e si deve risalire al 1976 per vederli vincitori, quando gli allora New York Nets facevano parte del campionato ABA (la lega che poi si fuse con la NBA nel 1976).

Quest’oggi parleremo quindi di James Harden, attraverso 10 curiosità raccontate in ordine più o meno cronologico e che probabilmente non sapete su di lui…

1. Imma be a Star

“Puoi svegliarmi alle 7? Ah, posso chiederti un paio di dollari?”

Questo due frasi sono scritte da Harden alla madre, Monja Willis, e le scrive in un bigliettino lasciato in cucina quando ha 12 anni. Il rapporto tra James e la madre Monja è estremamente importante per la crescita dell’uomo ma anche del giocatore, come vedremo poi.

Il piccolo Harden aggiunge anche un post scriptum alla fine del biglietto, una breve nota carica di significato che mostra come, nonostante la giovane età, avesse le idee discretamente chiare: “Conserva questo fogliettino, un giorno diventerò una star”.

Inutile dire che il biglietto è stato conservato, venendo utilizzato come slogan dall’Adidas, suo sponsor tecinco, quando vince il premio di MVP della stagione 2017, celebrandolo con un commovente spot.

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