I Phoenix Suns sono una delle squadre che meglio stanno facendo in questa prima metà di stagione. Con il loro record di 22-11 sono infatti al quarto posto nella Western Conference con un discreto margine sui Portland Trail-Blazers quinti (19-14). Diversi sono i fattori che hanno contribuito al netto miglioramento della franchigia dell’Arizona e uno è l’arrivo di Chris Paul, probabilmente il giocatore che serviva alla squadra per un cambio di mentalità, e il secondo è un Devin Booker finalmente messo nella posizione di rendere al meglio (che in parte deriva dal primo punto).
Proprio nella sfida di domenica notte contro i Minnesota Timberwolves il prodotto di Kentucky ha messo su una delle sue migliori prestazioni stagionali: ha chiuso al Target Center con 43 punti (41 in 3 quarti), 5 rimbalzi e 5 assist tirando 15 su 26 dal campo. Per la guardia dei Suns questa è la sesta partita in carriera con almeno 40 punti, 5 rimbalzi e 5 assist. Nessuno come lui nella storia della franchigia: i più vicini sono Amar’e Stoudemire e Stephon Marbury fermi a quota 3.
Devin Booker e la sua miglior stagione per efficienza da quando è ai Suns
Devin Booker sta vivendo probabilmente la sua stagione migliore in termini di prestazioni ed efficienza: con lui in campo i Suns hanno un plus/minus di +7. Fin qui, in carriera il numero 1 dei Suns ha infatti concluso una sola annata in positivo con +2.1 e in più senza di lui in campo la franchigia dell’Arizona realizza uno scarto di solo +1.7.
La differenza rispetto al passato, ovviamente, non bisogna cercarla nelle statistiche basiche come punti, rimbalzi ed assist, ma nell’efficienza. La guardia dei Suns, infatti, nelle ultime stagioni ha spesso predicato nel deserto e ciò lo ha portato ad accumulare numeri eccezionali, ma spesso e volentieri fini a se stessi. Praticamente quello che nelle ultime stagioni stava succedendo anche a Bradley Beal.
La stagione di Booker e dei Suns attraverso i numeri
A dimostrazione di ciò, è infatti passato dai 26.6 punti di media punti di due anni fa ai 25.5 di quest’anno, dai 4.1 rimbalzi ai 3.6 e dai 6.8 assist ai 4.3. Ma a compensare questa discesa c’è il netto miglioramento al tiro: sta infatti viaggiando con il 36.7% da 3 punti con 5.7 tentativi a notte e il 50.1% dal campo su 18.7 tiri tentati. Nella stagione 2018/2019 la percentuale da oltre l’arco era infatti di 32.6% con 6.5 tiri e dal campo 46.7% con 19.6 tentativi.
Finiti i freddi numeri, però, questi ci dimostrano come l’avergli affiancato un playmaker del livello di Chris Paul abbia diminuito la pressione e i compiti di Booker: meno palloni da smistare e meno tiri da prendere. Ciò ha decisamente giovato al ragazzo, che comunque sta tenendo medie importanti, ma forzando molto meno e senza essere costretto a fare pentole e padelle in attacco.
Per Booker è anche arrivata la seconda convocazione all’All-Star Game dopo quella della scorsa stagione, nonostante non fosse stato selezionato a differenza di Paul, ci andrà infatti come sostituto di Anthony Davis.
L’arrivo di CP3 fondamentale in attacco quanto in difesa
L’aiuto portato CP3 a Booker non è però da rintracciarsi solo nella metà campo offensiva, ma anche in quella difensiva. Il ragazzo ha sempre avuto la difesa come punto debole e le point guard a lui affiancate negli ultimi anni non sono mai state specialiste nella metà campo difensiva. L’ex, tra le altre, dei Clippers, invece, porta esperienza e intelligenza difensiva per coprire le lacune del giovane compagno di reparto.
Con l’acquisizione di Paul, i Suns hanno trovato infatti quel tassello da aggiungere nel back-court per metter su un sistema difensivo capace di nascondere i difetti difensivi dei singoli giocatori. I vari DeAndre Ayton, Dario Saric, Mikal Bridges, Jae Crowder sono tutti ottimi giocatori difensivi, ma nel ruolo di guardia il talento nella propria metà campo scarseggiava.
A mettere in difficoltà Booker nella scorsa stagione, poi, ci sono stati i tanti minuti giocatori da 3 (ben il 12%). Quest’anno, questo minutaggio è sceso al 7% e ciò lo aiuta anche difesa, perché Booker non è uno specialista difensivo, ma è dotato fisicamente e pur sempre un ostacolo da superare o da contrastare in penetrazione per le altre guardie. Contro giocatori più pesanti di lui come le ali piccole può invece andare in difficoltà non solo tecnicamente, ma anche fisicamente.
I Suns, attualmente, sono il 13esimo miglior attacco della lega con 113.4 punti realizzati a notte e la quarta miglior difesa con 107.5 concessi. Se consideriamo il net rating sono terzi a +5.9, dietro solo a Utah Jazz e Milwaukee Bucks e davanti alle due di Los Angeles.