LeBron James è l’atleta dell’anno 2020 eletto da TIME Magazine, la star dei Los Angeles Lakers l’ha spuntata in un pool di 20 candidati selezionati dalla prestigiosa rivista USA.
Secondo TIME, James “ha saputo stabilire un nuovo paradigma in cui possono coesistere influenza commerciale e principi politici“. LeBron è stato nell’estate 2020 uno dei promotori e ideatori della associazione no profit “More Than A Vote” che si è battuta negli Stati Uniti contro le pratiche di voter suppresssion che limitavano l’accesso al voto per le fasce meno abbienti della popolazione soprattutto nelle grandi aree metropolitane e tra le comunità nere.
Con la More Than A Vote, James ha saputo sensibilizzare parte dell’opinione pubblica sulle pratiche di voto corrette, sulla registrazione ai propri seggi elettorali e al ricorso al voto per posta (il tanto discusso “absentee ballot”). More Than A Vote è stata supportata da oltre 50 atleti di livello nazionale negli USA, come Trae Young, Patrick Mahomes, Odell Beckham Jr, Chiney Ogwumike, Eric Bledsoe e altri.
La associazione non ha supportato pubblicamente nessuno dei due canditati alla presidenza USA. Nei giorni precedenti al voto, LeBron James aveva reso pubblico il suo appoggio ai candidati democratici Joe Biden e Kamala Harris. Biden è diventato lo scorso 7 novembre il 46esimo presidente eletto degli Stati Uniti.
Impegnato nell’estate 2020 a completare la stagione NBA 2019\20 nella bolla di Orlando, Florida, LeBron James e la comunità dei giocatori NBA hanno saputo sfruttare con efficacia la possibilità che una piattaforma unica come Orlando ha rappresentato. I giocatori hanno promosso l’uso di slogan progressisti e appelli alla politica per chiedere riforme sociali e dei copri di polizia USA, per sensibilizzare la popolazione degli Stati Uniti sull’uso della mascherina e sul rispetto delle norme anti covid come il distanziamento sociale, e chiesto a gran voce giustizia per i casi George Floyd e Breonna Taylor, diventati nuovi simboli per la lotta per la giustizia sociale.

I giocatori NBA confinati a Orlando avevano inscenato lo scorso 29 agosto un inedito sciopero, dopo i fatti di Kenosha, Wisconsin, col ferimento del 29enne nero Jacob Blake raggiunto da diversi colpi di pistola alla schiena sparati a bruciapelo da un agente del locale dipartimento di polizia. Gli agente erano intyervenut a seguito di una chiamata al 911 per turbolenze domestiche. Il ferimento del giovane aveva scatenato a Kenosha le proteste anche violente degli attivisti di Black Lives Matter, scontri in cui avevano perso la vita due persone.
I giocatori avevano boicottato per tre giorni le partite di playoffs, chiedendo azioni più decise alla politica e ricevendo anche il sostegno dell’ex presidente USA Barack Obama. Durante i tre giorni di sospensione, LeBron James aveva guidato la linea dura dei giocatori, dichiarandosi pronto persino a lasciare Orlando e la stagione con i suoi Lakers in caso le promesse di maggior impegno e supporto da parte di NBA e proprietari delle squadre non fossero state ritenute sufficienti.