Chris Paul è duro soprattutto con sé stesso dopo la sconfitta dei suoi Thunder contro i Rockets dell’ex sodale James Harden, in gara 2 del primo turno dei playoffs NBA.
OKC si trova oggi sotto di due partite, dopo il 111-98 riservatogli da dei Rockets centratissimi in difesa, e CP3 – che non ci sta ad andare sotto nello scontro diretto con Harden – attribuisce parte delle responsabilità alle sue partite insufficienti finora nella serie.
Se in gara 1 Paul aveva sfiorato la tripla doppia (aggiungendoci però 4 palle perse), in gara 2 la musica è stata diversa: 14 punti e 6 assist, ed un disastroso -36 di plus\minus, il peggiore dei suoi.
“E’ semplice, devo fare di più“, così Chris Paul dopo la partita “Il parziale che ci hanno rifilato ad inizio quarto quarto non va bene, non si deve più ripetere, dobbiamo e devo fare meglio. Avevamo la possibilità di vincere questa partita e abbiamo lottato“.
“In un mondo normale, ora torneremmo a Oklahoma City per giocare in casa, ma oggi dobbiamo prendere una partita alla volta, imparare dagli errori. E poi, devo iniziare a farmi vedere. Punto“.
I Rockets hanno spaccato la partita con James Harden in panchina, Russell Westbrook in borghese e con un curioso look estivo da metallaro in canotta Iron Maiden, e con Eric Gordon, Jeff Green e Danuel House in campo, la sublimazione dell’idea della small ball estrema voluta da Mike D’Antoni e Daryl Morey (seduto a bordo campo) a febbraio.
La difesa di Lo Dort è riuscita a mandare fuori ritmo James Harden, ma i Rockets non ne hanno risentito assolutamente, in una prova di grande spessore. “Oggi ci siamo parlati molto di più in campo, sapevamo qual era il nostro piano, e cosa avremmo fatto (…) i ragazzi hanno dato tutto ed eravamo messi bene a inizio quarto periodo. Ed io l’ho lasciata scappare…” ammette amaro Paul, “C’è tanto da rivedere, riguarderemo i filmati ma io so su cosa concentrarmi“.
Beard stepback from downtown!@okcthunder 94@HoustonRockets 104
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— NBA (@NBA) August 20, 2020
