Uno dei temi più discussi dell’ultima free agency è stato l’addio di Kyrie Irving dai Boston Celtics ed ora, a distanza di mesi, arriva anche il parere di un bostoniano (d’adozione) doc come Kevin Garnett. Quello tra Irving e la franchigia del Massachusetts è stato un matrimonio fallimentare: con un roster di primo livello, costruito anche per vincere, l’ex Cavs non è mai riuscito ad essere veramente un leader e a prendere in mano la squadra. I Celtics hanno subito sia in campo che fuori i suoi continui sbalzi d’umore che hanno condizionato drasticamente i rapporti tra i giocatori e il clima nello spogliatoio.
Quando nel giugno scorso Irving ha deciso di cambiare aria, sono stati più i tifosi biacoverdi che hanno tirato un mezzo sospiro di sollievo rispetto a quelli dispiaciuti. Anche perché al suo posto è arrivato un leader altruista e democratico come Kemba Walker che insieme a Jayson Tatum e compagni sta conducendo la squadra in uno splendido inizio di stagione. Con ottime prospettive anche per la fase calda della stagione.
Kyrie Irving’s message you the critics via Instagram. pic.twitter.com/a85D2kGZag
— Clevis Murray (@ClevisMurray) November 28, 2019
Il dramma Irving si sta riproponendo in piccolo anche a Brooklyn, ossia la nuova case di Kyrie. L’ormai ex Celtics sta avendo anche qui problemi di leadership e, paradossalmente, la squadra vince nettamente di più ora con la sua assenza causa infortunio alla spalla. Un caso? Forse.
Di certo, quello di Boston è un ambiente esigente che non concede tante possibilità. Lo sa bene Kevin Garnett che lì ha vinto l’ultimo titolo biancoverde. Che risale al lontano 2008 in cui c’erano ancora i “big three”: Paul Pierce, Kevin Garnett, Ray Allen e un giovane Rajon Rondo. Così l’ex Celtics e Timberwolves ha voluto sottolineare che città sia Boston e quale apporto richieda.
“Boston è una città tosta. Devi avere degli attributi più grandi per stare lì. Devi volerlo. Le persone vogliono qualcosa da te. Ecco perchè Paul Pierce è perfetto per quell’ambiente. Paul voleva tirare ogni volta. Della serie ‘Tu sei 0 su 14” e lui era tipo ‘Lo so, ma loro lo pretendono’”.
Garnett ritiene quindi che Irving non avesse quegli attributi, per non essere più espliciti, necessari per giocare in quel tipo di piazza. Evidentemente, a posteriori, anche i tifosi stessi lo pensano. Infatti, nella partita in cui i Brooklyn Nets hanno giocato al Garden, seppur privi di Irving, è stato esposto da un tifoso un cartello che recitava “Kemba>Irving”. Messaggio chiarissimo.
Dal canto suo, l’ex Cavs ha risposto il giorno dopo in una storia sul suo profilo Instagram. Ma lo ha fatto scrivendo uno dei suoi soliti pensieri mistico-filosofici senza capo né coda, che ha lasciato ancora una volta i più perplessi. Che la stessa situazione possa ricapitare anche Brooklyn? I tifosi della Grande Mela, inutile nasconderlo, temono profondamente questo scenario.