I New Orleans Pelicans si trovano costantemente sotto esame di maturità. All’interno di una stagione dove la propria stella principe non affronta alcuna restrizione di minutaggio, e con mosse di upgrade nella off-season, sussiste la consapevolezza della creazione di aspettative nei loro confronti. Con il cambio alla guida tecnica, l’impiantamento di una nuova filosofia di gioco non è immediato. E tante dinamiche hanno rallentato ogni esecuzione. Inoltre, i New Orleans Pelicans sono una squadra in-the-making. La goliardica gioventù che rappresenta le fondamenta della squadra è chiamata ad abbracciare una leadership forte e coinvolgente.
Ad oggi, l’andamento è piuttosto altalenante. Sotto lo 0.500 di vittorie dalla settima gara stagionale, la squadra di Stan Van Gundy non incontra la necessaria continuità per intercettare la corsa delle contendenti al play-in tournament. Nel corso dell’anno si sono alternate vittorie di spessore, a risultati a tratti inspiegabili che manifestano come la parabola di crescita non segua un andamento lineare, ma turbolento. Eppure, nella notte i New Orleans Pelicans diventano l’ottava squadra a sconfiggere gli Utah Jazz.
La vittoria nasce in maniera sorprendente, in quanto hanno attaccato i propri avversari nei fondamentali e momenti della gara in cui la squadra di Quin Snyder ha costruito il successo maturato finora. Il primo aspetto riguarda il terzo periodo. Gli Utah Jazz possiedono un +161 di differenziale nei confronti degli avversari. Il momento di svolta nella gara è giunto proprio in questi 12 minuti, dove i New Orleans Pelicans hanno registrato un parziale di 40-24. In seguito, la capacità di segnare punti in area, dove milita Rudy Gobert, due volte DPOY. I 74 punti di squadra segnati da Zion Williamson e compagni sono il dato più alto contro gli Utah Jazz nelle ultime 25 stagioni, come riportato da ESPN.
La curiosa statistica nella notte dei New Orleans Pelicans
I New Orleans Pelicans hanno compiuto ottimi sforzi nel cercare di convertire buone difese in attacchi rapidi, al fine di dover affrontare la difesa schierata degli Utah Jazz. Questo sbilancia fortemente il dato del tiro da tre punti. La squadra di Stan Van Gundy, ventiquattresima nella lega con 31.9 tentativi a partita, chiude la gara con un totale 7 su 11 ed il 64% dall’arco. Gli unici giocatori a concludere dalla distanza sono Eric Bledsoe (1/2), JJ Redick (3/4) e Lonzo Ball. Quest’ultimo ha dimostrato sempre maggiore fiducia nel proprio tiro e valorizzato le doti di play-making. In questa stagione, Lonzo Ball sta viaggiando a medie mai registrate in carriera. In particolare, su 7.7 tentativi da tre punti vengono convertiti il 40%. Mentre la percentuale di realizzazioni dal campo è salita dal 40.3% al 43.3%.
Nel terzo periodo, un parziale di 10-0 in favore dei New Orleans Pelicans permette di entrare alla guida della gara nel quarto conclusivo. In tale frangente, Zion Williamson ha segnato 15 dei suoi 26 punti finali, dopo aver chiuso il mese di febbraio con 27.3 punti di media ed il 65% dal campo. I New Orleans Pelicans raggiungono il massimo vantaggio di 17 lunghezze a 10 minuti dal termine. Il già visto e citato andamento discostante si ripete anche all’interno di una gara condotta in maniera solida. A 46 secondi dalla fine, gli Utah Jazz chiudono con una tripla di Royce O’Neale un parziale di 3-12, ponendo il punteggio sul 125-124. Con buone difese su due conclusioni da tre punti di Mike Conley e Donovan Mitchell, i New Orleans Pelicans trovano anche punti in contropiede e vincono per 129-124. Si tratta della settima vittoria su tredici gare in cui il punteggio finale è entro i 5 punti.
Williamson: “Siamo vicini a dove vorremmo essere”
I New Orleans Pelicans mandano ben 6 giocatori in doppia cifra, dei quali 3 oltre quota 20 punti. Prosegue il trend di guida offensiva per Brandon Ingram e Zion Williamson, autori entrambi di 26 punti e 5 assist con più del 50% dal campo. Mentre cresce la rilevanza dell’impatto di Lonzo Ball. Per lui sono 23 punti, 7 rimbalzi e 8 assist con 0 palle perse. Al termine della gara, riecheggia la parola continuità. Zion Williamson ha parlato di passare al livello successivo, perché dal suo punto di vista la squadra è vicina al rendimento che si attende. “Dobbiamo mantenere questo standard anche per le prossime partite. È ciò che ci serve per compiere un passo importante per il futuro. Il mio atteggiamento è sempre rivolto a fare ogni cosa che permetta di ottenere energia per me ed i miei compagni.”
Nel corso della gara, Zion Williamson ha spesso volontariamente cercato la sfida sotto canestro con Rudy Gobert. Un modo di acquisire forza e trasmettere la stessa al resto della squadra. La sua mastodontica fisicità non è il solo ed esclusivo mezzo che gli permette di essere così efficace in avvicinamento al ferro. Vi sono anche numerose doti tecniche nella realizzazione del tiro, di conoscenza del punto di appoggio al tabellone e tempistica nel rilascio per evitare la stoppata. I New Orleans Pelicans (15-19) distano ancora qualche vittoria dal confinante decimo posto, occupato dai Memphis Grizzlies. Tuttora rimangono due gare da disputare prima della pausa per l’All-Star Game. Entrambe in casa, saranno contro Chicago Bulls e Miami Heat.