Home NBA, National Basketball AssociationNBA News I peggiori New Orleans Pelicans della stagione. Van Gundy: “Prestazione imbarazzante”

I peggiori New Orleans Pelicans della stagione. Van Gundy: “Prestazione imbarazzante”

di Michele Conti
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I New Orleans Pelicans potrebbero compromettere seriamente la loro rincorsa alle prime dieci posizioni nella Western Conference. Con la predisposizione del torneo play-in, aumentano le possibilità di contendere un posto alla post-season. Ciò nonostante, gare come quella di questa notte aggravano il giudizio generale nei confronti di questa squadra. La prima sfida della seconda parte di stagione regolare è una sconfitta contro i Minnesota Timberwolves. Da tempo abbandonata al proprio destino, trattandosi dell’unica squadra a non avere raggiunto 10 vittorie stagionali. Con il ventisettesimo dato nella lega in efficienza offensiva ed il penultimo in percentuale reale al tiro.

Per i New Orleans Pelicans, si tratta della terza sconfitta consecutiva. Un break negativo che ha seguito una sorprendente quanto ben giocata vittoria contro gli Utah Jazz. L’andamento stagionale è sin troppo discontinuo, mancante di stabilità con la retta del rendimento che tocca gravi bassi ma persino qualche alto. Un trend che non allontana mai l’attenzione verso questa squadra. Ma che allo stesso tempo non permette di comprendere quale sia la vera versione dei New Orleans Pelicans. Ad oggi, la squadra ha collezionato un record di 4-8 contro squadre che registrano un record di vittorie sotto lo 0.500.

La gara contro i Minnesota Timberwolves è la terza in stagione nella quale vengono concessi più di 130 punti agli avversari. L’assetto difensivo è ciò che condanna il bottino di risultati ottenuti sinora. Per quanto i New Orleans Pelicans siano ottavi nella lega per efficienza offensiva (113.1 punti), il dato riguardante la difesa è il secondo peggiore (114.6 punti). Questa distanza tra le due statistiche non permette alla squadra di sopperire a serate in cui il rendimento dell’attacco è sottotono. La combinazione tra questi effetti negativi genera performance come quella appena conclusa 105-135 contro i Minnesota Timberwolves.

I New Orleans Pelicans toccano il fondo

Il deciso e positivo approccio iniziale dei New Orleans Pelicans è un’altra sfaccettatura di quanto questa squadra sia capace di compiere all’interno di una singola gara. Nei primi 7 minuti di gara costruiscono un vantaggio di 16 punti (26-10), maturato da una difesa coesa e che permette di generare punti veloci in un attacco dinamico. Seppure il primo quarto si concluda con il divario dimezzato (34-27), ciò che segue è l’inizio della fine per i New Orleans Pelicans. Nei due periodi successivi concedono un totale di 78 punti, con i Minnesota Timberwolves che toccano quota 105 dopo tre quarti. Totalmente assente la copertura del pitturato, dove non arrivano aiuti a sopperire le lacune difensive in uno-contro-uno. A fine gara sono 70 i punti concessi in area.

Il numero di palloni persi arriva a 18. Con alcune di queste che si verificano immediatamente dopo aver raccolto un rimbalzo difensivo, Inoltre, i Minnesota Timberwolves sono la terza squadra nella lega per numero di possessi gestiti a partita. Perciò capitalizzano ogni errore dei New Orleans Pelicans generando 31 punti da palloni persi dagli avversari. I New Orleans Pelicans non trovano modo di frenare l’impeto di ritmo e fiducia capeggiato dalla panchina dei Minnesota Timberwolves. Questi accumulano più punti (72) dello starting-five (63), guidato da Anthony Edwards con 27 punti.

I New Orleans Pelicans non sono una squadra che fa estremo ricorso all’arma del tiro da tre punti (ventiquattresimi per numero di conclusioni tentate). La serata è una delle peggiori nella stagione, con 6 su 32 ed il 19%. Zion Williamson è l’unico giocatore a scavalcare quota 20 punti, mettendone 24 con il 69% dal campo, ma 6 errori dalla lunetta e 3 palloni persi. Mentre negativa la prestazione di Brandon Ingram (13 punti e 35% dal campo) e Lonzo Ball (10 punti e 25% dal campo), spesso fuori ritmo e nettamente sotto rendimento.

Stan Van Gundy boccia sé stesso ed i giocatori

Al termine della gara, nel volto di Stan Van Gundy prevale frustrazione piuttosto che rabbia. Nelle sue parole, riportate da Andrew Lopez di ESPN, si percepisce un sentore precedente alla gara riguardo il modo di presentarsi della sua squadra. “Non abbiamo mostrato energia già da ieri in allenamento. È stata una delle peggiori sessioni di cui io abbia mai fatto parte nella mia carriera. Perciò, abbiamo avuto quello che meritiamo. Riguarda tutti noi: io ho gran parte delle colpe, ma non assolvo pienamente i miei giocatori. Ognuno deve prendere coscienza e responsabilità di quanto fatto. Non ci siamo nemmeno avvicinati ad un livello mediocre. E quando abbiamo una serata offensiva di questo genere, con la prestanza difensiva che possediamo, usciamo dal campo con sconfitte simili.

Il fatto di concedere totale affidabilità alla prestazione nella metà campo offensiva è un fattore di assoluto rischio per trovare efficacia nel medio-lungo termine. In primo luogo, per quanto sia generalmente riconosciuto il potenziale talento in mano dei New Orleans Pelicans, appaiono fisiologici dei momenti di calo. Inoltre, le difese avversarie acquisiscono consapevolezza riguardo il modo in cui colpire i punti forti di questo assetto. Con sole 35 gare rimanenti, una evoluzione nel reparto difensivo richiederebbe una notevole mole di lavoro. Che condensata in un calendario così fitto, è di difficile materializzazione. Brandon Ingram ha parlato disenso di urgenza” per i New Orleans Pelicans. Non avendo mai nascosto l’intenzione di fare parte della corsa per i playoffs, il concetto esposto è il fit perfetto per il breve termine di questa squadra.

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