In assenza di Kevin Durant l’obiettivo dei Brooklyn Nets non era di certo competere fin da subito per il titolo, ma probabilmente neanche lottare con fatica per i playoffs, condotti dal solo Spencer Dinwiddie e orfani di Kyrie Irving.
Infatti, l’uomo che ci si aspettava sarebbe stato il protagonista della stagione della squadra è ormai ai box dal 14 novembre scorso. Allora, in seguito alla sconfitta nello Utah, contro i Jazz, fu indicato come “in dubbio” per le partite successive. Da quel giorno sembra però iniziato un calvario apparentemente senza uscita, che risponde alla diagnosi di sindrome da impingement alla spalla destra.
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— Brooklyn Nets (@BrooklynNets) December 22, 2019
Per Kyrie, quello che appare come un termine strettamente tecnico nel campo medico-sportivo, ha significato avere grossi problemi nel sollevare la spalla e fare ogni tipo di movimento al di sopra della propria testa. Come affermato dalla specialista di ESPN, Stephania Bell, “per un giocatore di basket con questo problema al braccio dominante le limitazioni maggiori sono al tiro, ma anche in difesa o durante contatti indiretti.”
Come affermato da Coach Kenny Atkinson dopo la partita della notte, vinta contro gli Atlanta Hawks, il giocatore non può ancora prendere parte ad allenamenti di contatto. I fatti sembrano aver imboccato una spirale negativa, considerando che quattordici giorni fa l’allenatore capo aveva risposto alla stessa domanda dando proprio due settimane come termine massimo prima del rientro di Kyrie.
Kenny Atkinson said that Kyrie Irving has still yet to be cleared for contact practices. Two weeks ago, Atkinson said the expectation was Irving would be cleared for contact in the next one to two weeks. That timetable did not come to fruition.
— Malika Andrews (@malika_andrews) December 21, 2019
Proprio la gara della notte è stata utile per fornire ai Nets l’ennesimo grattacapo in quanto a point-guard: cosa si fa con Spencer Dinwiddie quando torna Kyrie Irving?
Kyrie non si vede, Dinwiddie vola: Nets che si fa?
Il numero 8 sta davvero giocando da leader, e contro gli Hawks ha portato i suoi alla vittoria segnando 39 punti, fornendo 6 assist e afferrando 6 rimbalzi. Non è un caso, infatti, poiché l’uomo che sta trascinando la squadra in zona playoffs lo sta facendo in pianta stabile e in maniera netta. Dinwiddie sta vivendo la miglior stagione della sua carriera, con 22.7 punti e 4.7 assist di media in 30 minuti di gioco.
? @SDinwiddie_25 (39 PTS) leads the @BrooklynNets back from 18 PTS down to defeat ATL! #WeGoHard pic.twitter.com/oTNWzcoKt5
— NBA (@NBA) December 22, 2019
Insomma, quando tornerà Kyrie, il presunto uomo copertina della squadra, non sarà facile per i Nets togliere molti minuti a Dinwiddie, che è diventato invece con i fatti il vero baluardo dei suoi.
Al momento, comunque, il problema sembra essere rimandato, ancora. Prima o poi però l’ex Boston Celtics tornerà, e allora non sarà facile scegliere tra i due: un uomo copertina decantato e arrivato in città come un eroe in estate, e un leader silenzioso ma tremendamente efficace.
Non è affatto da sottovalutare il fatto che Dinwiddie stia trascinando i suoi in posizioni di classifica migliori di quanto non si fosse riusciti a fare durante il breve passaggio di Kyrie. Il numero 8, infatti, ci sta riuscendo con un organico ben ridotto, se confrontato con quello di inizio stagione. Orfano soprattutto, come detto ormai più volte, proprio di quella che sarebbe dovuta essere la sua stella più luminosa.
Situazione difficile in casa Nets, che paradossalmente stanno quasi beneficiando dell’infortunio di Irving. Ne stanno beneficiando nella misura in cui dà loro più tempo per ragionare sul da farsi, mentre la squadra continua a viaggiare su binari positivi, condotta dall’inatteso Dinwiddie. Staremo a vedere, ma questa Brooklyn ormai sembra troppo piccola per tutti e due.
2 commenti
Ricorda un po la storia di un’altro numero 2, un certo wall.
In fondo questo articolo non è altro che pettegolezzo.