Home NBA, National Basketball AssociationNBA News Adam Silver: “Più donne nella NBA, come arbitri e in panchina”

Adam Silver: “Più donne nella NBA, come arbitri e in panchina”

di Michele Gibin
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Ad un incontro al The Economic Club of Washington D.C. il Commissioner NBA Adam Silver pone l’accento su due tra i temi più caldi e dibattuti della NBA d’oggidì: arbitri e lunghezza della stagione regolare.

Silver ha ribadito il suo augurio, quasi la necessità da parte della NBA di impiegare sempre più donne in ruoli sempre più prominenti, sulle panchine così come in campo, come arbitri:

Il settore arbitrale è un’area di cui, francamente, non ho mai compreso il motivo del perché sia sempre di fatto stata dominata dagli uomini” Così Adam Silver “E’ un settore in cui le diverse prestazioni atletiche non giocano alcun ruolo: un arbitro uomo non ha alcun vantaggio nell’essere un uomo, rispetto ad una donna“.

L’obiettivo è quello di avere una soluzione quanto più vicina al 50% di presenze uomo-donna nelle prossime promozioni. Per gli arbitri così come per gli staff tecnici e gli allenatori. Anche in questo settore non c’è alcun motivo che precluda una presenza femminile

Ad oggi sono 3 le donne arbitro nella NBA, Lauren Holtkamp, Ashley Moyer-Gleich e Natalie Sago.

Becky Hammon, ex stella WNBA con San Antonio Stars e New York Liberty e medagliata olimpica, è diventata nel 2014 appena il secondo assistente allenatore donna nella storia della NBA, ai San Antonio Spurs di Gregg Popovich. Quest’anno, l’ex giocatrice delle Washington Mystics Kristi Toliver ha ricoperto il ruolo di assistente allenatore agli Washington Wizards di coach Scott Brooks, mentre Kelly Krauskopf degli Indiana Pacers è diventata la prima assistente GM NBA della storia.

Adam Silver: “Stagione più corta? Se benefici, si”

Il “Commish” NBA Adam Silver è poi tornato su un tema già affrontato a febbraio, durante la pausa per L’All-Star Game 2019 di Charlotte, relativo alla lunghezza della stagione regolare.

Nella NBA la stagione da 82 partite perdura ormai da 50 anni” Spiega Silver “Potrebbe essere giunto il momento di cambiare: se un’adeguata riduzione, per modi e tempi, delle partite di stagione regolare risultasse in giocatori più sani e più freschi all’inizio dei playoffs, e di conseguenza potesse garantire carriere più lunghe, in linea di massima non potrei dirmi contro“.

Durante la stagione 2018\19, la NBA ha fatto la sua conoscenza della pratica del “load management“, riposi programmati che hanno permesso ad esempio a giocatori di primissima fascia come Kawhi Leonard e LeBron James di saltare partite di stagione regolare pur senza essere inseriti nelle apposite liste infortunati.

La possibilità per le squadre di avere roster più ampi (15 giocatori) e di poter “pescare” dalla G-League tramite i two-way contract ha messo a disposizione degli allenatori un bacino di giocatori cui attingere più ampio e competitivo che mai. Kawhi Leonard ha saltato in questa stagione ben 22 partite, assenze che non hanno impedito ai suoi Raptors di qualificarsi ai playoffs col secondo record NBA assoluto.

In febbraio, Silver aveva lanciato l’idea di spezzare la monotona regular season con un torneo di metà stagione, sul modello ad esempio ben noto del calcio europeo. I vigenti e ricchissimi contratti per i diritti TV rendono complicata una riduzione significativa dell partite di stagione regolare, sebbene qualora una riduzione dovesse effettivamente migliorare la qualità dello spettacolo non è difficile immaginare scenari diversi dall’attuale.

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