Dopo tre vittorie consecutive, gli Houston Rockets tornano ad assaporare l’amaro gusto della sconfitta, perdendo di appena un punto a 0.1 secondi dal termine dell’overtime sul campo dei Memphis Grizzlies (126-125). Per i Razzi si tratta soltanto della terza sconfitta nelle quindici gare disputate al rientro dall’All-Star Break.
Nel primo tempo i padroni di casa dominano in lungo e in largo, riuscendo ad arrivare alla pausa lunga con un vantaggio in doppia cifra (63-53), grazie anche e soprattutto a un primo quarto in cui rasentano la perfezione e asfaltano gli ospiti per 38-25.
Nella ripresa il copione è lo stesso, con Memphis che aumenta il proprio vantaggio e chiude il terzo quarto sul 97-78, un punteggio che sembra mettere il punto esclamativo sulla vittoria dei ragazzi di coach Bickerstaff, trascinati da un monumentale Mike Conley da 35 punti, 5 rimbalzi e 8 assist col 52% al tiro (12/23) e il 67% da tre (6/9).
Nella quarto quarto, però, i Rockets – che fanno a meno di Eric Gordon e Kenneth Faried, tenuti a riposo, e schierano per la prima volta Iman Shumpert in quintetto – rialzano la testa e rimettono tutto in discussione nel giro di pochi minuti, rifilando un parziale di 37-18 che porta le due squadre all’overtime (115-115).
Harden letale, Valanciunas vince il duello con Capela

Mike Conley protagonista nell’inaspettato successo dei suoi Grizzlies contro i Rockets: 35 punti, 5 rimbalzi e 8 assist per la bandiera di Memphis.
Al supplementare, poi, risulta decisivo un libero di Jonas Valanciunas a 0.1 secondi dalla sirena, che condanna Houston al ko per un solo punto: a gara praticamente conclusa, Capela commette un fallo sul lituano ex Toronto Raptors – autore di una doppia doppia da 33 punti (career-high) e 15 rimbalzi col 53% dal campo (10/19) e i 76.5% ai tiri liberi (13/17) – e lo manda in lunetta.
Per entrambe le squadre, l’esito della sfida del FedEx Forum non cambia più di tanto le carte in tavola in questo finale di stagione: i Rockets sono sempre terzi in classifica a Ovest (45-27) e si tengono a distanza di sicurezza da San Antonio Spurs e Oklahoma City Thunder (i primi per sconfitti per 110-105 dai Miami Heat, i secondi per 123-114 dai Toronto Raptors), mentre i Grizzlies sono terzultimi con 28 vittorie e 42 sconfitte, a pari merito coi Dallas Mavericks.
Da segnalare la super prestazione di James Harden, anche se il Barba ha ormai ben abituato gli appassionati a prove del genere: per lui ben 57 punti, 7 rimbalzi, 8 assist, 2 palle recuperate e altrettante stoppate col 46% al tiro (18/39), il 53% da dietro l’arco (9/17) e il 100% dalla lunetta (12/12).
“Eravamo in difficoltà e abbiamo provato a rimetterci in corsa, ma era troppo tardi. Sotto di 17 punti, ho dovuto premere sull’acceleratore per riequilibrare le cose.”, ha dichiarato Harden in merito alla sua prestazione, che non è bastata ai Rockets per rifilare uno sweep stagionale contro i Memphis Grizzlies che manca addirittura dal 2010.
Il detentore dell’MVP mette un altro importantissimo tassello per completare il mosaico di una stagione da capogiro e mettere in bacheca il secondo premio di miglior giocatore dell’anno consecutivo. Sette le gare da almeno 50 punti in stagione (primo tra i giocatori in attività, tutti gli altri non vanno oltre una partita da 50 o più punti), sedici quelle in carriera (primo tra i giocatori in attività e quinto all-time, alle spalle dei soli Wilt Chamberlain, Michael Jordan, Kobe Bryant e Elgin Baylor).