Chris Haynes di Yahoo Sports ha parlato nell’ultimo episodio del suo podcast “Posted Up” con Evan Wasch, Executive Vice President of Basketball Strategy & Analytics della NBA, ovvero l’uomo responsabile della composizione della schedule, dell’intero calendario della stagione NBA.
Wasch è anche l’uomo dietro alla pianificazione dei play-in NBA, il torneo di qualificazione ai playoffs ideato per la prima volta nella sua forma estesa in questa stagione, e che inizieranno dal 18 maggio fino al 21. Evan Wasch si è trovato suo malgrado nel “centro del mirino” a causa di una frase di LeBron James, che la scorsa settimana nel commentare il rischio per i suoi Los Angeles Lakers di finire ai play-in, aveva parlato di “str*****a” e “invocato” il licenziamento dell’ideatore del nuovo formato.
“In questo momento se non sono al 100% non importa molto di dove finiamo in classifica” così LeBron alcuni giorni fa “Che finissimo quarti, quinti, sesti ai playoffs oppure in questi play-in… chi si è inventato questa **** dovrebbe essere licenziato“.
L’uomo che dovrebbe essere licenziato è proprio Wasch, che a Haynes ha spiegato il perché la NBA abbia scelto di introdurre i play-in per le squadre dalla settima alla decima posizione per ciascuna conference, dalla necessità di aumentare il livello di competitività della regular season al tentativo di introdurre un meccanismo nuovo per il mondo NBA, ovvero delle partite a eliminazione diretta.
Sulla frase di LeBron James, Evan Wasch ha risposto: “Ho ricevuto diversi messaggi dopo quella frase, a dire il vero l’idea di un torneo di play-in risale a prima che io arrivassi a lavorare per la NBA (…) non mi vedo certo l’ideatore di tale formato. Credo che il dibattito sui play-in sia una cosa salutare, la NBA incoraggia sempre i suoi atleti a parlare e prendere posizione su tante questioni. E se ci saranno obiezioni ci sarà spazio per parlarne a fine stagione. Credo che il problema sia soprattutto per le squadre che finiranno settime e ottave, fino allo scorso anno sarebbero andate direttamente ai playoffs ma da quest’anno no. Capisco le critiche, e le incoraggiamo se possono aiutarci a migliorare“.
“Con i giocatori e la NBPA c’è un confronto continuo, su tanti temi, così come con i tanti altri enti che lavorano con la NBA e i proprietari (…) quest’anno l’obiettivo era tentare di mitigare i potenziali effetti negativi del Covid sulle squadre, come partite saltate o troppi giocatori fermi a causa del virus e dei protocolli. Se i play-in continueranno, avremo più squadre che potranno pensare in tanti momenti della stagione a un posto ai playoffs, magari partendo dal decimo e nono posto. In fondo le possibilità di fare i playoffs in questa situazione sono più alte tendenzialmente di quelle di avere una scelta alta al draft, per una squadra che dovesse finire nona o decima“.
Tra i campi in cui la NBA potrà intervenire in futuro, secondo Wasch, c’è l’opzione di introdurre un limite massimo di partite di distacco in classifica tra le squadre dal settimo al decimo posto, per l’ingresso o meno ai play-in e il loro svolgimento.