Luka Doncic è il presente e il futuro della pallacanestro. Un atleta di tale prospettiva era da tempo che mancava nei radar europei. La crescita esponenziale di questo ragazzo sloveno sta superando ogni più rosea aspettativa. Nessuno sa quali siano i margini di miglioramento di questo fantastico capolavoro della genetica; nulla gli è precluso. Proviamo a conoscere meglio quello che, senza se e senza ma, è il miglior prospetto di questa Eurolega.
DONCIC, UNA PERLA DA LUBIANA
Il protagonista della nostra storia nasce a Lubiana, Slovenia, nel 1999. Il padre Saša è un cestista dal discreto talento; la madre, Mirjam Poterbin, è una delle donne più belle dell’allora Yugoslavia. Il giovane Luka nasce quindi in un contesto familiare dal respiro internazionale. Sin da bambino tutti si accorgono che il ragazzo ha talento: la sensazione è che, se volesse, potrebbe fare qualunque cosa. Tuttavia il talento va incanalato, altrimenti resta un inutile specchio per le allodole. Ad indicare la via al piccolo Doncic ci pensa sin dai primissimi anni suo padre: Saša porta infatti il piccolo Luka ad ogni partita che disputa nei pressi di casa; non ci volle molto prima che il baby-fenomeno venisse conquistato da questo magico sport. Assiste anche, in braccio al papà, alle celebrazioni per la vittoria del titolo sloveno: da qui in poi non la mollerà più quella palla.
La sua giovanissima carriera inizia tra le fila di una delle più importanti squadre slovene di sempre: l‘ Olimpjia Lubiana. Con la casacca bianco-verde il ragazzino inizia a far parlare di sè in lungo e in largo nel panorama nazionale. All” Arena Stožice” ogni settimana gli spalti sono affollatissimi: scout e reporter si fanno la guerra a vicenda per convincerlo a firmare per questa o quella squadra; il pubblico lo esalta consapevole di dover lasciar sbocciare un simil fiore. Doncic, dal canto suo, fa quello che sa fare meglio: gioca e si diverte. Il ragazzo, pur essendo un classe ’99, spesso gioca con compagni di due o tre anni più grandi di lui senza patire il confronto. Anzi spesso è lui, con una naturalezza disumana, a guidare i suoi più esperti compagni di squadra. E’ quasi pronto al grande salto, manca solo l’ultimo trampolino.
DA LUBIANA A MADRID PASSANDO PER ROMA
Il giovane sloveno trova il modo di farsi apprezzare prima durante la Vasas Cup ( persa poi contro il Barcellona per 117-66) e poi al Torneo Lido Roma. Proprio l’Italia rappresenta il primo punto di svolta della sua ancora verdissima carriera. Infatti gli addetti ai lavori possono ammirare il talento dello sloveno in tutto il suo splendore. Doncic meraviglia il mondo con prestazioni straordinarie ad ogni partita fino ad arrivare alla finale. Contro il Lazio Basket la partita non inizia neanche perchè Luka non la gioca quella partita, la DOMINA: 54 punti 11 rimbalzi e 10 assist sono il suo bottino conclusivo. Questa tripla doppia fuga ogni dubbio: è lui il talento del futuro. Nella folle corsa per aggiudicarsi questo diamante grezzo a spuntarla sono le Merengues del Real Madrid. Si vola in Spagna, direzione capitale.
LA CAMISETA BLANCA
In realtà lo sloveno aveva già vestito la maglia blanca. Era infatti stato mandato a giocare la finale di Mini Copa del Rey 2012 contro il Barcelona. In questa occasione aveva fatto registrare venti punti e, con la sua classica nonchalance, aveva dominato la gara. A settembre dello stesso anno sbarca a Madrid definitivamente; il Real ha pronto per lui un contratto decennale con una serie di clausole per garantirsi le prestazioni future del neo gioiello. Oltre a tutte questi cavilli c’è anche qualche postilla per l’NBA ma è ancora presto per parlarne. I primi mesi a Madrid sono quanto di meglio possa esprimere un ragazzo di 13 anni. Lo sloveno continua a meravigliare tutti e, nel 2013, riesce a vincere ancora la Mini Copa del Rey. In finale ci sono ancora i rivali storici del Barcelona che vengono puntualmente annichiliti da questo ragazzo.
In seguito alle brillanti prove, il Real decide di dirottarlo alla sua squadra cadetta: il Real Madrid B. Gioca un anno solo in cadetteria, è davvero troppo dominante. Conduce la squadra al primo posto in campionato. Ovviamente è il logico MVP della competizione e della finale; sembra davvero tutto pronto per l’ennesimo precoce salto in prima squadra. Questo ennesimo step non fatica ad arrivare: 30 aprile 2015 Real Madrid-Unicaja Malaga, pieno garbage time negli ultimi due minuti di gara. Coach Pablo Laso dà un rapido sguardo alla panchina dopodiché urla:”Doncic“. A 16 anni e due mesi è il più giovane di sempre a vestire la maglia blancos. Un fardello che per tutti potrebbe essere pesante, Luka tuttavia la vive con la solita leggerezza. Alla prima occasione utile palla in mano, piedi a posto e tripla pulitissima da 3. Il pubblico esplode, ora è definitamente nata una stella.
DONCIC, EL NINO DE MADRID
La stagione 2014-15 continua a regalare soddisfazioni al ragazzo da Lubiana. Infatti Luka da trascinatore qual’è conduce il Real Madrid alla vittoria dell’Euroleague Basketball Next Generation Tournament. In finale contro i talenti della Stella Rossa sforna assist e triple degne del suo idolo: Stephen Curry. Ci sono molte somiglianze tra il 30 di Golden State e il fenomeno made in Europe. In primis la faccia da bravi ragazzi sotto la quale celano una determinazione non comune in tutti. Altri fattori di sono la pulizia nel tiro dalla distanza (e Steph fa scuola in questo campo) e la capacità di vedere trame che gli altri possono solo sognare.
Tuttavia a livello fisico Doncic è di un’altro pianeta rispetto al suo idolo. Un giocatore di 2,01 cm x 100 kg con quelle mani è un qualcosa che non si vedeva dai tempi di Diamantidis. Come il greco anche lo sloveno sta portando avanti una rivoluzione. Un fisico da ala, un tiro da guardia e trame da playmaker puro con una mentalità da giocatore navigato. Perchè Luka, oltre che forte, è anche molto umile ed estremamente intelligente. Nel suo liceo è uno degli alunni più diligenti e non fa mistero di arrivare al palazzetto sempre accompagnato dall’inseparabile madre. In campo regala magie e ben presto diventa l’idolo dei moltissimi ragazzi di Madrid. Florentino Perez, presidente del Real, se lo coccola e Laso nel frattempo continua a plasmarlo affiancandolo a veterani come Reyes, Rodriguez, Fernandez e Llull.
LA DEFINITIVA ESPLOSIONE E L’EUROLEGA
Laureatosi campione di Spagna nel 2015,la stagione 2015-16 è quella della definitiva consacrazione. Il coach spagnolo ripone ormai piena fiducia nel suo giovane gioiello. Gioca 39 partite in Liga ACB e diventa un membro fisso del roster madrileno. 4,5 ppg 2,5 apg 2 rpg in poco meno di 10 minuti a partita; non male se hai solo 17 anni e sei il più giovane di sempre a fare queste cose. A molti le sue gesta ricordano quelle di Ricky Rubio ma il paragone tra i due, tolta l’età delle imprese, lascia un po il tempo che trova. Troppo differenti i due giocatori per essere paragonati anche se le trame di gioco sono spettacolari per entrambi.
il debutto europeo avviene a Gennaio del 2016. Il teatro di questo emozionante evento è Mosca. Luka entra e, comprensibilmente emozionato,commette qualche errore di gestione della palla. Time-out di Pablo Laso e strigliata generale a tutta la squadra. Al rientro sul parquet Doncic lascia in panca la”baby-face ” e mette la faccia cattiva: 9 punti in 3 minuti e CSKA che trema al cospetto di un qualcosa che non si può spiegare. Il pubblico è scioccato, non hanno neanche la forza di fischiarlo ammaliati da tanto talento. Itoudis, spaesato anche lui, è costretto a chiamare time-out mentre Laso abbraccia il suo pupillo. Giocherà solo altre 12 partite in Eurolega con il Real in quella stagione ma tanto basterà per fargli rinnovare il contratto di qualche anno, tanto per essere sicuri.
ORA SI DECIDE IL FUTURO: MADRID O NBA?
La stagione tutt’ora in corso di svolgimento è quella della maturazione del giovane sloveno. Doncic all’età di 18 anni (compiuti a febbraio) può vantare già due titoli di Spagna e due coppe del Re in bacheca. Quest’anno poi, complice la partenza di Rodriguez e la poca fiducia in Draper, Luka ha trovato il modo di scalare le gerarchie nel Real Madrid. In campionato sta facendo sognare i tifosi madrileni, clamorosa l’ultima prova contro il Baskonia con 15 punti 13 rimbalzi e 4 assist e titolo di più giovane di sempre a catturare 13 rimbalzi. In Eurolega lo sloveno sta garantendo qualità e quantità a coach Pablo Laso. Infatti il ragazzino viene impiegato sia come back-up di Llull sia come playmaker con Sergio da guardia. Il futuro del Real Madrid passa anche dalle sue mani.
Per quanto riguarda il futuro ora per Luka è tempo di scelte pesanti. Tuttavia il ragazzo ha già dimostrato di possedere una grande maturità quando scelse la nazionalità slovena al posto di quella spagnola( ci provano con tutti questi iberici). L’NBA ha gli occhi puntati su questo piccolo fenomeno, il Draft del 2019 sembra essere suo di diritto. E in America sembrano già vederlo con moltissime casacche made in USA. “El futuro del baloncesto” non ha mai fatto mistero di voler provare,un giorno, l’esperienza statunitense ma per ora il Real se lo gode e ce lo godiamo anche noi.