LeBron James compirà 35 anni il prossimo 30 dicembre, ed è attualmente già il 15esimo giocatore NBA ogni epoca per minuti di regular season giocati. Per la stagione 2019\20, ed ai consueti ritmi di minutaggio, James potrebbe diventare il quarto giocatore NBA ogni epoca per minuti totali giocati (playoffs e reguar season).
Immediatamente davanti a King James nella speciale classifica All-Time l’ex compagno di squadra ai Miami Heat Ray Allen, ed i grandi ex Gary Payton, Tim Duncan e Reggie Miller. Giocatori che appesero le scarpe al chiodo all’alba dei 40 anni d’età (o addirittura oltre come John Stockton, attualmente nono).
Uno studio pubblicato su Bleacher Report mette nero su bianco le cifre, i ritmi ed il relativo “stato di usura” di uno dei giocatori più fisici, resistenti e dominanti di sempre. Prima della stagione 2018\19, LeBron James non aveva mai giocato meno di 75 partite di stagione regolare (un picco di 82 nell’ultima stagione a Cleveland), solo 98 le partite saltate per problemi fisici in 15 anni per la star dei Los Angeles Lakers prima dell’infortunio del dicembre 2018.
La sua media carriera per minuti giocati in regular season, sin dal suo esordio nel lontano 2003, è di 38.6 minuti d’impiego a gara. All’alba dei 35 anni, James è di gran lunga il primo per minuti di media a partita in carriera tra i giocatori in attività ed il secondo, Kevin Durant, è distante due minuti (seguono più indietro Damian Lillard, il giovane Andrew Wiggins e John Wall).
All’inizio della stagione scorsa, una delle questioni tecniche più pressanti nello staff tecnico di coach Luke Walton fu la necessità di gestire minuti e utilizzo di James, che dal canto suo rassicurò squadra, dirigenza e media sulla sua capacità di programmare lo sforzo senza bisogno di ricorrere a formule quali “load management” o limiti massimi. Pur tra alti e bassi, la prima parte di stagione dei Lakers fu positiva (20-14 a Natale, giorno dell’infortunio di LeBron), e propose un James sui consueti livelli di efficienza.
Il problema fisico all’inguine di dicembre costrinse LeBron James ad uno stop di 19 partite, e dopo il rientro ad un regime giocoforza più limitato di sforzo, complice anche il crollo della squadra nella seconda parte di stagione.
Il medesimo problema di 12 mesi fa si riproporrà all’apertura della nuova stagione. E’ tempo per LeBron James di, banalmente, giocare di meno?
Difficile immaginare un James in salute saltare una delle due partite di un back-to-back, o adottare un sistema di riposi programmati come quello di Kawhi Leonard durante l’intera stagione scorsa (60 le partite giocate dall’ex Raptors).
Non è cosa da Re.
Come riportato da Bleacher Report, nelle ultime 5 stagioni James ha giocato una media totale di 2591.8 minuti a stagione, un ritmo che se mantenuto l’anno prossimo lo porterà all’età di 35 anni al settimo posto assoluto per minuti giocati nella NBA. LeBron James è già al primo posto per minuti giocati ogni epoca nei playoffs NBA (Tim Duncan il secondo), e la “auspicabile” corsa profonda nella prossima post-season dei nuovi Los Angeles Lakers non farà altro che aumentare il solco tra l’ex Cavs ed il resto del mondo.
L’incredibile resistenza atletica di LeBron James è frutto di madre natura, e di una cura metodica del proprio fisico che comprende (tra le alte cose) lunghe sedute di stretching, alimentazione e idratazione controllatissime e crioterapia. Fin dai tempi degli esordi ai Cleveland Cavaliers, a LeBron fu concesso di lavorare con un team dedicato di preparatori atletici guidati dal fidato Mike Mancias, che continuerà a seguire il 3 volte campione NBA anche ai Los Angeles Lakers.
Il suo attuale regime di utilizzo, proiettato sulle prossime stagioni, potrebbe portare James al primo posto per minuti giocati nella stagione 2023\24, a 39 anni. Kareem Abdul-Jabbar, l’attuale leader, si ritirò a 42 anni nel 1989. Ai ritmi attuali James potrebbe dunque diventare il primo giocatore di sempre nella storia NBA per minuti giocati sia in regular season che nei playoffs.