Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti Chi è James Harden: i segreti e il passato sotto la Barba simbolo della NBA

Chi è James Harden: i segreti e il passato sotto la Barba simbolo della NBA

di Andrea Ranieri
chi è James Harden

Chi è James Harden? L’MVP della stagione regolare 2018 e perenne candidat al premio di miglior giocatore; una delle star della NBA emersa nelle ultime stagioni dopo un processo di “emancipazione tecnica”; un grande attaccante e un difensore discusso. Ma oltre a tutto questo? Proviamo a conoscerlo meglio: dalla sua carriera, attraverso la vita privata, fino ai guadagni.

Ti nominano James Harden e immagini penetrazioni al ferro chiude con eurostep, triple dal palleggio con step-back, falli subiti a valanghe, ma anche tanti palleggi sul posto, una difesa spesso al confine tra il ridicolo e l’imbarazzante. Un giocatore certamente discusso, uno di quelli che ha scelto di uscire dall’ombra di compagni più illustri per diventare lui stesso una star affermata (vi ricordate di Kyrie Irving?).

Ovviamente c’è qualcosa di più; qualcosa si cela sotto quella barba tanto folta quanto misteriosa. Dietro quel volto che raramente cambia espressione e quell’andatura in campo quasi ciondolante, che uomo si nasconde? Diciamo pure la verità, se nessuno pensa che stiamo tacciando gli appassionati di “ignoranza”: non sappiamo realmente chi è James Harden. Chiariamo subito che non sentirete narrare la tipica infanzia difficile che è di molti giocatori nella NBA. Tuttavia, quella del Barba, a livello tecnico, è una delle carriere più interessanti nel suo sviluppo. Ma i preamboli sono anche noiosi; addentriamoci nei nodi di quella folta barba, nella speranza di scoprire il più possibile e di non smarrire la via.

Chi è James Harden

Ecco chi è James Harden: uno che simpaticamente cerca il fallo anche “contro” un bambino

Chi è James Harden: la storia familiare

A Los Angeles si intendono di stelle, e non stiamo parlando necessariamente di quelle di Hollywood. James Harden è uno degli astri lucenti della NBA nati nella città degli Angeli, in data 26 agosto 1989. Terzo figlio di James Harden Senior e Monja Willis, ha un rapporto difficilissimo con il padre. Questi, infatti, se alla nascita di James Jr. lavora nella Marina militare statunitense, cade poi nel profondissimo baratro della droga e si ritrova a entrare ed uscire dalla prigione. A mantenere la famiglia pensa la coraggiosa madre Monja, che lavora come amministratrice presso la sede AT&T di Pasadena. L’influenza negativa del padre, per fortuna, non si fa sentire assolutamente sul figlio.

Il futuro Barba (no, non è nato già barbuto) si appoggia, nei momenti difficili, alla sua fede religiosa, con l’aiuto della quale riesce a superare le difficoltà maggiori. Si rivela un alunno molto studioso, con una ottima media scolastica. Oltre a questo, è un ottimo giocatore di videogame e, soprattutto, dimostra subito un raro talento atletico, sulla scorta del fratello maggiore, discreto giocatore di football. Una storia comunque non semplice, pur non essendo tra le più drammatiche, che ha permesso a James Harden di sviluppare quell’indifferenza rispetto ai fattori esterni che lo caratterizza tutt’oggi e che è una sua grande forza.

High school e college: un solista di livello assoluto

Per meglio comprendere chi è James Harden, la narrazione della sua carriera deve per forza avere inizio dalla high school. Harden frequenta l’Artesia High School a Lakewood, in California. L’apice della sua carriera liceale risale all’anno da junior, in cui guida la squadra al titolo di stato e a record di 33 vittorie e 1 sconfitta grazie a medie che recitano 18.8 punti e 7.7 rimbalzi. La storia si ripete con statistiche e record di squadra molto simili anche nell’ultimo anno di James al liceo. Un grande solista che si afferma già capace di portare la propria squadra a successi e trofei.

Naturalmente, per il futuro Barba non manca la partecipazione al McDonald’s All-American. La chiamata al college non si fa attendere e la scelta ricade su Arizona State. Purtroppo, sulla carta, il team ha poche chance di far strada nel campionato NCAA 2007\08. Le eccellenti prove di Harden (17.8 punti e 5.3 rimbalzi) bastano per un record di 21-13 e il quinto posto nella Pac-10. Nonostante questo, Arizona fallisce l’accesso al torneo NCAA. James non ci sta: rimarrà al college ancora un anno per mostrare ulteriormente il proprio talento, provando a far più strada col proprio team. Al secondo anno, le sue medie crescono ancora e i punti arrivano a toccare i 20 punti di media. Questo non è sufficiente ad andare oltre al secondo turno del torneo NCAA, quando Syracuse si dimostra davvero troppo superiore. Il momento è arrivato: James Harden si dichiara eleggibile per il Draft NBA 2009 e assume come proprio agente Rob Pelinka.

Chi è James Harden nella vita privata

Dire che James Harden sia molto riservato sulla sua vita privata è quasi un eufemismo. La sua storia sentimentale ci parla di poche fortune e tante noie. Dopo una breve avventura con la rapper Trina, Harden decide disgraziatamente di arenarsi negli affari delle sorelle Kardashian, cominciando una relazione con Khloe nell’estate del 2015. L’eccessiva confusione mediatica che circonda la famiglia della sua ragazza porta il Barba a chiudere la relazione dopo appena un anno. La  sua riservatezza sfocia di solito in una profondissima fede e un’immensa devozione, oltre che, ovviamente, nella barba. Vi sarete chiesti quando “sia nata” la folta chioma sotto il mento del giocatore di Houston. Ebbene, correva l’anno 2009 quando Harden decise di smettere di radersi e farsi crescere una folta barba, proprio in corrispondenza con il suo ingresso nella NBA.

Il Draft NBA 2009 e quell’incomprensione tecnica

Se aveste chiesto allo staff dei Thunder, nel 2009, chi è James Harden, vi avrebbero risposto: 3&D. Una guardia di sostanza e grinta in difesa e micidiale tiratore in ricezione dall’altra parte del campo. per sintetizzare: voce del verbo “capirci poco”. A OKC stavano già nascendo le stelle, molto brillanti, di Russel Westbrook e Kevin Durant e l’idea era che dovessero essere loro due a guidare un super-team del futuro, con Harden a far loro da spalla di lusso, dedita a raccogliere le “briciole” di un sistema offensivo monotono e far il tanto disprezzato lavoro sporco nella metà campo difensiva. Il matrimonio durerà tre anni, perché la visione tecnica di James Harden e quella della franchigia arriveranno a collidere in modo fatale, e anche inevitabile, ma non corriamo troppo.

Il percorso del Barba nella NBA

Un concetto è chiaro a tutti gli appassionati di pallacanestro: la carriera di James Harden nella NBA si divide nettamente due. Cominciamo dalla prima parte. Dicevamo che è stato scelto dagli Oklahoma City Thunder nel 2009, deputato a essere il terzo braccio armato del team dopo Durant e Westbrook. Ancora più precisamente, avrà il compito di portare punti e qualità dalla panchina, soprattutto con il tiro da fuori. La stagione da rookie lo vede in campo per 22 minuti di media, nei quali produce quasi 10 punti col 37.5% da tre punti, cifre premiate a fine anno con l’apparizione nell’NBA All-Rookie Second Team. La squadra riesce a raggiungere i playoffs, chiusi però già al primo turno per mano dei Lakers di Kobe Bryant.

La sua crescita prosegue nella stagione seguente, in cui arriva a toccare una media di 12,2 punti giocando tutte le 82 partite di stagione regolare, suggellando le prove proprie e della squadra con un altro accesso ai playoff. I Thunder, pur giovani e inesperti, arrivano fino alla Finale di Conference, dove cedono le armi in cinque gare ai Mavericks futuri campioni. La cavalcata vede Harden crescere ancora e portare un importante contributo in uscita dalla panchina con 13 punti per allacciata di scarpe. La stagione 2011\12 lo consacra ufficialmente come un grande terzo violino: la sua produzione sale fino a 16,8 punti, con tanto di carrer high nella notte del 18 aprile 2012 contro i Suns (40 punti). Il tutto gli vale il prestigioso premio di Sesto Uomo dell’Anno.

La cavalcata ai playoffs è ancora più entusiasmante: il trio Durant, Westbrook e Harden trascina Oklahoma fino a una clamorosa Finale. Purtroppo per loro dall’altra parte ci sono i Miami Heat di LeBron James. Il Re è troppo voglioso di vincere il proprio primo titolo e, dopo la pesante sconfitta di gara 1, gioca la sua miglior difesa, facendo sparire dal campo Durant. A quel punto non bastano le coraggiose prove di Westbrook e di Harden: la serie finisce 4-1.

Chi è James Harden?

Chi è James Harden? Non certo uno che rimpiange i tempi di OKC

Ogni trattativa per il rinnovo di contratto si scontra con la volontà del Barba. All’alba della nuova stagione, il 27 ottobre, Harden finisce a Houston in una trade che porta in Oklahoma Kevin Martin, Jeremy Lamb e alcune scelte al draft. Il suo esordio con la squadra di coach Kevin McHale parla chiaro: 37 punti contro i Pistons e la netta impressione che un stella, oltre che leader, stia nascendo. Nel corso della stagione ritocca il suo career-high con una prova da 46 punti e inizia a mettere in valigia le prime triple doppie, tanto per dimostrare che attaccante completo stia divenendo. Ottiene la sua prima convocazione all’All-Star Game e chiude la stagione a quasi 26 punti per partita. Tuttavia, il destino vuole che la corsa ai playoffs dei Rockets si chiuda già al primo turno contro la ex squadra di Harden.

La stagione successiva lo vede nuovamente alla partite delle Stelle e, per la prima volta, nell‘All-NBA First Team, grazie a una stagione da 25,4 punti e 6.1 assist. Nonostante il quarto posto stagionale, la sua avventura ai playoffs si conclude ancora al primo turno, stavolta a causa delle prodezze di Portland e di Damian Lillard. La sua produzione offensiva continua a crescere nelle quattro stagioni successive nella città della NASA (27,4; 29; 29,1 e 30,1 le sue medie punti), dimostrando che James Harden sta diventando davvero bravo anche nel creare per gli altri (mai una stagione sotto i 7 assist di media). Le sue molteplici abilità si riflettono nel numero di triple doppie che continua a lievitare. Nonostante tutto, far strada in post-season rimane estremamente complicato. Il sussulto arriva con la Finale di Conference del 2015, in cui, però, i Golden State Warriors sono troppo forti e dominano la serie (4-1 il risultato finale).

Sono due i reali momenti di svolta della storia del Barba con i Rockets. L’arrivo di Mike D’Antoni in panchina è il primo. Il coach ex Phoenix è bravo a capire le necessità di gioco di Harden e, nel corso delle prime due stagioni, si impegna a circondarlo di grandi difensori e tiratori che gli aprano il campo. Il secondo è l’arrivo, nell’estate 2017, di Chris Paul. I dubbi iniziale sulla convivenza tra i due vengono spazzati via da una stagione regolare da 65-17 di record. Ai playoffs le prove delle due guardie trascinano Houston alla Finale di Conference, di nuovo contro i rivali Warriors. Dopo 5 gare il sogno è a un passo: Houston è avanti 3-2, ma nel finale del quinto atto ha perso per infortunio Chris Paul. La gara 6 nella Baia vede gli Warriors dominare nel secondo tempo. CP3 prova il recupero miracoloso per l’atto decisivo, ma il suo fisico non glielo permette. I Rockets, giocando in 6, disputano un’ottima gara, ma dall’altra parte gli Warriors sono troppo rodati per fallire e portano a casa il biglietto per le Finals.

Chi è James Harden nella NBA ora lo sanno tutti. Uno degli attaccanti più forti, che ora ha però una necessità più impellente: dimostrare di essere un vincente. Con Chris Paul e Carmelo Anthony, due che condividono con lui il medesimo bisogno, forse può partire un ultimo assalto al trono dei Golden State Warriors.

Chi è James Harden?

Chi è James Harden? Uno degli elementi della fantastica coppia con Chris Paul

Il secondo anno dell’asse Harden-Paul è però meno ricco di soddisfazioni. Troppi infortuni, il caso Carmelo Anthony e una frattura sempre più evidete dei rapporti tra il Barba e CP3 che culmina a fine stagione 2018\19: eliminazione al secondo turno sempre contro gli odiati Warriors, un tracollo in gara 6 a Houston con Golden State senza Kevin Durant e con uno Steph Curry disastroso nel primo tempo (si sarebbe poi rifatto nel secondo…), e fine dell’esperienza di Paul ai Rockets.

Ancora una volta, James Harden chiede e ottiene un cambio, a Houston arriva il grande amico di sempre ed ex compagno di squadra Russell Westbrook via trade, proprio per Chris Paul. Per avere Russ, e poi Robert Covington, Daryl Morey sacrifica ciò che resta delle scelte future dei Rockets, e il giovane lungo Clint Capela, e fino a marzo le cose sembarno funzionare. La small ball D’Antoniana funziona, Westbrook si inserisce al meglio e i Rockets sembrano pericolosi, anche se – e lo sanno tutti – all’ultimo colpo di coda. La pandemia irrompe, la stagione si ferma per 4 mesi e quando si riprende a luglio nella “bolla” di Orlando qualcosa è cambiato. Westbrook non è al meglio e in estate si prende anche il Covid, i Rockets impiegano 7 partite per eliminare i Thunder di Chris Paul e rischiano grosso, contro i Lakers e LeBron James non c’è nulla da fare. L’avventura di Harden ai Rockets si chiude di fatto lì.

L’inizio della stagione 2020\21 è un brutto spettacolo per Houston e per Harden. I Rockets hanno cambiato allenatore (Stephen Silas) e capo del front office (Rafael Stone), il Barba è svogliato e desidera cambiare aria. Russell Westbrook è il primo a salutare, al suo post via trade arriva John Wall, Poi a gennaio è il turno di James Harden che chiede e ottiene (di nuovo) di andare ai Brooklyn Nets dell’ex compagno di squadra Kevin Durant e di Kyre Irving.

In questa luminosa carriera c’è spazio anche per un paio di avventure prestigiose con la nazionale statunitense: le Olimpiadi di Londra 2012 e i mondiali in Spagna del 2014. Harden è protagonista di entrambe le spedizioni e, in ambedue le circostanze, porta a casa la medaglia d’oro, unici suoi riconoscimenti di squadra da professionista fino ad ora.

Chi è James Harden come giocatore?

Guardia di 196 centimetri per 100 chili, sicuramente James Harden è un giocatore di grande stazza per il ruolo. Fin da giovane mostra una grande capacità di accelerare all’improvviso grazie a un’esplosività sempre troppo sottovalutata, espressa anche tutt’ora con alcune impressionanti escursioni al ferro. Nei progetti iniziali, la sua forza fisica e il suo atletismo dovevano farne un difensore di primissimo livello. La voglia del Barba di dimostrarsi un talento offensivo di primo livello ha però oscurato questa promessa iniziale, una vera e propria promessa da marinaio. Il suo atteggiamento verso la fase difensiva è diventato man mano sempre più indifferente, fino a superare i limiti della pigrizia.

Ma è giusto dare a Cesare quel che è di Cesare e, quindi, ricordare, che attaccante insensato non sia James Harden. L’iniziale grande abilità nel colpire dalla distanza si è man mano trasformata in un bagaglio offensivo ai limiti dell’umano, che ha nell’uno contro uno la sua migliore espressione. La tripla in step-back come arma micidiale, l’eurostep come mossa immarcabile, l’abilità nel subire falli come snervante talento. Proprio quest’ultima permette ad Harden di gestire il ritmo quasi sempre a proprio piacimento, senza dover imprimere troppe accelerate al gioco. Negli anni, soprattutto a Houston, ha imparato anche a giocare con i compagni, arrivando a mettere insieme 11.2 assist di media nel 2016\17. La maturità che sta sviluppando gli ha insegnato anche ad usare la sua stazza imponente per andare a rimbalzo e per rendersi un ottimo difensore quando si tratti di cambiare contro i lunghi avversari, unica situazione difensiva che gli sia al momento congeniale (a lui o alla sua psiche?)

I titoli di squadra vinti da James Harden

Fino a questo momento della sua carriera, gli unici titoli di squadra vinti da Harden sono dovuti alle esperienze con la nazionale USA:

  • 1 FIBA World Cup (USA, 2014)
  • 1 medaglia d’oro alle Olimpiadi (USA, 2012)

I riconoscimenti individuali

Molto più colma risulta la bacheca del Barba riservata ai riconoscimenti individuali:

  • 1 McDonald’s All American (2007)
  • 1 MVP della Regular Season (2018)
  • 1 NBA All-Rookie Second Team (2010)
  • 1 NBA Sixth Man of The Year Award (2012)
  • 8 volte NBA All-Star (2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018, 2019, 2020)
  • 1 Miglior Assistman NBA (2016\17)
  • 6 All NBA First Team (2014, 2015, 2017, 2018, 2019, 2020)
  • 1 All NBA Third Team (2013)

Chi è James Harden dal punto di vista economico?

Sappiamo tutti chi è James Harden dal punto di vista economico: attualmente uno dei giocatori più pagati della NBA. Dopo le tre stagioni trascorse con il contratto standard per i rookie e il primo contratto importante, firma nell’estate 2017 un contratto da record: 171 milioni di dollari fino al 2022\23.

YEARAGESTATUSBASE SALARYCAP HITDEAD CAP
2016-17Contract details by year27$26,540,100$26,540,100$117,964,846
2017-18Contract details by year28$28,299,399$28,299,399$228,065,253
2018-19Contract details by year29$30,421,854$30,421,854$199,765,854
2019-20Contract details by year30$38,199,000$38,199,000$35,811,563
2020-2131$41,254,920$41,254,920$34,190,721

Oltre a questo, Harden detiene anche un importante accordo tecnico con il marchio Adidas, di cui rappresenta, a livello cestistico, l’atleta di maggior fama. Con Adidas il Barba produce anche una propria linea di scarpe personalizzate, le HARDEN, che contribuiscono al suo portafogli.

Ora sapete davvero tutto su chi è James Harden, giocatore tanto maestoso quanto discusso, tanto noto quanto misterioso; ed è per questo che ci piace tanto.

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