Proprio a ridosso della trade deadline, Aaron Gordon aveva espresso lo stato di frustrazione accumulato, poi scaturito nella pubblica richiesta di trovare una nuova destinazione. Entrambe le parti hanno cercato negli anni di costruire assieme un futuro vittorioso. Ma quando gli Orlando Magic hanno acquisito piena consapevolezza nel voler evadere dal recente mediocre livello, hanno premuto ripetutamente il tasto per la ricostruzione. L’immediata conseguenza è stata, tra le varie mosse intraprese, la cessione di Aaron Gordon ai Denver Nuggets. Lo scambio ha seguito anche l’arrivo di Javale McGee via trade.
La franchigia ha sacrificato Gary Harris e RJ Hampton, oltre che una scelta al primo giro per il Draft del 2025. Mentre Gary Clark ha seguito Aaron Gordon alla corte di Michael Malone. Finora Gary Harris non ha contribuito quanto i 19 milioni previsti dal suo contratto, in sole 19 gare disputate su 44. Quanto a RJ Hampton, spesso appare complicato combinare la crescita di un giovane prospetto ed il mantenimento di un livello da contender. Perciò, con rapidità e fermezza nelle decisioni, la franchigia ha manifestato la volontà di incrementare il grado di minaccia che già hanno manifestato nei playoffs della passata stagione.
L’arrivo di Aaron Gordon è puntualmente determinante per i Denver Nuggets. Perché potrà colmare il vuoto lasciato dalla mancata estensione contrattuale con Jerami Grant nell’ultima off-season. In 25 partite con gli Orlando Magic, la quarta scelta al Draft del 2014 ha viaggiato a 14.6 punti e 6.6 rimbalzi di media. Con il massimo in carriera registrato nel numero di assist (4.2) e nella percentuale al tiro da tre punti, il 37.5% su 4.5 tentativi. Ora, ha inizio un processo di responsabilizzazione a tutto campo, con potenziali benefici tanto per Aaron Gordon quanto per i Denver Nuggets.
L’inserimento nel quintetto di Michael Malone
Con Aaron Gordon, i Denver Nuggets potranno rendere ancora più speciale il set di giocatori su cui formare il proprio futuro. A fianco di Jamal Murray e Nikola Jokic, la franchigia avrà a disposizione la restante parte di questa e la prossima stagione per cercare conferme sia sul nuovo arrivato che su Michael Porter Jr. In quanto entrambi i contratti andranno in scadenza nel 2021/22. Ma soprattutto, Aaron Gordon toglierà presumibilmente minutaggio a Paul Millsap. Quest’ultimo, oltre alle 10 gare saltate, ha registrato un net rating combinato di –56.2 punti, ottenuto dalla somma di ogni quintetto di cui ha fatto parte in questa stagione. Nell’attuale breve avventura con gli Orlando Magic, Aaron Gordon ha intrapreso una notevole evoluzione. Ma ad eccezione di Nikola Vucevic, il contorno tendeva a far perdere valore alle sue giocate. Ma ora, il contesto dei Denver Nuggets è assai più brillante.
Come Aaron Gordon può migliorare i Denver Nuggets
Il reale passaggio all’ottenimento della considerazione generale come pretendente al titolo passa dalla stabilità dell’assetto difensivo. Attualmente, i Denver Nuggets sono ventesimi nella lega per efficienza con 110.6 punti su 100 possessi. Per quanto Nikola Jokic e Michael Porter Jr stiano progressivamente migliorando le proprie capacità, l’aggiunta di Aaron Gordon dona maggiore prestanza e versatilità ai Denver Nuggets. L’abilità di ottenere e saper gestire più varietà di accoppiamenti è una caratteristica comunemente ricercata. Perché permette di fronteggiare ogni tipo di quintetto offensivo degli avversari. Aaron Gordon possiede un eccellente movimento di piedi e forza fisica, a cui aggiunge la presenza a rimbalzo. La strada verso le fasi più calde della stagione passerà ovviamente dal confronto con superstar come LeBron James e Kawhi Leonard. E qui Aaron Gordon dovrà probabilmente addossarsi questa responsabilità, riducendo lo sforzo di Michael Porter Jr, permettendo di avere più energie per la fase offensiva.
I Denver Nuggets possiedono il terzo peggior dato tra le 30 squadre per percentuale da due punti concessa agli avversari, con il 54.6%. In questa stagione, in una zona di campo compresa tra 1.5 e 5.8 metri dal canestro, Aaron Gordon è tra i 20 migliori giocatori per difesa sulle conclusioni tentate dai suoi diretti attaccanti. Nel particolare, occupa il quindicesimo posto per tiri tra 1.5 e 2.7 metri (37.9% con almeno 5.0 tentativi), il sedicesimo tra 3 e 4.2 metri (41.7% con almeno 4.5 tentativi), mentre è ottavo per la frazione di campo tra 4.5 metri e la linea del tiro libero (38.8% con almeno 4.5 tentativi). La sua efficacia si estende anche sul perimetro. Per i tiri da tre punti provenienti da ogni parte di campo esclusi gli angoli, Aaron Gordon è il decimo giocatore più abile nel contestare la conclusione su un parametro di almeno 16.5 tentativi.
Le gerarchie nelle dinamiche offensive dei Denver Nuggets sono ben chiare, ed Aaron Gordon troverà un minore numero di palloni tra le sue mani. Così, è previsto un calo dal 23.8% di possessi terminati con una sua giocata con gli Orlando Magic. Ma questo numero deriva da una maggiore confidenza nel ball-handling e nella gestione dei possessi offensivi. Un lavoro che lo ha cercato, con cui si è scontrato a fronte di un aumento del numero di palle perse (2.7). Per Aaron Gordon si prevede più lavoro senza palla, dove sfrutterà lo spacing generato da Jamal Murray e Nikola Jokic. Non solamente con il tiro da tre punti, che in situazioni di catch-and-shoot raggiunge il 43.5% (2.5 tentativi di media), ma con tagli back door o dopo il blocco.
Ad eccezione di Michael Porter Jr, i Denver Nuggets non possiedono alcun altro giocatore con la verticalità di Aaron Gordon. Ciò che dovrà sicuramente incrementare è il ricorso a situazioni in cui agisce da bloccante. Per varie vicissitudini e necessità, agli Orlando Magic non è accaduto. Tanto che ben 3.1 possessi per partita venivano gestiti da Aaron Gordon nelle vesti di palleggiatore sul pick-and-roll. Con lo sviluppo del tiro da tre punti, si ampliano le possibilità offensive. Perché allo stesso modo potrà aprire il campo, o avvicinarsi al ferro forte del suo atletismo. Un ennesimo target per le visioni di Nikola Jokic.
Il miglior momento per Aaron Gordon ai Denver Nuggets
Ora che Nikola Jokic e Jamal Murray stanno avvicinando il proprio momento di prime tecnico, è doveroso costruire un roster in grado di competere. La passata stagione, i Denver Nuggets hanno sbalordito per solidità e tenuta sino alle finali di Conference. E ripartire da quel nucleo e dotarlo di maggiore profondità è sicuramente la via più facile da intraprendere per mantenere lo status di minaccia. Chiaramente, al pieno del livello di forma e salute fisica, i Los Angeles Lakers, e poi i Clippers, possono ancora avere la meglio in ottica di una serie nella post-season. Ma i Denver Nuggets sono stati scaltri e coscienti delle opportunità che la trade deadline ha fornito, con la firma di Javale McGee ed Aaron Gordon.
Le restanti gare di stagione regolare saranno vitali per assemblare ogni possibile assetto. Che con queste aggiunte aumenta ancora le combinazioni tra i giocatori. I Denver Nuggets sono quinti nella Western Conference (28-16), e possono approfittare delle pesanti assenze dei Los Angeles Lakers per entrare tra le prime quattro. Ma, allo stesso tempo, dovranno guardarsi le spalle dai Portland Trail Blazers. Ora che sia Aaron Gordon che i Denver Nuggets hanno ottenuto l’upgrade per i rispettivi percorsi, ogni sforzo andrà unito per certificare l’appartenenza ad una categoria superiore rispetto a quella decretata finora.