Steve Kerr e Mike D’Antoni si conoscono bene, in un certo senso. Il loro destino si è incrociato nel 2007, precisamente in Arizona: il Baffo, ormai head coach dei Phoenix Suns dal 2003, sì ritrovò il nativo di Beirut affianco, nelle vesti di general manager. L’intento era quello di fare quell’agognato step per far sì che si lottasse fino in fondo migliorando l’annata precedente, conclusasi con un secondo posto nella Western Conference (record di 61-21) ed eliminazione alle semifinali per mano dei San Antonio Spurs (4-2). Serviva una mossa brusca, un azzardo. Un azzardo che Kerr commise. Nel febbraio di quella stagione arrivò Shaquille O’Neal in cambio di Marcus Banks e Shawn Marion. Un colpo di teatro, pensò Steve, immaginando i giochi a due tra il centrone e il geniale Steve Nash; alla fine lo scambio non fruttò, visto che i Suns arrivarono sesti nella regular season per poi essere eliminati ancora dagli Spurs, al primo turno (4-1). Dopo il rompete le righe, D’Antoni andò a New York, mentre Kerr rimase dietro la scrivania fino al 2010.
Ma la NBA è piena zecca di intersezioni, di corsie belle larghe, di percorsi comuni. Così a distanza di anni i due si ritrovano l’uno di fronte all’altro, a giocarsi un posto per Finals 2018. Kerr stavolta veste i panni di allenatore, artefice della dinastia Golden State Warriors iniziata nella stagione 2014/2015, mentre il buon Mike ha guidato i suoi Houston Rockets (secondo anno alla guida per lui) a toccare le cime dell’Ovest, seguendo il suo estroverso credo. Sarà battaglia, senza esclusione di colpi. Nell’ormai archiviata regular season ci son stati 3 scontri tra le franchigie, con uno score in favore dei texani; ai playoff invece l’ultimo confronto risale al 2016 (4-1 per i Warriors al primo turno).
LO SCORE AI PLAYOFF
Houston Rockets
- First round: 4-1, vs Minnesota Timberwolves
- Western Conference semifinals: 4-2, vs Utah Jazz
- Offensive rating: 112.2
- Defensive rating: 103.8
- Team leaders: James Harden (28.5 PTS), Clint Capela (12.2 REB), James Harden (7.4)
Golden State Warriors
- First round: 4-1, vs San Antonio Spurs
- Western Conference semifinals: 4-1, vs New Orleans Pelicans
- Offensive rating: 108.8
- Defensive rating: 99.3
- Team leaders: Kevin Durant (28 PTS), Draymond Green (11.5 REB), Draymond Green (9 AST)
ROCKETS-WARRIORS: IL DUELLO
Uno dei nodi che andranno sciolti sarà senza dubbio la marcatura di Kevin Durant. Già, dato che i Rockets saranno alle prese con accoppiamenti difensivi abbastanza impegnativi, D’Antoni dovrà cercare il modo di limitare un fromboliere inarrestabile, al netto delle sue qualità fisico/tecniche. La serie contro i Pelicans condita da 27.8 punti di media e il 50% dal campo lo ha dimostrato (e non c’era manco bisogno). Presumibilmente Trevor Ariza, PJ Tucker e Luc Mbah a Moute lo braccheranno in maniera accanita, anche se urgerà altro: si potrebbe provare a raddoppiare il numero 35 sfidando al tiro dalla lunga distanza Draymond Green, uno che comunque ha dimestichezza in tal senso (attualmente viaggia col 33.3%). In parole povere bisogna prendersi dei rischi, in una maniera o nell’altra.
Uno dei punti in comune tra i due schieramenti è l’utilizzo del pick and roll, crocevia delle rispettive manovre offensive. I Warriors di solito vanno applicano i cambi per difendere sui queste situazioni, così come di solito fanno i biancorossi; da qui nasceranno duelli e letture che daranno vita a diversi scenari. Soprattutto col formato death lineup, i californiani potranno decidere come far fronte alle velleità avversarie: Green o all’occorrenza Durant andranno di di switch su uno tra Chris Paul e James Harden, mentre nel pitturato i compagni cercheranno di tenere a bada Clint Capela, rimbalzista agguerrito e giocatore esplosivo atleticamente, capace di concretizzare gli assist dei compagni anche col fiato sul collo. Allo stesso modo Capela dovrà affrontare Curry sui cambi nei giochi a due, compito arduo dato il range infinito di tiro e delle skills nell’uno contro uno del numero 30; per i Rockets sarà un problema quando il centro svizzero uscirà fuori dall’area poichè si aprirà la strada verso il canestro. Ancora più problematico sarà interpretare i pick and roll Curry-Durant, sapendo comunque che eventuali raddoppi possono risultare fatali.
Capela sarà un fattore per i Rockets, che possono usufruire delle sue abilità di rollante.
La difesa della banda Kerr è la migliore nella corrente postseason: intensità nella pressione sul pallone, attenzione nello sporcare le linee di passaggio, diverse possibilità di avvicendamenti in single coverage. Considerato ciò, Houston dovrà migliorare la circolazione di palla rispetto alle altre serie e costruire conclusioni non troppo forzate: la visione di gioco di Paul e le sue doti di passatore possono aiutare, senza che manchino movimenti off the ball e tagli. L’utilizzo degli isolamenti deve essere sapiente e centellinato, ad esempio Harden non può forzare tiri se sarà controllato da difensori ostici come Klay Thompson o Andre Iguodala. Anzi, avrà il compito di massimizzare le proprie capacità realizzative. Ciò è testimoniato dal 47.2% dei tiri insaccati ‘unssisted‘. Parsimonia, attenzione, semplicità. Ridurre gli errori al minimo è un must, visto che le transizioni dei Warriors sono fulminanti ed efficienti. I numeri parlano chiaro: 17.6 fast break points di media a gara e 17.9 punti generati dalle palle perse. I contropiedi sono importanti per mettere a segno parziali sanguinosi sarebbe un’idea perseguibile pure per Houston, che può sfruttare tali situazioni e alzare il ritmo della contesa (il pace ammonta 98.29).
Chiosa sui matchup. Paul prenderà in consegna Curry, inseguendolo per tutto il campo, con lo stesso ex Los Angeles Clippers che sarà marcato dal numero 30 e a tratti da Thompson; il buon Klay si occuperà invece del Barba, in un duello scoppiettante tra guardie; Green battaglierà con Capela, mentre Iguodala guarderà a vista i top player avversari in alcuni momenti.
Le transizioni dei Warriors sono istantanee ed imprevedibili.
Eric Gordon, Nene, Gerald Green da una parte e Kevon Looney, Shaun Livingston, Quinn Cook dall’altra sono chiamati a dar manforte alla second unit.
ROCKETS: ROSTER E ROTAZIONI
33 | Ryan Anderson | PF | 30 | 6-10 | 240 | California | $19,578,455 |
1 | Trevor Ariza | SF | 32 | 6-8 | 215 | UCLA | $7,420,912 |
28 | Tarik Black | PF | 26 | 6-9 | 250 | Kansas | $3,290,000 |
26 | Markel Brown | SG | 26 | 6-3 | 190 | Oklahoma State | |
15 | Clint Capela | C | 23 | 6-10 | 240 | $2,334,528 | |
10 | Eric Gordon | SG | 29 | 6-4 | 215 | Indiana | $12,943,020 |
14 | Gerald Green | SG | 32 | 6-7 | 205 | $872,854 | |
13 | James Harden | PG | 28 | 6-5 | 220 | Arizona State | $28,299,399 |
42 | Nene Hilario | C | 35 | 6-11 | 250 | $3,477,600 | |
2 | R.J. Hunter | SG | 24 | 6-5 | 185 | Georgia State | |
5 | Aaron Jackson | G | 32 | 6-3 | 183 | Duquesne | $4,608 |
7 | Joe Johnson | SG | 36 | 6-7 | 240 | Arkansas | $473,835 |
12 | Luc Mbah a Moute | PF | 31 | 6-8 | 230 | UCLA | $1,471,382 |
21 | Chinanu Onuaku | C | 21 | 6-10 | 245 | Louisville | $1,312,611 |
3 | Chris Paul | PG | 33 | 6-0 | 175 | Wake Forest | $24,599,495 |
9 | Zhou Qi | PF | 22 | 7-1 | 210 | $815,615 | |
4 | PJ Tucker | SF | 33 | 6-6 | 245 | Texas | $7,590,035 |
(Fonte: ESPN)
WARRIORS: ROSTER E ROTAZIONI
2 | Jordan Bell | C | 23 | 6-9 | 224 | Oregon | $815,615 |
25 | Chris Boucher | PF | 25 | 6-10 | 200 | Oregon | |
4 | Quinn Cook | PG | 25 | 6-2 | 179 | Duke | $14,832 |
30 | Stephen Curry | PG | 30 | 6-3 | 190 | Davidson | $34,382,550 |
35 | Kevin Durant | SF | 29 | 6-9 | 240 | Texas | $25,000,000 |
23 | Draymond Green | PF | 28 | 6-7 | 230 | Michigan State | $16,400,000 |
9 | Andre Iguodala | SF | 34 | 6-6 | 215 | Arizona | $14,814,815 |
15 | Damian Jones | C | 22 | 7-0 | 245 | Vanderbilt | $1,312,611 |
34 | Shaun Livingston | PG | 32 | 6-7 | 192 | $7,692,308 | |
5 | Kevon Looney | SF | 22 | 6-9 | 220 | UCLA | $1,471,382 |
0 | Patrick McCaw | SG | 22 | 6-7 | 185 | UNLV | $1,312,611 |
1 | JaVale McGee | C | 30 | 7-0 | 270 | Nevada | $1,471,382 |
27 | Zaza Pachulia | C | 34 | 6-11 | 270 | $3,477,600 | |
11 | Klay Thompson | SG | 28 | 6-7 | 215 | Washington State | $17,826,150 |
3 | David West | PF | 37 | 6-9 | 250 | Xavier | $1,471,382 |
6 | Nick Young | SG | 32 | 6-7 | 210 | USC | $5,192,000 |
(Fonte: ESPN)
ROCKETS-WARRIORS STREAMING
Rockets-Warriors streaming della serie, cercate questo? Il confronto, tra due franchigie ricche di talento, si preannuncia spettacolare. Un poker d’assi (KD, Green, Thompson e Curry) contro un trio dalle spiccate sfumature dantoniane (Paul, Harden e Capela) Rockets-Warriors streaming è visibile in due modi. Ecco quali.
- Rockets-Warriors streaming su Sky Go
- Rockets-Warriors streaming su NBA League Pass
Nel primo caso sarà possibile seguire i playoff Sky attraverso l’applicazione per smartphone, tablet e pc. Occorre avere un abbonamento con Sky da almeno un anno e possedere il pacchetto sport. Così potrete vedere in diretta i match, oppure registrarli e guardarli successivamente. Il secondo metodo prevede la sottoscrizione di un abbonamento sul sito web di NBA League Pass, selezionare il pacchetto desiderato e vedere così tutte le gare in contemporanea sui vostri dispositivi.
I Warriors hanno un collettivo tecnicamente più variegato su entrambe le metà campo, e una solidità che li permette di essere una spanna sopra agli altri. Il tasso tecnico del team guidato da Kerr è altissimo, i meccanismi filano lisci come l’olio. Sono i favoriti. Houston deve puntellare una difesa in ogni caso valida e accelerare spesso, colpendo a campo aperto: D’Antoni ha bisogno di vagliare gli aggiustamenti necessari per sfruttare tutte le sue risorse. Ci si aspetta una serie thrilling. L’aria sarà intrisa di tensione per tutta la durata dello scontro, che magari potrà durare per 7 partite…