Continua il viaggio di NBAPassion alla scoperta delle storie più particolari dei prossimi protagonisti ad EuroBasket 2015. Dopo Gigi Datome, oggi è il turno della colonna portante della Nazionale Spagnola: stiamo parlando di Pau Gasol.
Non tutti i bambini hanno ben chiaro che lavoro intraprendere da grandi ma Pau Gasol non rientra in questa cerchia: lui voleva diventare medico. Ma facciamo prima un piccolo passo indietro.
Pau Gasol Sàez nasce il 6 Luglio 1980 nel Sant Pau Hospital di Barcellona dove mamma Marisa lavora come medico mentre papà Augustì è infermiere. Ambedue hanno un passato cestistico alle spalle, primo segnale del fatto che la palla a spicchi, Pau, ce l’ha nel sangue. Ad ogni modo, il ragazzo è di sana e robusta costituzione, forse anche troppo: Pau misura già 52 cm che, per un neonato, è sicuramente un’altezza già importante, secondo segnale di un destino già scritto.
Come si può capire dai lavori praticati in famiglia, l’infanzia di Pau è stata molto meno difficile di quella di molti colleghi NBA: quando aveva 6 anni, i genitori decidono di trasferirsi in zona Sant Boi de Llobregat e successivamente viene iscritto all’Escola Llor, un istituto privato nel quale curano molto lo sviluppo sportivo dei ragazzi. E no, se ve lo state chiedendo, non fu il basket il primo sport praticato dal giovane Pau, bensì il rugby.
Ad ogni modo, vuoi per la statura già importante, vuoi perché ce l’ha nel sangue, Pau si innamora presto del basket, al punto da seguire diverse volte le partite NBA in un locale vicino casa. Lì, in quella taverna irlandese che era l’unica a trasmettere le partite nel quartiere, Pau osserva attentamente la tv e non importa se la sveglia è puntata alle 6:30 del mattino, il ragazzo sente una forte attrazione verso quella franchigia giallo-viola che tanto spettacolo fornisce al pubblico: sono i Lakers dello “Showtime” nei quali giocavano Kareem Abdul-Jabbar, Michael Cooper e uno su tutti, quell’Earvin “Magic” Johnson che fu uno beniamini del giovane Pau e una persona molto influente nella sua vita: 7 Novembre 1991, un giorno che l’NBA e in fans ricordano molto bene; Magic dichiara di essere sieropositivo in mondovisione. Al tempo, non c’era la stessa informazione che si ha oggi sull’HIV e l’impatto della notizia fu piuttosto duro sul pubblico. Il piccolo Pau è anch’egli dinanzi la tv, ascolta la notizia e intuisce qualcosa dentro di sé, si gira verso la madre e dice: “Quando sarò grande diventerò medico e scoprirò la cura contro l’AIDS”.
Il vero amore con il basket scocca però intorno all’estate del 1992: Barcellona è una metropoli in netta crescita dopo la restaurazione della democrazia e, grazie anche all’assegnazione delle Olimpiadi, la città si sviluppa ancor più velocemente. Tutti sono in gran fermento: tantissimi gli atleti che sono sbarcati in Spagna e, tra questi, Pau come tutti gli appassionati di basket è interessato ad una sola cosa: il “Dream Team” USA. Michael Jordan, Larry Bird ma soprattutto quel “Magic” Johnson che nemmeno un anno prima si era ritirato a causa della sue condizioni di salute e ora è pronto a far parte del più grande team mai esistito sulla faccia della Terra. Il desiderio del ragazzo catalano è uno soltanto: quello di raggiungere lo stesso livello di quei grandi campioni.
I mesi passano e Gasol cresce e si sviluppa sempre di più: l’esordio nel mondo del basket avviene nella CB Cornellà intorno ai 13 anni, lo stesso team nel quale giocò la madre diversi anni addietro. Gasol inizia a giocare nel ruolo di guardia ma a 15 anni misura già 193 cm, i piedi sono veloci, le mani educate e anche abbastanza lunghe, al punto da essere spesso soprannominato “E.T.” a causa della conformazione delle dita; Pau viene pertanto spostato nel ruolo di pivot. Juanjo Campos, coach della squadra, fu il primo vero mentore del ragazzo, il primo a intravedere in lui un potenziale incredibile. Il suo talento è cristallino e Pau inizia a farsi un nome in città e, si sa, le voci girano e se sei un catalano con un gran talento, non puoi far altro che giocare nel Barcellona.
Così inizia una nuova avventura per il Gasol adolescente, partendo ovviamente dalle giovanili del club. Come già ribadito, il talento di Pau Gasol a 16 anni era già fuori da ogni discussione e i risultati non tardano ad arrivare: ben presto arriva la convocazione nelle giovanili della Spagna con le quali Pau vince il Campionato Europeo e il Trofeo Albert Schweitzer. E’ solo l’inizio di una lunga carriera condita da tanti risultati importanti con la nazionale spagnola. Tali tornei, ad ogni modo, furono una vetrina importante per far rimbalzare il nome di Gasol oltreoceano grazie ai molti osservatori americani presenti che gli offrirono borse di studio per proseguire il percorso di crescita negli USA. Ma Pau non ha ancora ben chiaro il suo reale potenziale e, con in testa ancora l’obiettivo di diventare medico più che cestista professionista, declina ogni offerta.
Il 1998 è un anno fondamentale: Pau non è più un ragazzino, ormai ha 18 anni ed è il momento di fare le scelte che segneranno la propria vita. Decide così, come promessosi da bambino, di iscriversi alla facoltà di medicina alla University of Barcelona. Al contempo però, è arrivato il momento del grande salto, la prima squadra del Barcellona lo aspetta e così ecco che ben presto arriva anche la prima apparizione in ACB. Esordio amaro per Gasol che vede il proprio team perdere per 92-78 dai Caceres CB. Come molti giovani, il parquet è solo un miraggio: Pau accumula soltanto 3 apparizioni prima di essere spedito in quarta divisione a farsi le ossa. Le stagioni 1999-00 e 2000-01 sono quelle della definitiva consacrazione, al punto di diventare da subito uno dei punti di riferimento del team, nonostante la dirigenza lo usasse col contagocce e in estate avesse puntato su Rony Seikaly, ex giocatore di diverse squadre NBA tra cui Nets, Orlando e Warriors. Gasol si conquista il posto a suon di prestazioni e con un pizzico di fortuna (Rony non riuscirà ad ambientarsi nella franchigia) e trascina i suoi in patria, vincendo il campionato e la Copa del Rey e venendo nominato MVP in entrambe le occasioni: lo stato di forma è incredibile e così la Spagna decide di convocarlo per l’Europeo Under-20 prima, terminato al secondo posto, e poi in vista dell’Europeo di Turchia, chiuso in questo caso con il bronzo. La carriera cestistica è ormai in discesa e Pau se ne rende finalmente conto: il suo talento è unico e le sirene NBA si fanno sempre più insistenti. La decisione è quindi quella di abbandonare gli studi in medicina per dedicare corpo e anima al basket (nonostante tutto oggi ha dato vita alla “Gasol Foundation” insieme al fratello Marc, fondazione a favore dei bambini, ed è ambasciatore UNICEF).
È solo l’assaggio del reale valore di questo giocatore, anche se la domanda ricorrente è: “E’ tanto bravo da essere chiamato tra le prime posizioni?”. La risposta vien da sé a giochi ormai fatti: non solo verrà selezionato come 3a scelta assoluta al Draft 2001 risultando anche il miglior rookie della stagione, ma con il tempo diventerà anche il trascinatore della Nazionale Spagnola. Gasol è stato e sarà per molto tempo il giocatore più forte che la Spagna possa ricordare e il palmares parla da sé: Bronzo agli Europei 2001; due volte Argento agli Europei di Svezia 2003 e Spagna 2007 e alle Olimpiadi di Pechino 2008 e Londra 2012; Oro agli Europei 2009 e 2011 e ai Mondiali di Giappone 2006, senza contare i vari riconoscimenti ricevuti nel corso del tempo. La Spagna lo ha fortemente voluto in vista di EuroBasket 2015, nonostante l’età ormai avanzata e una forma fisica non del tutto ottimale a causa di un piccolo problema fisico rimediato nel corso dei Playoffs NBA. Ma Gasol è Gasol e coach Scariolo sa quanto Pau può essere ancora determinante. Inutile negarlo: la Spagna è la squadra da battere in questo Europeo e, purtroppo per l’Italia, sarà nello stesso girone degli azzurri. Gasol è pronto alla (forse) ultima impresa: un’altra vittoria agli Europei gli consentirebbe di consolidare lo status che lo vede tra i giocatore più forti della storia europea.
Per NBAPassion,
Mario Tomaino (@Mariot_22 on Twitter)
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